Resta focalizzat*

Roma, 26 Luglio 2021

Daily post 4

Per ogni momento c’è una distrazione. Sta a te non cedere alle sue lusinghe, e rimanere focused su quello che stai facendo. Se sei in dubbio tieni presente questa certezza, di distrazioni ne incontrerai di continuo, quindi la prossima volta puoi ignorarla avendo la certezza di incontrarne una più accattivante la prossima volta.

Di strategie per entrare in uno stato di concentrazione, per mantenermi concentrata o per aumentare la mia concentrazione ne ho provate davvero tante! Da quelle che leggevo, a quelle che mi consigliavano a quelle ancora che mi venivano in mente. Il risultato? Che ovviamente la soluzione migliore è sempre la più semplice: mettercisi e ignorare il resto.

Una cosa è certa che in qualsiasi momento tu comincia a fare qualsiasi cosa, incontrerai sulla tua strada una quantità elevatissima di distrazioni o potenziali tali. In un mondo fatto di incertezze, questa è una certezza: sfruttala a tuo vantaggio per abbandonare il senso di colpa derivante da “non cedere alle lusinghe” della distrazione. Tanto quella dopo sarà sempre più accattivante di quella precedente. Ora che conosci un trucco per rimanere sempre concentrat*, non ti resta che proseguire al meglio la tua giornata.

Ciao,
Marzia.

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    Se lo ami lo sai tu

    Roma, 25 Luglio 2021

    Daily post 3

    Non so se ti è mai capitato di leggere dei libri sulla Legge di attrazione, non so se la conosci e nemmeno cosa ne pensi. Quando ne lessi per la prima volta rimasi colpita dalla semplicità di questa regola, che ora ti riporto parafrasandola: ” Se ti da belle sensazioni ed emozioni, allora quel pensiero va bene per te e per il tuo futuro, continua a pensarci!”.

    Oggi, nel momento in cui scrivo ho trentun anni, (per il futuro sappi che il mio compleanno è il 23 Agosto) e ancora non ho assolutamente capito, come mai la maggior parte delle persone, non si fida del proprio istinto e delle proprie sensazioni.

    La frase che fin da subito ho iniziato a usare, per racchiudere le leve che mi muovono a portare avanti questo mio progetto che è Thinka, (magari un giorno non si chiamerà più così, ma la sua essenza resterà la stessa) è questa: “Ti eccita tanto e ti spaventa un po’? Allora è un buon obiettivo, raggiungiamolo insieme“.

    Ecco, con questa semplice frase ti dico esattamente questo: che devi sempre ascoltarti e fidarti di te stess* perché se quello che fai, o vuoi fare, lo ami nel profondo solo tu puoi saperlo.

    Ciao,
    Marzia.

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      Prima di cominciare

      Roma, 23 Luglio 2021

      Daily post 1

      Il nostro cervello è come una RAM, se non lo svuotiamo delle informazioni poco significative queste ci rallentano, innescando una reazione a catena. Per questo è importante che trovi un TUO modo per cominciare al meglio. Il mio in sostanza è quello di svuotare la mia memoria temporanea, assicurandomi di aver lavorato bene e ringraziando per ciò che mi è successo in questa giornata.

      Cosa fai prima di cominciare la tua giornata?

      Personalmente la mia giornata, per essere una buona giornata, come anche la tua deve essere sempre e spero che sia, comincia la sera prima.
      La sera è vero che è un momento di stanchezza, e in cui vorremmo solo chiudere tutto ciò che riguarda il lavoro e gli impegni e rifugiarci negli affetti, negli amici e nelle passioni, che tu come anche io abbiamo. Eppure nel mio percorso di crescita personale, in cui ho tanto cercato e tanto provato soluzioni che potessero funzionare in sinergia tra di loro. Ecco ti dico in totale sincerità, che per aprire una nuova giornata, per me è necessario chiudere quella precedente.

      Io lo faccio in due modi, che per me sono oramai imprescindibili da diverso tempo, più o meno da quando ho deciso di iniziare a scrivere articoli su questo blog, che poi è diventato uno dei miei siti ufficiali per mostrarti e farti capire meglio quello che faccio.

      I miei due modi per prendermi cura della giornata che volge al termine, e di conseguenza di quella che inizierà all’indomani sono questi: scrivere il quaderno della gratitudine, e tenere traccia di quello che ho fatto durante la mia giornata così da pianificare, o comunque controllare, quella che sarà la giornata di domani.

      Ti consiglio di provare entrambe, prima singolarmente, poi in combinazione e ovviamente di esplorare quale può essere un tuo personale modo di cominciare bene la tua giornata, si trattasse anche di una morning routine che sia efficace per te.

      Ciao,
      Marzia.

