I principi del successo sono un gioco da bambini

I principi del successo sono un gioco da bambini

Libro Ray Dalio

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

I principi del successo sono un gioco da bambini…ma anche di squadra

Hai presente quando senti un adulto dire ad un bambino: “Non ascolta per niente!” ebbene lo sta dicendo a se stess*. Ma allora che fare quando è l’adulto per primo a non voler ascoltare? A non voler capire che ciò che desidera è a portata di mano, se solo si mette in testa qualche nuovo e utile principio? Ray Dalio risponde a queste domande con questa graphic novel, che è la trasposizione del suo best seller I principi del successo. Ciascun adulto ha in sé un bambino e questo manuale in versione illustrata, parla proprio a quella parte di noi! Il vantaggio è che se non capiamo possiamo chiedere al primo bambino che ci capita a tiro di spiegarci quanto davvero sono semplici i principi, che servono per portare la nostra vita da dove siamo a dove vogliamo andare. La pratica certamente è una “cosa” un po’ più articolata, ma questo libro è un bellissimo altro modo per dirci che La felicità in questo mondo esiste!

28 MAGGIO 2023 – TORINO

GROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

I principi del successo di Ray Dalio. Ecco la mia recensione

 

La saggezza con I principi del successo in versione illustrata di Ray Dalio, è a portata del bambino che è in noi. L’incipit semplice è: decidere cosa fare e avere il coraggio di farlo!

I principi sono, in sostanza, gli ingredienti chiave del successo

PRIMO PRINCIPIO: Pensate con la vostra testa, mantenendo la massima apertura mentale 

Il tempo è come un fiume che scorre spingendoci sempre avanti e portandoci così ad affrontare nuove realtà e quindi ad allenare la nostra capacità di prendere sempre nuove decisioni. Avere la capacità di “pensare con la propria testa” è imperativo nello sviluppare il proprio decision making! A volte, indipendentemente dal periodo della nostra vita in cui ci troviamo, prenderemo delle scelte buone che ci “premieranno”, mentre altre volte ne prenderemo di cattive che ci causeranno dei danni a cui poi dovremmo porre rimedio. Come ridurre la percentuale di volte in cui prendiamo la scelta sbagliata? Allenando la nostra apertura mentale abituandoci ad ascoltare chi e cosa ci circonda e quando necessario, a mettere in discussione anche le nostre idee a vantaggio di altre che ci si palesano come oggettivamente migliori delle nostre.

SECONDO PRINCIPIO: Per poter prendere delle buone decisioni, è indispensabile conoscere la verità

Esistono delle regole che sfuggono al nostro controllo come ad esempio le leggi naturali. Come dobbiamo rapportarci a questa consapevolezza? Accettandole in quanto tali per usarle a nostro vantaggio così che la loro elaborazione e profonda conoscenza, ci consenta di “farle agire” in armonia con i nostri stessi principi.

In ogni contesto ottenere la consapevolezza più elevata che si possa trovare ci consente di avere contezza del maggior numero possibili di variabili che andranno poi ad influenzare il buon esito (o meno) delle decisioni che abbiamo preso.

Ogni persona di successo a seguito dei principi che gli hanno permesso di diventare tale

III PRINCIPIO: Sogni + realtà + determinazione = una vita di successo

Una formula tanto semplice nella sua definizione, tanto ardua nella sua applicazione.

Tutti abbiamo consapevolezza del significato di ciascuna di queste parole, eppure al venir meno anche di una sola di questi “concetti”, il risultato si annulla poiché esistono esclusivamente in un rapporto di interdipendenza reciproca.

