GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP
Il mindset e le giuste domande per trasformare i desideri in risultati
Manuale di crescita personale e autoefficacia per conoscere e imparare a gestire efficacemente le proprie risorse, per raggiungere i propri obiettivi nella vita.
31 LUGLIO 2020 – ROMA
GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP
Trasformare i desideri in risultati di Fabrizio Cornalba. Ecco la mia recensione.
Il titolo palesemente magnetico e motivante, rappresenta una sintesi eccessiva del contenuto di questo manuale di autoefficacia, o autoaiuto, come più frequentemente vengono chiamate tutte quelle azioni che ciascuno di noi, autonomamente! può e dovrebbe attuare, al fine appunto di migliorare la propria vita.
La questione primaria da affrontare, nel momento in cui ci si assume la responsabilità dei propri risultati, risiede non nel raggiungimento dei propri obiettivi, quanto piuttosto nella loro stessa definizione.
Ecco quindi che il titolo più corretto, anche se lo ammetto, decisamente meno accattivante è: DEFINISCI E TRASFORMA i TUOI desideri in risultati.
Ebbene ciò che l’autore Fabrizio Cornalba vuole, è instradare il lettore in una sorta di percorso guidato, che abbia come fine quello di aumentare il grado di soddisfazione in ogni aspetto della propria vita. Ecco perché è necessario dapprima fare un “check up delle aree della propria vita”.
La ruota della vita e la legge di Von Liebig
Sebbene in maniera inconsapevole, chiunque si è ritrovato a pensare qualcosa tipo: “Sono piuttosto soddisfatto da questo punto di vista, di questo e quel particolare aspetto della mia vita; certo non posso dire ugualmente per quest’altra cosa…”
Ecco che abbiamo, al pari dello stesso Von Liebig, evidenziato la realtà che ha portato nel 1840 alla definizione della legge del minimo. Abbiamo preso coscienza del fatto, che schematicamente possiamo vedere la nostra vita come una torta, e tutti gli aspetti che la riguardano come delle fette; e da questa osservazione ci ritroviamo a paragonare questa torta ad una ruota, che non sarebbe in grado di portarci molto lontano in virtù del fatto, che i suoi raggi hanno lunghezza diversa.
A questa ben nota immagine, possiamo affiancarci ad esempio quella di un sacco pieno di sabbia, dove praticando dei fori (ad indicare la nostra valutazione per ogni area della nostra vita), sarà quello più in basso a dettare il trend di tutti gli altri: ebbene questa è la dura verità della legge del minimo.
Volendo fare la prova empirica noteremo infatti, che è il foro più in basso a svuotare progressivamente tutti gli altri, che per quanto originariamente pieni si ritroveranno incontrastabilmente alla pari di quello più in basso.
Risulta evidente che per risollevare la nostra vita, e imprimergli quel movimento (ruota) che vogliamo, dobbiamo iniziare proprio (e urgentemente) da quello che è l’aspetto che impatta più negativamente sulla nostra vita rispetto agli altri.
Le emozioni creano azioni
Dopo aver osservato lo stato della nostra vita, è bene tirare un respiro di sollievo perché per quanto possiamo volere qualcosa di diverso dalla realtà che stiamo vivendo, la buona notizia è che quel “qualcosa” possiamo definirlo e raggiungerlo.
Iniziamo dunque a immaginarci diverse situazioni alternative, e quella che ci evoca emozioni più piacevoli è evidentemente il nostro nuovo obiettivo, verso il quale dobbiamo muoverci intenzionalmente.
Troppo frequentemente infatti deleghiamo la nostra felicità, la concretizzazione dei nostri piani e obiettivi ad altri, ma solo noi possiamo raggiungere i nostri obiettivi in quanto tali!