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        What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

        What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

        GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPBIOGRAFICO

        What it takes: quello che ti serve per farcela sei tu

        Maria Beatrice Alonzi, o semplicemente “Bea”, ci guida in un percorso evolutivo atto a riconoscere e affrontare tutti quegli schemi mentali, quelle idee indotte assorbite dall’esterno e che per qualche motivo abbiamo deciso di accettare come nostre! Iniziare il nostro viaggio, salendo sul treno della nostra vita e farlo con una guida all’altezza del compito, è un passo decisivo nel raggiungere la nostra vera essenza finalmente liberi di essere chi siamo ed esprimerci in tal senso in ogni aspetto delle nostre vite.

        2 GIUGNO 2021 – ROMA

        GROWTH, MIND & BODY, SELF HELPBIOGRAFICO

        Non voglio più piacere a tutti di Maria Beatrice Alonzi. Ecco la mia recensione.

         

        Ti succede con la maggior parte delle persone che incontri nella tua vita! Ciascuna di loro si aspetta da te un determinato comportamento, una determinata performance, un certo qualcosa che le faccia sentire meglio nel rapportarsi con te, o che semplicemente riconoscono e sono in grado di comprendere. In altre parole, ti semplificano e ti posizionano in una scatola di sardine, che poi è proprio il disegno che si trova sulla copertina di “Non voglio più piacere a tutti” il secondo libro che Maria Beatrice Alonzi, ha pubblicato con la casa editrice Vallardi.

        Trova il coraggio di amare chi sei e vivere la vita che vuoi.

        Questo accade perché, tanto nella buona quanto nella cattiva fede, il mondo fatto dalle persone che ti circondano proietta qualcosa che vorrebbe fare nella vita, o ottenere dalla vita, su di te. Insomma, il mondo ha una sua visione e cerca costantemente di tirartici dentro, e di indurti ad assomigliarvi sempre di più. Ma ciò che devi imparare, quanto prima sia possibile, è che soddisfare le aspettative altrui non è compito tuo.

        Tu credi in te, già questo è difficile e alla base di tutte le cose.

        Il tuo compito, come lo è anche il mio! è di adoperarti per comprendere dapprima la tua intima natura, quindi: abbracciarla, muoverti, agire e prendere tutte quelle scelte che di fatto ti portano ad esprimere te stess*.

        Il tentativo di “accontentare” tutti ha, di fatto, un duplice risultato: da un lato l’immenso spreco di tempo perché oscilli costantemente tra una scelta ed un’altra; tra un comportamento e l’altro. Dall’altro lato, il risultato più alto che ottieni (e sono molto sarcastica) è quello di raccogliere insoddisfazione e infelicità, perché inevitabilmente percepisci che non stai stratificando assolutamente nulla nella tua vita.

        Come si comincia a essere felici?

        Vero è, che potresti ottenere dei grandissimi risultati nel tentativo di compiacere o acquietare l’animo altrui, ma la vita è un viaggio e non contano soltanto i traguardi! Infatti ciò a cui dovremmo dedicare “almeno” pari attenzione è il viaggio di per se, che tra l’altro a conti fatti, è quello che ci richiederà sempre la maggior parte del nostro tempo.

        …qualcosa che non ti piace ma che ti riesce…

        Maria Beatrice Alonzi, scrivendo questo libro mette a nudo la sua esperienza personale, e dedica il suo tempo per occuparsi, o meglio per insegnarti ad occuparti, della tua felicità. E soprattutto ti insegna, e ci insegna!, che volgere lo sguardo a ciò che ti rende intimamente felice è il primo passo per raggiungerla quella felicità che vuoi e meriti, e finalmente portarla e mantenerla nella tua vita.

        Sei tu che lo crei, sei tu che lo vivi e sei tu che te lo godi.

        Come la maggior parte delle persone, anche tu sei abituat* a pensare che la felicità sia qualcosa che non meriti, e che comunque non sei in grado di portare nella tua vita, figurarsi mantenercela!

        Ma non è colpa tua se finora l’hai pensata in questo modo, perché in un modo o nell’altro sei stat* circondat* da stimoli depotenzianti, che da un lato minavano il tuo sviluppo e la tua affermazione come individuo, e dall’altro ti instillavano “credenze” e ti programmavano in una determinata maniera, con il solo obiettivo (conscio o inconscio), di renderti quanto più simile possibile alla loro visione di come tu dovresti essere, dovresti vivere la tua vita, e quindi stare nel mondo.

        La tua vita comincia da qui. La tua vita comincia da te, dallo scoprirti diverso e diversa da come ti vogliono gli altri. Lascia a terra le zavorre e i sensi di colpa e sali sul treno che ti porterà a realizzare davvero quello che tu sei, quello che tu desideri.

        Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

        Se, come credo che sia se stai leggendo queste righe, e magari stai pensando di leggere questo libro probabilmente sei tra le persone che “soffrono” della sindrome del supereroe: ossia sei una persona che si fa carico prima della vita altrui rispetto alla propria, che mette davanti i bisogni altrui prima ancora di aver effettivamente compreso i propri. Per quanto nobile siano le leve che ti e ci muovono in tal senso, sappi che non è in questo modo che ci occupiamo davvero degli altri.