Una delle mie competenze professionali è quella di SEO Specialist, e nella SEO (semplificando) l’ordine delle parole va da quello più importante a quello che è meno significativo. In questa formula troviamo che i sogni vengono messi come primo punto dal quale partire, come prima leva capace di azionare una serie di reazioni a catena, grazie alla determinazione, in modo da portare qui sogni nella nostra realtà tangibile e non più in quella immaginata nella nostra mente. Partire dal sogno dunque? Eppure posso affermare e procedendo nella lettura scoprirai meglio il mio punto di vista in questo, che quando manca la determinazione di fatto ci precludiamo la possibilità di trasformare quelli che sono i nostri sogni in realtà e quindi di avere quella vita di successo che abbiamo immaginato all’inizio del nostro viaggio. Dunque dipende da quanto davvero vogliamo manifestare un determinato sogno, quanto ad esso ci aggrappiamo spogliandolo della sua immaterialità per dargli una sua oggettiva consistenza.

Ma che cosa significa vivere una vita di successo?

IV PRINCIPIO: Sofferenza + riflessione = progresso

Il processo per oggettivare un sogno, per definizione, richiede un suo tempo. E questo è qualcosa che dobbiamo accettare! È naturale che quelle che sono le nostre debolezze fintanto che non impariamo, ci inducono in errore di fronte ai problemi che immancabilmente si frapporranno tra di noi e i nostri obiettivi. Ciò nonostante ostinarsi a pensare che sarebbe grandioso non avere debolezze e fragilità, di fatto ci fa perdere tempo allontanandosi ancora di più da quella che è la realizzazione del nostro successo.

Quando c’è un blocco, un dolore, una resistenza o una fragilità va accolta e ponderata, perché appunto solo riflettendo da più punti di vista (sofferenza + riflessione) saremo in grado di evolvere e quindi avanzare nel nostro percorso che Ray Dalio in I principi del successo sintetizza in un “Processo in 5 passi 

Se applichi i cinque principi di Ray Dalio entri nella spirale del successo 

Tutto molto bello e semplice sembrerebbe, almeno in teoria! Quindi ecco quali sono i cinque principi del successo di Ray Dalio, o meglio i 5 passi che ci portano da sogno a successo!

1. Obiettivi

Priorità, priorità e ancora priorità! Così come nella gestione del tempo stabilire delle dei diversi livelli di urgenza, anche nella pianificazione dei nostri obiettivi è assolutamente imprescindibile stabilire quale sia più importante rispetto ad un altro. Non è funzionale perseguire troppi obiettivi contemporaneamente, soprattutto se non sono collegati tra di loro. Scegli quindi quelli che sono i tuoi obiettivi più importanti in questo momento della tua vita, e tenendoli sempre chiari in mente arricchendoli di dettagli giorno dopo giorno, continua il tuo viaggio per realizzarli.

2. Problemi

Assunta la consapevolezza “gerarchica” di quelli che sono i nostri obiettivi prioritari, sarà importante comprendere che le nostre debolezze insieme ai nostri punti di forza sono ciò che ci caratterizza, e che quindi farà la differenza nel superare l’immancabile problema. Sarà soprattutto grazie all’equilibrio di forza e debolezza che avremo la reale capacità di agire e riflettere su quelli che sono i problemi che si frapporranno inevitabilmente tra noi e i nostri obiettivi. Insomma, stampatelo bene in testa: ci saranno sempre problemi ma uno dei regali più grande che possiamo farci è quello di accoglierli come preziosa occasione di miglioramento (mi sembra una delle frasi tipiche che usavo quando rispondevo alle recensioni di uno dei miei clienti).

3. Diagnosi

Il modo migliore per risolvere i problemi e andare alla loro radice e soprattutto perché spesso in molte delle nostre “cadute” vi è una radice comune. Capire il perché si è verificata (o ri-verificata) una certa situazione ci darà la consapevolezza per trovare una strada alternativa, in modo da spezzare il circolo vizioso o la battuta d’arresto nella quale siamo incappati.