Il potere della decisione
Certamente sarà necessario capire il come raggiungere questi obiettivi, che a mano a mano diventeranno sempre più chiari nella nostra mente, ma una volta capito questo il passo successivo è l’azione. Una volta definito il cosa e il come, bisogna avere anche il coraggio di portare avanti quello che è il nostro stesso piano d’azione, nei tempi che realisticamente ci siamo prefissi. In corso d’opera, possiamo variare il percorso, ma attenzione a mantenere fisso l’obiettivo da raggiungere, perché solo agendo costantemente nella direzione prestabilita il traguardo potrà essere raggiunto.
I quattro gradini dell’ apprendimento
Iniziare il percorso di concretizzazione di un obiettivo, porta inevitabilmente con sé una serie di nuove capacità e abilità, che probabilmente dobbiamo imparare o affinare, per riuscire a trasformare in realtà quanto desideriamo. Non a caso l’autore Fabrizio Cornalba, argomenta questa fase definendo 4 step successivi, percorsi diligentemente i quali, avremo finalmente raggiunto delle nuove abitudini, scardinandone e/o sostituendone di inadatte allo scopo.
Ecco i quattro gradini dell’apprendimento:
- Incompetenza inconscia
- Incompetenza conscia
- Competenza conscia
- Competenza inconscia = abitudini
esemplificati nel libro, con un giocatore di golf…
Maxwell Maltz e la sua psicocibernetica: il “vividamente immaginato”
Inoltre dobbiamo sempre tenere presente che abbiamo un asso nella manica, utilizzabile infinite volte: quest’asso è la nostra stessa mente!
Maxwell Maltz, fu tra i primi a scrivere in merito alla questione e la sintetizzò talmente bene che ad oggi è imprescindibile la conoscenza del suo pensiero:
“La mente non distingue tra ciò che è accaduto e ciò che è stato vividamente immaginato”
questa sorta di bug della nostra mente, è una ghiotta occasione di avere pensieri dettagliatamente edificanti. Abbiamo la possibilità di vivere prima ciò che riteniamo volere, così da verificare la nostra risposta nel momento in cui effettivamente raggiungeremo quel qualcosa! E se durante queste nostre visioni, il grado di soddisfazione non è poi così alto, beh! siamo sempre in tempo per rimodulare o affinare quel pensiero, che di fatto sarà la nostra realtà futura.
Atteggiamento, comportamento, risultati
Esercitando questa abilità immaginifica, saremo sempre più capaci di capire anticipatamente gli eventuali ostacoli che si possono contrapporre tra noi e quel meraviglioso obiettivo. Possiamo intuire quali prove saremo chiamati a superare, perché così come è vero che la nostra mente è creativa, è altrettanto vero che dobbiamo costantemente confrontarci con la realtà esterna, che ha la pessima abitudine di non semplificarci così tanto le cose.
Quindi come possiamo proteggere la rettitudine del nostro percorso, e nel contempo percorrere il sentiero che abbiamo tracciato nella nostra mente?
A questo punto siamo di fronte ad un bivio! Possiamo scegliere tra due tipi di atteggiamento: uno è quello potenziante, mentre l’altro è quello depotenziante; ed è in questo esatto momento che con onestà bisogna capire, verso quale dei due abbiamo proteso sinora e scegliere di stabilirci in pianta stabile, nel
quartiere del potere
M.R.
Le due tipologie si distinguono essenzialmente come segue:
l’atteggiamento depotenziante è di tipo reattivo, quindi tipico di colui/lei che subisce il mondo esterno ed è incapace di controllare le proprie reazioni rispetto ad esso; sostanzialmente si trova in una condizione di svantaggio.
L’atteggiamento potenziante è invece proattivo, quindi ci mette in una posizione di forza poiché non subiamo le nostre risposte ad un eventuale stimolo esterno, ma scegliamo consapevolmente la maniera positiva in cui rispondere.
Domande potenzianti
Imparare ad essere proattivi nel 100% delle occasioni, è decisamente un nobile obiettivo e il suo raggiungimento è una strada che per antonomasia si percorre quotidianamente.