        Quando stai facendo qualcosa per qualcun altro, tu sei capace di tutto, di ogni cosa. (…) tu, semplicemente, te ne freghi di te perché non ti importa di avere una buona opinione di te. (…) se fosse importante per te pensare bene di te stesso, allora faresti di tutto per arrivare. (…) A te manca solo questo: che ti importi di te stesso.

        So perfettamente che in te come in me, il “germe dell’impostore vive” e che la sua voce, spesso è più forte della tua e ti sussurra cose alle quali ancora non sai come controbattere, tuttavia sappi che puoi dominare questa voce e riprogrammare il tuo inconscio, perché se ti dai la possibilità, scoprirai che nel mondo ci sono anche voci che invece sussurrano che ti meriti tutto l’amore e il meglio di e da questo mondo.

        La felicità comincia quando qualcuno ti fa sentire di esistere.

        A te la scelta su quale voce ascoltare.

        Altre citazioni

        La felicità comincia con il significato, il significato che si dà a una persona.

        …mentre siamo qui che respiriamo insieme.

        Quando stai facendo qualcosa per qualcun altro, tu sei capace di tutto, di ogni cosa. (…) tu, semplicemente, te ne freghi di te perché non ti importa di avere una buona opinione di te. (…) se fosse importante per te pensare bene di te stesso, allora faresti di tutto per arrivare. (…) A te manca solo questo: che ti importi di te stesso.

        La capacità di adattamento che possediamo è infinita.

        …non vogliamo il male minore, noi VOGLIAMO IL BENE MAGGIORE.

        L’unica persona al mondo che ti serve sei tu, ed è quella che trascuri di più.

        Curare le tue ferite è compito tuo. Andare oltre i tuoi limiti è tuo dovere.

        “…io voglio essere felice, lasciami essere felice.”

        Tu esisti esclusivamente in funzione di ciò che pensi di te.

        Ci vuole coraggio a essere felici

        Karen Blixen

        Lasciati abitare dall’angoscia di non sapere chi sei, di non sapere cosa sei, come sei, e non correre ai ripari.

        È etica quando parliamo delle regole che governano la società, è morale quando parliamo delle regole con le quali scegliamo di governare noi stessi.

        Un sacrificio non è altro che un patto che fai con il tuo senso di colpa.

        Io non vado da nessuna parte, sono qui con te.

        …una componente centrale fondamentalmente imprescindibile: me.

        La spinta ero io, andavo dove il mio io, la mia visione, (…) mi portavano.

        la tua vita prende un piega completamente diversa [migliore!]

        …avere uno scopo…

        Quello che stai facendo ha un valore, glielo hai dato tu con il tuo sudore in tutto questo tempo, devi assolutamente tenerlo a mente.

        Prima di pensare a cosa fare da grande, devi pensare a cosa vuoi ESSERE da grande.

        …l’incredibile forza che deriva da una decisione che hai preso senza confrontarti con nessuno.

        …dormirci sopra.

        …è tuo dovere sapere come stai.

        Non devi chiedere a nessuno il permesso di crescere. O cambiare. O tutt’e due.

        [alcune persone sono il tuo] famigerato alibi per non diventare la migliore versione di te.

        Sarà una decisione che si prenderà cura di te.

        Avrai relazioni che ti fanno stare e sentire bene.

        Non sei il centro del mondo ed è la tua più grande fortuna.

        Tutto quello che ti rende umano e fallibile, ti avvicina ad un altro essere umano.

        In un rapporto vero non si aspetta la persona “giusta”, la si costruisce.

        La persona giusta esiste: la persona giusta sei tu.

        Quando si fa una scelta la si fa per se stessi.

        Ama te, ama i tuoi pensieri, accogli le tue emozioni.

        La persona che cerchi ti somiglia, la persona che cerchi sei tu ma non ti riconosci perché non ti attribuisci quelle qualità.

        Ricorda che il giorno nel quale dovrai smettere di evolvere esiste ed è l’ultimo giorno della tua vita.

        Il lavoro c’è e crea reddito.

        Tu non sei felice perché non hai mai imparato a parlare con te stesso.

        Tu sei il mezzo per arrivare.

        Non esiste nessuna interazione tra persone che non abbia uno scopo.

        Ogni azione è una reazione.

        Per ottenere quello che vuoi, devi volere questo rapporto.

        Devi volerlo per davvero.

        Devi abolire tutti quei compromessi che potrebbero farti demordere e tenere a mente che sarà faticoso: la fatica per la libertà e per il successo è la fatica che vale la pena di compiere.

        Sii un punto fermo, qualcuno sul quale contare.

        La conversazione e le tue azioni devono portarti a essere felice e a ottenere [tutto ciò] che vuoi.