4. Progettazione

Il processo di diagnosi è chiaramente qualcosa che possiamo fare sia da soli che con il supporto di qualcun altro, così come anche la fase di progettazione. Nell’ideale disegno a spirale che Ray Dario ci propone a pagina 51 notiamo come la fase di progettazione è quella più complessa infatti la indica in con una linea tratteggiata di colore rosso proprio perché ci permette di evolvere davvero! Seppur curvo il suo andamento infatti è una linea con un alto coefficiente di pendenza proprio perché il cambiamento è sì difficile, ma anche estremamente rapido. Come superare la difficoltà emotiva di questo momento? Immaginati già sulla cima della “montagna”!

5. Azioni

Agire. Troppo spesso ci si focalizza troppo solo su questo aspetto del raggiungimento dei propri obiettivi e quindi nella concretizzazione della vita di successo che ci si è immaginati. Ma la verità è che se non si è compreso davvero cosa ci limita nella reale concretizzazione di questi obiettivi, rimarremo in una situazione stagnante. Potrebbe essere che abbiamo dei problemi di abitudine, di conoscenze e competenze, di metodo, di organizzazione, di ambiente o magari (molto più frequente) di mindset e quindi abbiamo davvero tutto quello di cui abbiamo bisogno per realizzare i nostri sogni trasformandoli, ma non ne abbiamo davvero consapevolezza e quindi assumiamo un atteggiamento respingente. Azione e switch mentale vanno quindi in parallelo!

Più sali più quando cadi ti fai male

La caduta ci suggerisce Ray Dalio in I principi del successo è qualcosa che dobbiamo aspettarci in maniera ciclica, proprio perché è la nostra grande occasione per crescere! Augurarci di non cadere mai è concettualmente sbagliato: l’approccio corretto è invece quello di pensare qualcosa che suona più o meno così: “mi impegnerò a trarre beneficio da ogni singola caduta!“.

Le prime cadute sono quelle più dolorose soprattutto in quei casi in cui investiamo tutto ciò che abbiamo nel perseguimento di un determinato obiettivo. Rimanere con poco o persino quello che ci sembra nulla, atterrisce come poche altre cose al mondo; eppure non è la cosa più tremenda che potrebbe capitarci. Perché la cosa più annichilente che potrebbe capitarci è perdere la determinazione nel perseguire il nostro successo, anche se in corso d’opera magari ci ritroveremo a dover tracciare una nuova definizione di “vita di successo”. È una challenge continua e costante dove solo i più determinati restano in gara volendo fare un parallelismo con quanto affermato da Tony Robbins in Incrollabile.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

I problemi sono come indovinelli

La domanda magica che Ray Dalio ci suggerisce è:

“Che cosa dovrei fare la prossima volta,

in una situazione come questa?”

Rimanere focalizzati ed essere determinati nel voler trasformare i propri sogni in realtà non significa avere esattamente chiara la “visione” in tutti i suoi dettagli sin da subito anzi tutt’altro! All’inizio la vision, almeno nella maggior parte dei casi è nebulosa, e l’unica immagine che è chiara è quella finale, mentre le tappe intermedie sono tutte da scoprire. In questo percorso ci sono e ci saranno sempre tante, tantissime buche in cui si rischia di cadere insieme agli ostacoli che dovremo superare per evitare cadute rovinose da cui rialzarsi.

Ma il segreto sta esattamente qui: nello stratificare un’esperienza tale da ridurre le cadute e nell’acquisire la capacità di rialzarsi nonostante l’ennesima caduta perché l’obiettivo non è rimanere lì a terra ma è raggiungere quello che per noi significa successo! A volte rialzarsi è qualcosa che riusciamo a fare da soli a volte invece è qualcosa che che ci serve l’aiuto dell’aiuto di qualcun altro. Ma comunque è uno degli atti che richiedono più coraggio a chiunque voglia rimanere in gara per realizzare la vita che ha sempre desiderato.

Ce lo ricordiamo?

Sofferenza + riflessione = progresso

Rischio e beneficio: Il successo fa per te?