In nostro soccorso abbiamo il dono delle domande potenzianti! Proprio perché non cerchiamo la reazione, ma la risposta consapevole! è evidente che dobbiamo e possiamo porci degli interrogativi, che ci guidino positivamente e ci offrano all’occorrenza uno o più punti di vista alternativi.
In “Trasformare i desideri in risultati” ne troviamo a titolo esemplificativo e non esaustivo quattro, anche se probabilmente sono davvero le più importanti che possiamo porci:
- Cosa c’è di buono in questo?
- Come posso raggiungere il mio obiettivo?
- Cosa sono disposto/a a fare per raggiungere il mio obiettivo?
- Come posso divertirmi nel frattempo?
Neuroassociazioni e rinforzi
L’agire diversamente per definizione prevede qualcosa di pre-esistente, qualcosa che abbia a che fare con il nostro passato, con il nostro vissuto, con le nostre esperienze ed emozioni connesse.
La nostra risposta in termini emotivi e di azioni è chiamata neuroassociazione: se pensiamo ad un cibo che ci piace aumenta la salivazione e probabilmente ci viene da sorridere; se volgiamo la mente ad un evento traumatico, scuotiamo la testa a scacciare quell’immagine e ci rabbuiamo.
Questo perché ciò che ci è capitato ci ha programmato, per reagire in quella determinata maniera. Ricordiamoci che le leve emotive più importanti sono essenzialmente due: piacere e dolore, dunque dobbiamo fare in modo, di associare quello che vogliamo a qualcosa di positivo e immediato, che funga appunto da rinforzo, premiandoci (seppur in maniera non programmatica) per aver portato a termine qualcosa di importante, ma magari difficile o poco allettante. In questo modo tutto il nostro essere protenderà naturalmente verso quel qualcosa, che diverrà tangibile molto rapidamente.
E volendo anche rispolverare un po di storia, possiamo anche fare delle ricerche sui cani di Pavlov, che condizionò la salivazione dei suoi cani, associando al momento del pasto il suono di un campanello…idee su quello che accadeva quando si suonava il campanello, anche senza cibo?
Parole piombo oro platino, mente e corpo
L’essere umano è una macchina perfetta, e continuerò sempre ad esserne affascinata. Modificando consapevolmente il nostro linguaggio possiamo creare delle immagini migliori per noi e per gli altri. Modificando con intenzione i nostri dialoghi interiori possiamo riprogrammare il nostro inconscio, e quindi possiamo effettivamente controllare il nostro “gigante”.
E cosa decisamente più immediata, al cambiare la nostra fisiologia, il nostro respiro, la nostra postura, possiamo praticamente istantaneamente agire positivamente sulle nostre sensazioni e per estensione, sull’emotività di coloro con cui interagiamo in quel momento.
Quando si dice il sorriso è contagioso… ma attenzione perché vale con qualsiasi stato d’animo!
La conoscenza è potere
Come mi è capitato di leggere anche in Incrollabile di Tony Robbins, la conoscenza è potere ma solo se quella conoscenza viene anche messa in pratica. Quindi ecco che in “Trasformare i desideri in risultati” abbiamo potuto conoscere le tecniche e gli strumenti affrontare adeguatamente situazioni inaspettate, sfide e difficoltà, raggiungere il successo personale, qualunque esso sia per noi!
Ma tutto ciò, sarà valso la pena solo se con un buon grado di disciplina si applicherà quanto imparato in questo e mi auguro in innumerevoli altri testi, a prescindere che siano ad argomento autoefficacia o alta finanza.
Info bibliografiche
Titolo originale: Trasformare i desideri in risultati
Autore: Fabrizio Cornalba
Prima pubblicazione: 2004
Prima pubblicazione in Italia: 2004
La mia edizione: 2007
Editore italiano: De Vecchi
Collana: Strumenti e strategie di carriera
Genere: Manuale
Numero di pagine: 127
Preceduto da: –
Seguito da: –