        Il valore che dai al denaro è strettamente correlato al valore che dai a te stesso.

        ….che ANCORA non hai, non che non hai “punto”.

        Getta tutto quello che ti ha fatto male e quello che ti ha tenuto al sicuro.

        Ti fa male guardare tutto quello che hai portato con te, ti fa male dover salutare tutto quello che ti ha fermato in questi anni, tutto ciò che ti ha ferito.

        Il senso di ogni viaggio risiede nel partire per arrivare a una destinazione, a una meta.

        …l’unico vero gesto che ha cambiato e cambierà completamente la tua vita: quello di amarti profondamente.

        Non cambierai ma ti vedrai.

        Con la consapevolezza puoi conquistare il mondo.

        La felicità non è una cosa statica.

        E adesso cominciamo.

        Per arrivare a raggiungere i tuoi obiettivi non ti serve niente di diverso da ciò che hai.

        Non è semplice lasciare andare tutti i “benefici” che crediamo derivino dall’essere completamente dipendenti da qualcuno.

        I bambini hanno miliardi di capacità interessantissime, accolgono tutto quello che vedono e che sentono, e quello che non capiscono lo capiscono lo stesso…ovviamente a modo loro.

        Peggiore è stata la tua infanzia, più forti sono le radici che ti tengono inchiodato al suolo.

        Info bibliografiche

        Titolo originale: Non voglio più piacere a tutti (italiano)

        Autore: Maria Beatrice Alonzi

        Prima pubblicazione: 2021

        Prima pubblicazione in Italia: 2021

        La mia edizione: I edizione Vallardi 2021

        Editore italiano: Vallardi

        Collana: –

        Genere: Auto aiuto, Mente e corpo, Crescita personale

        Numero di pagine: 200

        Preceduto da

        Seguito daIl libricino della felicità (2021)

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        La teoria della forma di Paul Klee inaspettatamente insegna anche la crescita personale!

        La teoria della forma di Paul Klee inaspettatamente insegna anche la crescita personale!

        Teoria della forma e della figurazione - Volume 1 di Paul Klee del 1956

        ARTE

        La teoria della forma di Paul Klee inaspettatamente insegna anche la crescita personale!

        La lezione più importante che possiamo apprendere da un astrattista quale era Paul Klee, è quella di “pensare” in astratto indagando quelle che sono le regole profonde che ci consentono di creare l’equilibrio, proprio come lui fece ricercando prima e creando poi, all’interno della sua pittura.

        28 MARZO 2021 – ROMA

        ARTE

        Teoria della forma e della figurazione di Paul Klee. Ecco la mia recensione.

         

        Rileggo Teoria della forma e della figurazione – Volume 1 di Paul Klee, a distanza di dodici anni, e sono felice di essermi approcciata a questo libro, con un bagaglio esperenziale più ricco che mi ha dato la possibilità di coglierne sfumature, che in un periodo più acerbo della mia vita, non colsi.

        Se segui la mia vita e le sue evoluzioni personali e professionali, sui vari social ma anche nella mia newsletter, saprai che sto rimodellando la mia libreria personale! Così quando mi sono ritrovata davanti i due volumi di Teoria della forma e della figurazione di Paul Klee, dovevo decidere se per me avevano un valore e dunque se li volevo con me.

        (Se te lo stai chiedendo non ho mai letto L’arte del riordino di Marie Kondo, almeno alla data odierna; anzi credo che probabilmente leggendolo ritroverei consigli che già applico!)

        Ad ogni modo ho scelto di dare una seconda occasione alle oltre mille pagine tra volume 1 & volume 2, e in questo mio secondo appuntamento in tutta onestà, la prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare qualcuno che lo avesse già letto. Ho chiesto sia a chi conoscevo che a perfetti “sconosciuti”. Il risultato? Non ho trovato nessuno che lo avesse letto!

        Però almeno non sono stata “contaminata” da interpretazioni esterne a me, e questo ritengo che sia sempre un bene.

        Avevo paura di “sprecare” il mio tempo immaginando di rileggere un libro e di non capirlo per la seconda volta, però ripeto stavolta ero più “matura”.

        In Teoria della forma e della figurazione, volume 1; sono raccolte le lezioni che Paul Klee tiene al Bauhaus di Weimar, nel periodo compreso tra il 1920 e il 1921, quindi di fatto, lo ri-leggo a cento anni di distanza dalla sua genesi.

        L’impostazione sotto forma di lezioni preclude una certa scorrevolezza nella lettura, e ho trovato estremamente errata la scelta di inserire immagini in bianco e nero, quando uno degli argomenti è la “Teoria del colore”, soprattutto perché in questa fattispecie “padre Google” (ho una t-shirt made by me con scritto PADRE GOOGLE DAVANTI & MADRE TERRA DIETRO…a mio avviso i due grandi pilastri!) non aveva tutte le immagini “coloured version”.