Come dice Veronica Benini successo significa far succedere le cose! Ma non tutte le persone riescono a sopportare il peso della frustrazione iniziale, l’impatto emotivo delle battute d’arresto e dei momenti in cui l’evoluzione e il percorso non è come ci si aspettava che fosse. In effetti anche fare trekking non è cosa per tutti se ci si pensa, soprattutto perché più si sale più l’aria diventa rarefatta.

Anzitutto dobbiamo accettare che rischio e beneficio sono uniti tra di loro e che non si può escludere l’uno per avere solo l’altro. Ciò che dobbiamo cercare però è l’equilibrio andando a bilanciare tanto i rischi quanto i benefici.

Ma quando il rischio supera i benefici è anche il momento in cui ci rendiamo conto se vogliamo davvero quello che avevamo visto come nostra idea di successo e quindi se siamo disposti a rimanere seduti al tavolo da gioco in vista dell’obiettivo finale che comunque resta, oppure se ci rendiamo conto che era soltanto un mito a cui aggrapparsi per distogliere la nostra attenzione da quello che nella nostra vita era il vero (e difficile) focus.

Bene quindi rendersi conto che magari un certo progetto non fa per noi, perché appunto possiamo sempre cambiare strada e dedicarci davvero a quello che ci fa sentire appagati realizzati al punto da trovare davvero il coraggio di affrontare tutto quello che ci capita e, anche se può sembrare una contraddizione, di avere il coraggio di accettare l’aiuto degli altri per superare insieme le difficoltà! Ovviamente ricordiamoci di scegliere bene a chi “affidarsi” soprattutto quando si è fragili.

Point of view / V PRINCIPIO: La barriera dell’ego è la barriera del punto cieco

Uno dei passi più importanti nell’auto-realizzazione è quello di imparare ad accettare punti di vista diversi dal nostro.

Ma qual’è il beneficio nell’accettare un punto di vista diverso dal nostro? In primo luogo una persona diversa da noi andrà ad individurare quelli che sono i punti su cui dobbiamo andare a lavorare: i nostri “punti deboli” perché con più facilità rispetto a noi avrà capacità di individuarli.

Ma sai qual’è l’altro vantaggio del confronto con un’altra “bella testa”? Che saprà portare luce sui nostri punti ciechi! Avere punti ciechi è qualcosa di assolutamente naturale, perché appunto ciascuno di noi ha una serie di punti di vista che si differenziano (per fortuna) da quelli degli altri. Unire queste diverse angolazioni ci consente di avere una visione d’insieme sempre più chiara.

Un ottimo paragone in questo senso è quello della stampa in 3D, dove appunto vengono fatte centinaia e centinaia di foto ad uno stesso oggetto da diverse angolazioni, proprio per coglierne il massimo dei dettagli. Solo allora si potrà procedere con la stampa e quindi con l’azione! Te lo ricordi vero il secondo principio?!

Disaccordo ragionato

Invece di rifuggire dal punto di vista altrui quindi, cerchiamo sempre di metterci in contatto con persone che hanno grande capacità di osservazione e un’intelligenza marcata, in modo tale da avere sempre una maggior consapevolezza possibile di quella che è la giungla in cui ci stiamo muovendo.

Scegliere intenzionalmente di esporsi ad un contraddittorio intelligente è sicuramente il modo migliore che abbiamo per “accendere la luce” e iniziare a vedere una vita “a colori”, così potremmo cogliere tutte le sfumature (tanto al positivo quanto al negativo) dei luoghi in cui ci troveremo a “viaggiare”.

Pensiero indipendente

Spesso quando inizia un nuovo percorso, in particolar modo quando imbocchiamo quella strada che ci condurrà verso il raggiungimento dei nostri obiettivi, ci sentiamo profondamente soli. Ci sentiamo come se la realtà che stiamo vivendo noi, venga vissuta per la prima volta e che in quel momento siamo gli unici a viverla e non c’è assolutamente nessuno su qui fa poter fare affidamento. Abbastanza demotivante in effetti!

La realtà però è che davvero tutte quelle persone di successo che hanno raggiunto e portato nella loro realtà ciò che rispecchiava la loro definizione di successo, sono passati esattamente per questi stessi stati mentali. Una bella compagnia noh?!

E questo succede perché di base essere umano ha paura dell’ignoto; ciò che differenzia le persone di successo da chi sceglie la serenità della certezza di una strada già battuta, è che i primi accolgono questa paura e la affrontano mentre gli altri scelgono strade che sono già state illuminate da altri. A te capire in quale delle due tipologie di persone ti identifichi.

Spoiler: il successo non è raggiungere i propri obiettivi!

Ma come?! Già, è così.

Successo significa creare delle relazioni significative mentre si perseguono insieme gli stessi obiettivi, avanzando tutti insieme e creando dei nuovi obiettivi condivisi, mentre si ci si prende reciprocamente cura l’uno dell’altro. In questo è fondamentale attrarre nella propria vita le persone giuste al momento giusto, in maniera tale che il lavoro che si andrà a fare in maniera sinergica porterà autentico, stabile e duraturo miglioramento nelle vite di tutti. Da notare che duraturo non significa necessariamente eterno, significa però che nel tempo della sua durata questa relazione verrà vissuta al meglio per essere appagante e degna di essere vissuta.

Your turn!

Ora che si conoscono quelli che sono i principi del successo di Ray Dalio e probabilmente il prossimo passo da fare è certamente quello di comprendere se quanto ci suggerisce risuona con noi e quindi se accogliamo di introdurre l’applicazione di questi principi all’interno della nostra vita e e soprattutto se questa risonanza gradualmente sarà in grado di aiutarci a definire quelli che sono i nostri personali principi per il successo. Ebbene si! Ciascuno di noi oltre a beneficiare delle regole universali di alcune regole universali, si troverà ad applicare anche le sue e questo è un grande vantaggio conoscere quelli che sono i nostri principi è un grandissimo vantaggio perché ci consentirà di rapportarci al meglio sia con le persone che incontriamo ma anche con tutte le circostanze che ci troveremo ad affrontare per portare nella nostra vita è successo che abbiamo immaginato.

Sinossi

Questo adattamento illustrato de “I principi del successo” trae ispirazione dall’omonimo bestseller di Ray Dalio, rivisitandolo in una nuova versione adatta ai lettori di tutte le età. Il volume contiene i principi fondamentali, nella vita e nel lavoro, che hanno permesso al suo autore di diventare una delle persone di maggior successo al mondo: tra i tanti, come stabilire i propri obiettivi, come imparare dai propri errori e come collaborare con gli altri per ottenere risultati eccellenti. Destinata sia a chi già conosce i contenuti de “I principi del successo”, sia a chi li scopre per la prima volta, questa graphic novel è un importante punto di partenza per chiunque voglia conquistare finalmente lo stile di vita desiderato.

Info bibliografiche

Titolo originale: Principles for success (inglese)

Titolo: I principi del successo

Autore: Ray Dalio

Prima edizione: 2021

Prima edizione italiana: 9 luglio 2021

La mia edizione: IV edizione – 2021

Editore italiano: Hoepli

Collana: Management

Genere: Auto aiuto

Numero di pagine: 158

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Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

Poesie d'amore in inglese: La verità, vi prego, sull'amore di Wystan Hugh Auden

POESIA

Il romanticismo “cantato e divertito” del poeta inglese Auden in bilico tra rettitudine e disonestà

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden è una raccolta di poesie il cui titolo (forse) ci trae in inganno. Non è il romanticismo che ci aspettiamo, anzi forse abituati a leggere altro (penso a Ritsos e Neruda) ci troviamo davanti ad una forma decisamente diversa di romanticismo. In questa raccolta infatti qualche punto interrogativo sull’amore Auden se/ce lo pone e rimane tale! L’insegnamento?è che alla fine la verità (su qualsiasi cosa?!) è quella che ciascuno di noi assume come tale. La verità sull’amore è dunque soggettiva. L’unica parte oggettivata è che servono due persone che condividono connessione, prospettive e intimità nelle loro innumerevoli forme.