        Tra queste pagine si affrontano tematiche compositive tali, da aver fatto  guadagnare a Paul Klee, il seguito di quasi tutti gli studenti del Bauhaus a scapito degli altri corsi, che invece rimanevano vuoti, causando un certo malcontento; ma se questa storia ti interessa la puoi leggere nell’introduzione del libro.

        Paul Klee è stato, come si richiedeva nella celeberrima scuola, tanto studente quanto insegnante, perché l’approccio era appunto questo al Bauhaus: sottoporre ai propri studenti i propri lavori in modo da discuterne insieme, in uno scambio capace di arricchire tutte le menti coinvolte nella riflessione.

        In qualità di pittore astratto, Paul Klee fu accusato in più di un’occasione di disegnare in maniera infantile eppure negli studi anatomici che troviamo tra le pagine di Teoria della forma e della figurazione, si evidenzia oltre ad una validissima abilità rappresentativa, anche una consapevolezza di ciò che regola, e che dunque è la regola che sta dietro al funzionamento del sistema muscolo-scheletrico, e per estensione dietro al funzionamento di tutto quanto si voglia indagare (per parafrasare l’autore) nella sua struttura molecolare.

        È certo che un libro di questo genere non è adatto a tutti, ma in fondo quale libro lo è davvero?! Il mio caso specifico dimostra ad esempio, che un libro può andar bene per una persona, ma non per tutte le sue “età”.

        Avevo acquistato questo libro, anzi entrambi i volumi nel 2009, in un momento in cui i miei studi e le mie ricerche personali, si concentravano sull’aspetto (direi che il termine calzante è) pittorico. Ora invece, e credo sia questo l’insegnamento più grande che un “non artista” possa trarre dalla lettura di un testo del genere, è lo stimolo e l’impulso a voler scoprire la struttura profonda e intrinseca che regola i rapporti, tra tutto ciò che compone un determinato sistema. 

        Ovviamente Paul Klee faceva riferimento al sistema “quadro”, ma se lui cercava di sintetizzare in figurazione la musica, parimenti sarà possibile essere mossi (d’ora in avanti), nell’avere e nel coltivare un’attitudine volta alla scoperta delle regole intrinseche e matematiche,che il bravo osservatore sarà certamente in grado di cogliere, e che si trovano praticamente in ogni aspetto di ciò che conosciamo o indaghiamo.

        I quadri di Paul Klee, ma anche tutto ciò che è raccolto in Teoria della forma e della figurazione, a mio avviso non debbono essere giudicati in termini di estetica o di piacere, quanto piuttosto di capacità di indagine della norma e relazione tra le parti, le quali vengono sintetizzate in una composizione che si “figura” (crea, mostra) davanti ai nostri occhi.

        E a supporto di questa mia “lettura” vi è anche il fatto che, sempre parafrasando l’autore:

        l’opera d’arte è divenire, l’aspetto più importante è la sua genesi,
        è il pensiero che sta dietro alle scelte compositive, e dunque creative

        E che cosa possiamo imparare da un pittore astrattista, che ha insegnato nella scuola più all’avanguardia della storia dell’arte e dell’architettura, se non l’astrattismo puro?

        E che cos’è l’astrattismo se non la capacità di dedurre una regola e di applicarla, per astrazione appunto, a qualcosa cui naturalmente parrebbe non aver nulla a che fare?

        Ogni figurazione è movimento, in quanto comincia
        in qualche luogo e in qualche luogo ha termine.

        Ecco allora che “assorbendo” questo testo in termini astratti, sono riuscita a trovare due interessanti “corrispondenze” tra i gesti dell’arte e quelle che possono essere:

        • da un lato, le fasi dell’evoluzione di un individuo nel raggiungimento dei suoi obiettivi nella vita;
        • dall’altro la scelta di quelle che sono le priorità che ci consentono di raggiungere questi obiettivi.

        Quindi da un lato abbiamo la crescita personale, dall’altro un time management efficace, e io stessa mi sono sorpresa nel cogliere questa affinità!

        Cominciamo dal time management!

        Che Paul Klee cerchi la sintesi è cosa conclamata, e questa sua propensione si comprende davvero leggendo Teoria della Forma e della figurazione, perché nelle varie lezioni ed esercitazioni dei suoi studenti, l’obiettivo ultimo è sempre quello di raggiungere l’essenza. (Non vedo l’ora di andare a vedere una sua mostra, con queste nuove consapevolezze).

        Così quando ha iniziato a descrivere ciò che poteva essere “ancora” suddiviso differenziandolo da ciò che era già elemento “individuale” (pagina 264), ho avuto una folgorazione!

        La figura divisibile di questo pesce è mutabile in quanto l’avere 330 scaglie
        invece di 550 è meno importante che avere o no una testa.

        Ecco allora che “assorbendo” questo testo in termini astratti, sono riuscita a trovare due interessanti “corrispondenze” tra i gesti dell’arte e quelle che possono essere:

        • da un lato, le fasi dell’evoluzione di un individuo nel raggiungimento dei suoi obiettivi nella vita;
        • dall’altro la scelta di quelle che sono le priorità che ci consentono di raggiungere questi obiettivi.

        Quindi da un lato abbiamo la crescita personale, dall’altro un time management efficace, e io stessa mi sono sorpresa nel cogliere questa affinità!

        Cominciamo dal time management!

        Che Paul Klee cerchi la sintesi è cosa conclamata, e questa sua propensione si comprende davvero leggendo Teoria della Forma e della figurazione, perché nelle varie lezioni ed esercitazioni dei suoi studenti, l’obiettivo ultimo è sempre quello di raggiungere l’essenza. (Non vedo l’ora di andare a vedere una sua mostra, con queste nuove consapevolezze).

        Così quando ha iniziato a descrivere ciò che poteva essere “ancora” suddiviso differenziandolo da ciò che era già elemento “individuale” (pagina 264), ho avuto una folgorazione!

        Testa, tronco, coda e pinne

        Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

        Segui il discorso con attenzione!

        Pensa come un* bambin* e vedi che se dovessi disegnare un pesce anche tu, sapendo disegnare bene o meno, partiresti da questi stessi elementi. Se vuoi provaci davvero a disegnarlo, poi potrai buttare il foglio ma l’esperienza ti sarà rimasta!

        Queste parti non possono essere ridotte, alterate o eliminate perché altrimenti verrebbe meno la condizione stessa del pesce, della sua individualità.

        Diverso è invece il discorso per le squame le quali venendo eliminate in parte o nell’interezza, il pesce avrebbe ancora una sua veridicità e individualità!

        Semplicemente, afferma l’artista:

        tra il concetto di individuale e quello di divisibile
        esiste dunque un rapporto di differenza di valore.

        Ed ecco la mia associazione: gli elementi fondamentali e irriducibili sono le cose più importanti che vanno fatte durante la giornata, affinché questa abbia un senso di completezza e compiutezza. Queste “cose/task/…” possono essere sia quelle più grandi in termini di tempo che di impegno, ma anche in termini di urgenza. Ad ogni modo questa è la struttura della nostra giornata sulla quale possiamo poi stratificarci delle task secondarie o terziarie, che possono appunto essere le squame, gli occhi, il colore della pelle del pesce, insomma tutto ciò che è accessorio. E per citare Edward de Bono, in Il pensiero laterale: “La divisione migliore è quella più utile.”

        E ora vai con la crescita personale!

        Ribadendo che in questo caso tutto nasce da descrizione dei “gesti dell’artista”, Paul Klee suddivide le fasi della genesi di un’opera in tre azioni progressive (da pagina 333):

        Azioni attive, medie & passive

        Nella mia rilettura, essendo partita dall’assioma che per ottenere un certo risultato finale (opera nel caso di Klee, obiettivi di vita nella mia interpretazione), si deve necessariamente passare per tre fasi, dove l’unica ad essere intenzionale e sulla quale possiamo agire è la prima, ossia quella dove ci sono le azioni attive.

        Dal mio punto di vista, queste sono quelle in cui agiamo intenzionalmente, selezionandole e mettendole in pratica, avendo come intento quello di concretizzare un certo qualcosa che reputiamo importante o significativo per le nostre vite. Questo “qualcosa” è l’azione passiva, perché una volta lanciato il sasso non si può più agire sulla sua traiettoria o intensità di lancio, dunque diventiamo passivi (per quel progetto, ma possiamo essere attivi per un altro nel mentre che il primo si concretizza 😉 ).

        Le azioni medie, sono appunto intermedie, quindi in termini artistici possiamo parlare del momento in cui inseriamo i pesi e le misure, usando colori e intensità ma anche scegliendo un certo tipo di pennellata.

        Rileggendo questa fase di connessione, io direi che nella quotidianità possiamo parlare di quelle che sono le conoscenze, le capacità, le competenze ma anche le persone che incontriamo a cavallo tra l’inizio del nostro percorso e la sua espletazione. Come se appunto facessimo spazio nelle nostre vite, esattamente per quello che è funzionale, benefico e piacevole in questo nostro percorso evolutivo.

        Ecco io non ho letto questo libro con l’intenzione di trovarci dentro queste “interpretazioni” ma sono piacevolmente sorpresa di avercele trovate e mi auguro che queste due semplici indicazioni possano essere una valida traccia sulla quale tu possa costruire e stratificare la tua personale regola, fatta anche dall’unione di diverse regole, il cui obiettivo finale è quello di rendere la tua vita esattamente come la vuoi.

        In fondo Paul Klee è diventato l’artista che oggi e nei secoli a venire verrà ricordato perché è partito dalla struttura, dalla regola, e questo non può che dirci a gran voce: “ Trova la tua regola e applicala in tutto ciò che fai”.