19 MAGGIO 2023 – TORINO

POESIA

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden. Ecco la mia recensione.

La verità vi prego sull’amore di Wystan Hugh Auden è una raccolta di poesie il cui titolo ci trae (forse) in inganno.

Ho comprato questo libro a Como, la prima volta che ci sono stata (data di acquisto 8 Maggio 2023). Ero davvero di fretta e come sempre quando entro (capiterà anche a te) in una libreria nuova, ci metto un po’ ad orientarmi. Volevo leggere poesie, ‘che avevo il cuore e la mente leggeri, perché alleggeriti da quei giorni di off. Inizio a cercare.

Il titolo mi cattura ed ha il testo a fronte in inglese, decisamente un plus! Penso che non ricordo l’ultima volta che ho letto qualcosa in inglese, salvo Alice nel paese delle meraviglie molti anni fa e gli ultimi Haiku che mi sono fatta arrivare da Londra.

Il tempo stringe, devo andare in stazione per fare tappa a Milano e poi di nuovo Torino.

Sfoglio, sorrido, scambio qualche parola con la signora che è lì vicino a me, lo compro.

La lettura inizia in treno.

Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un’assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l’aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami,
o al salame dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare i lama,
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ben liscio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull’amore.

I manuali di storia ce ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po’ di pace?
La verità, vi prego, sull’amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
lì non c’era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l’aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull’amore.

Mi hanno detto che non puoi dimenticare
quello che provi quando lo incontri,
l’ho cercato da quando ero un bambino
ma non l’ho ancora trovato:
sto per avere trentacinque anni
e ancora non so
che tipo di creatura può essere
che riesce a turbare così.

Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull’amore.

La verità vi prego sull’amore

L’amore è come un un album di fotografie 

Uno degli aspetti che più mi ha colpita di La verità, vi prego, sull’amore è il suo essere assolutamente pittorico. Per meglio dire: immediato, come una fotografia in bianco e nero che osservi con attenzione nei dettagli. Un’immagine, un ricordo nel quale ci si immerge volentieri. Sembra quasi un diario in cui Auden raccoglie i suoi ricordi mentre egli stesso viaggia (con il corpo e/o con la mente?). Ci sono immagini di amori vissuti (Ninnananna), di amori sfuggenti (Johnny), ma anche della sensazione di paura e perdita che la guerra porta nelle nostre vite (Oh, cos’è quel rumore), e di consapevolezza verso la vita stessa che sempre va avanti nonostante l’amore perduto.

Ci insegna Auden:  pensare serve, trovare ricovero e ristoro in un abbraccio o accasciati sotto un albero quasi a volerci nutrire della sua linfa, anche! Ma ad un certo momento agire e risollevarsi (Sotto un salice prostrato), avendo fiducia che la strada che si sta per imboccare è quella giusta. Insomma guardiamo tutte le fotografie che sono la nostra vita, sfogliamo questo bellissimo album, ci emozioniamo e poi ci rimettiamo in marcia.

Segua al pensiero rapida l’azione.

A che serve pensare?

Sotto un salice prostrato

Penso sia quest’ultima parola: marcia il senso di unire in una stessa raccolta storie/fotografie/poesie di guerra e di amore.

Forse perché ho finito da poco di leggere Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij, eppure trovo in questi due libri dei parallelismi prima di tutto fonetici e poi di ritmo, che ciascuno dei due autori ha conferito ai proprio versi. A pensarci entrambi hanno vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, seppur Auden negli inglesismi “bene” e Majakovskij nel pieno della rivoluzione russa!

Recensirli “vicini” in termini temporali, è stato un caso interessante!

Per quanto il libro sia smilzo, nel chiuderlo sentirete e vi direte non quanto è grande questo poeta, ma quanto umani siete voi.

Intro: qualche parola per dieci poesie

Che suono ha? L’amore…

…o strimpellando corde sbrindellate?