        L’uomo non è compiuto. Ci si deve mantenere in evoluzione.

        Altre citazioni

        Imprimere al divenire il carattere dell’essere è questa la suprema volontà di potenza.

        Friedrich Nietzsche

        Che è un artista così staccato dalle cose del mondo, un simile sognatore, non poteva essere un maestro.

        OSKAR SCHLEMMER – Presidente del consiglio studentesco del l’accademia di Belle Arti di Stoccarda

        Vedo con piacere, che ormai tutti gli scogli sono superati.

        Walter Gropius – In una lettera a Paul Klee

        Quale modello di totale dedizione al proprio lavoro, noi tutti abbiamo da imparare da Klee: e indubbiamente abbiamo imparato.

        Vasilij Vasil’evič Kandinskij

        Altre citazioni di Marcello Barison

        In nessun caso, quindi, la pittura narra o descrive qualcosa.

        L’ “operità” dell’opera è il suo mantenersi, in sé raccolta, in uno stato di quiete.essa permane nella riposo del suo aspetto.

        Il divenire si regge sull’essere.

        È il divenire, ciò che proibisce alle forme di mantenersi in coerente identità con se stesse.

        Pensare la forma nel divenire significa pensare una discontinuità nel suo flusso.

        Altre citazioni di Paul Klee

        Si sostiene che Ingres abbia posto ordine alla quiete, io vorrei, al di là del pathos, porre ordine al movimento.

        La forma non è quindi mai e poi mai da considerarsi conclusione, risultato, fine, bensì genesi, divenire, essenza… Buona è la forma come movimento, come fare: buona è la forma attiva, cattiva è la forma come quiete, come fine.

        Solo nel movimento è possibile la molteplicità delle sfumature.

        Non è possibile determinare 1:00 localizzazione poiché il flusso, la linea di corrente, trascina via con sé, dolce ma sicura, tutto quanto è stabile.

        Vogliamo non già la forma, bensì la funzione.

        Dobbiamo compiere tranquillamente ciò cui aspiriamo.

        Ché un appassionato impulso alla chiarificazione è indubbiamente connesso ai grandi mutamenti del nel modo di vivere.

        In arte il vedere non è altrettanto essenziale del rendere visibile.

        Chi in questi ultimi anni, significativi anni, si sia occupato seriamente di arte figurativa, non può non sapere chi io sia.

        Mobilità evidente può nascere solo dal progressivo aumentare o diminuire di quantità e qualità dell’energia impiegata.

        Per due ore ho parlato da uomo a uomo con l’uditorio.

        Perché assieme le cose devono procedere, altrimenti nonna procederebbero affatto.

        Scopo del suo insegnamento era di indicare l’elemento vitale della figurazione, rivelarlo mediante una struttura in movimento, e fissare l’elemento normativo in semplici direttrici.

        Ci si aggrappa alle teorie perché si teme la vita, si ha paura dell’incertezza.

        L’arte non si può insegnare, il mestiere sì.

        Di fronte a un’opera, egli si pone il problema se la rappresentazione renda l’essenza dell’oggetto oppure solo l’involucro del fenomeno ottico esteriore.

        Il geometrico e astratto, nel pensiero di chi si umanizza.

        L’uomo non è compiuto. Ci si deve mantenere in evoluzione.

        Soltanto nella movimento è possibile la molteplicità delle sfumature.per diventare più precisi, bisogna impoverire.

        Il caos è una condizione di disordine delle cose.

        Non è possibile determinare la localizzazione poiché il flusso, la lieve corrente, trascina via con sé, dolce ma sicura, tutto quanto è stabile.

        Comincio la donde ha effettivamente inizio la forma figurativa: dal punto che si mette in movimento.

        La figurazione è legata al movimento.

        Sarà della buona pittura non è che questo: mettere i colori giusti nel posto giusto.

        Sulle antitesi si fondano le espressioni di forza.

        Tridimensionale è l’opera nella quale si possono chiaramente distinguere interno ed esterno.

        La forma attiva è un fare.si muove, non è un essere quieto ma azione.

        Formalismo e forma senza funzione.

        Spesso le vie sembrano nuovissime, senza forse esserlo in sostanza: nuova è solo la loro combinazione, o meglio esse sono nuove rispetto al numero e al tipo delle vie di ieri. L’essere nuovo in rapporto all’ieri, ecco una caratteristica pur sempre rivoluzionaria.

        L’artista d’oggi è qualcosa di più di una perfezionata macchina fotografica: è più complesso, più ricco, più esteso.

        Noi costruiamo e costruiamo, ma l’intuizione resta pur sempre un’ottima cosa…

        Si impara quel modo peculiare di progresso che consiste nello spingersi criticamente a ritroso, nella direzione del prima, sul quale cresce il poi.

        Ma il genio non  è diligenza.

        Irregolarità significa maggiore libertà senza violazione della legge.

        L’arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile.

        Il movimento sta alla base di ogni divenire.

        Ogni energia esige un completamento.

        L’arte è una similitudine della creazione.

        Spostare il centro di gravità osservando con nuovi mezzi.

        Un essere che differisce da voi solo perché sa cavarsi d’impaccio con i suoi soli, specifici mezzi e che perciò a volte è forse più felice di chi non crea, di chi non può liberarsi creando.

        Tormentato e commosso dalla possanza di quel fluire, egli trasmette nell’opera ciò che ha visto.

        Si possono comparare sale e zucchero, ma non la sapidità e la dolcezza.

        Ci somiglia ancora poco!

        Nella sua forma presente, è questo l’unico modo possibile!

        La leggenda dell’infantilismo del mio disegno.

        Noi ricerchiamo le vie seguite da altri nella creazione delle loro opere, per esserne stimolati a metterci in cammino per conto nostro.

        Particolare metodo di analisi consiste nell’esaminare l’opera nei vari stadi della sua formazione.

        Plasmare liberamente una figura, in base alla legge stessa.

        La parola “stimolato” sta l’intera premessa all’inizio di una attività.

        La via è essenziale e determina il carattere.

        La formazione determina la forma e pertanto la trascende. La forma non è quindi mai e poi mai da considerarsi conclusione, risultato, fine, bensì genesi, divenire, essenza.la forma come apparenza è però un maligno, pericoloso fantasma. Buona la forma come movimento, come fare: buona è la forma attiva, che attiva la forma come riposo, come fine. Cattiva è la forma che si subisce, la forma compiuta. Buona è la formazione, cattiva è la forma, perché la forma è fine, è morte.

        Ogni figurazione in movimento, in quanto comincia in qualche luogo e in qualche luogo a termine.

        (…) l’uomo allora viene un mattone, un elemento di costruzione.

        Il tutto è movimento, il movimento tende ad attuarsi nel tutto.

        L’individuo felice, ovvero gli individui felici, sono coloro i quali sono in grado di coordinarsi esattamente alla struttura e alla norma su un’ampia superficie, senza nuocere al proprio carattere individuale.

        QUESTA CITAZIONE è IN PARTE PARAFRASI

        Condizioni che non si possono spiegare, perché in campo figurativo è impossibile proiettare immagini interiori in modo che siano del tutto o quasi realtà.

        “Carattere strutturale“ sta ad indicare un carattere di visibile dell’articolazione.

        Poetare significa scegliere e collocare armonicamente le parole in modo che ne risultino immagini penetranti.

        Ogni opera comincia in qualche parte.

        Occorre chi sappia ascoltare.

        L’artista cerca la stringatezza non l’abbondanza delle parole.

        Quando dei corpi so toccano, si manifesta una certa siete di avventura; se questo non avviene, meglio mantenere la distanza, e la distanza dovrà mantenersi armonica.

        Quando c’è semplicità è facile distinguere l’ordine.

        Creare, con poco, un’abbondanza spirituale.

        Lo sviluppo della forma richiede molto meno energia della sua determinazione.

        Non bisogna dunque porre mente alla forma quanto piuttosto alla formazione, attenersi alla via.

        Gli studi si differenziano dalla teoria per il loro aspetto pratico: (…) fare per potere.

        Il risultato artistico si raggiunge soltanto quando insorgono complicazioni (…) È stato reso visibile qualcosa che, senza lo sforzo di renderlo visibile, non si sarebbe potuto conoscere.

        Il quadro non ha fini particolari, ha il solo scopo di farci felici.

        La somma delle naturali esperienze costituisce infatti il nostro sapere.

        Dobbiamo lavorare tranquillamente a seconda della nostra inclinazione.

        Se un quadro è buono, deve appagarci interiormente, anche se si prescinde dal suo contenuto.

        La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell’opera. Tutti coloro che coltivano lo spirito sono capaci di percorrere a ritroso il processo della creazione, soltanto i creatori lo percorrono in avanti.

        Il bello è brutto e il brutto è bello.

        Ma c’è un fenomeno al di sopra di tutte le cose colorate, questo fenomeno è l’arcobaleno.

        Il colore mi possiede; non ho bisogno di andarne in cerca. Mi ha per sempre e io lo so. Questo è il senso dell’ora felice: io il colore siamo una cosa sola. Sono Pittore.

        Per il movimento ininterrotto la direzione non conta.

        Comincia dal suo nulla, vale a dire dal culmine del colore vicino.

        Info bibliografiche

        Titolo originale: Das bildnerische Denken

        Autore: Paul Klee

        a cura di: Marcello Barison

        Prima pubblicazione: 1956

        Prima pubblicazione in Italia: Dicembre 1959

        La mia edizione: 2009

        Editore italiano: Mimesis

        Collana: –

        Genere: Arte

        Numero di pagine: 509 (illustrazioni incluse)

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        Seguito daTeoria della forma e della figurazione – Vol.2  Paul Klee

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