 

La verità, vi prego, sull’amore

Oggi, rispondo che l’amore ha il suono di un chitarrista blues che suona solo per te nella sua casa tra le montagne mentre ti guarda dritto in faccia, con i suoi occhi color del cielo ma infiammati come la lava. L’amore ha il suono delle lacrime che cadono di gioia. L’amore ha il suono della natura, dell’acqua, delle foglie e del silenzio rotto solo dal respiro quieto, dai battiti del cuore, dal suono della pelle quando la accarezzi, dalle risate e sorrisi condivisi. E ancora, dal vino che viene versato e goduto come da tutti i suoni che il piacere del corpo e della mente origina.

Questi per me sono i suoni dell’amore, certa che nel tempo saranno la base per altre definizioni.

Wystan Hugh Austen invece, è come se brancolasse nel buio. Ecco allora che cerca un confronto con il lettore, non a caso il titolo originale è Tell me the truth about love, configurandolo alla stregua di una supplica; facendoci naturalmente immaginare un “Oh” all’inizio così da diventare “Oh, ditemi la verità vi prego! sull’amore.”

E nel mentre che la risposta gli arriva (?) vi abbina qualsiasi suono (La verità, vi prego, sull’amore). Come detto, passa da quello rumoroso della guerra, a quello concitato delle corse dei cavalli (La verità, vi prego sull’amore), a quello di un bisbiglio (Ninnananna), di un uomo innamorato che canta per la strada (Una sera che ero uscito a spasso) o gioioso di una festa dove le vesti brillano e tintinnano come anche i gioielli (Johnny).

Udii un innamorato che cantava

Una sera che ero uscito a spasso

E se di suono vogliamo parlare, non ci si può che soffermare sulla musicalità intrinseca dei versi di W.H.Austen! Anche in questo caso il consiglio è leggere le dieci poesie raccolte in La verità, vi prego, sull’amore in lingua inglese originale. Te le farà percepire (o meglio udire) in tutt’altra maniera, specie se scegli di leggerle ad alta voce come ho fatto io. La bellezza di leggere ad alta voce l’ho sperimentata leggendo Le mille e una notte, ma anche le Poesie di amore e libertà di Jacques Prévert, o anche le prime pagine dell’Isolario italiano di Fabio Fiori quando mi sono ritrovata… (ne parlo nell’articolo).

Sarà che Wystan Hugh Auden nasce come drammaturgo (si lo so che con questa parola viene subito in mente Shakespeare), ma in questi versi, soprattutto ascoltando anche la nostra stessa voce mentre li leggiamo, non possiamo fare altro che sorridere per il suono che producono e per l’ironia di cui sono intrisi. Un invito a prendere con ironia la vita stessa? Certamente è questa una buona chiave di lettura.

C’è sempre un’altra storia,

c’è più di quello che si mostra all’occhio.

 

Alla fine il segreto viene fuori

 

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

In amore e in guerra

Si dice che in amore e in guerra tutto è lecito, e lo si dice come se queste due realtà fossero distanti tra di loro. Eppure qui, tra queste pagine, sembra come se questi due grandi temi facciano da pilastri in questa breve raccolta di poesie inglesi. Certamente enfatizzano il concetto chiave che è quello della dualità: parola d’ordine per leggere questo piccola quanto potente raccolta. Tutto in questi versi si muove costantemente fra due metà: tra il tangibile e il perduto, tra ciò che abbiamo e ciò che vorremmo, tra la gioia e la paura, tra la pace e il frastuono.

Ritengo assolutamente ben riuscito il “promemoria” che sempre dobbiamo confrontarci tanto con il dritto che con il rovescio della medaglia, e che tal volta dobbiamo astenerci dal dare per certa una determinata realtà, perché è mutevole per cagione nostra o altrui.

Ciò che conta e che quindi Auden ci insegna, è la caducità della vita (ecco che la guerra diventa simbolo), invitandoci quindi a viverla appieno nel presente senza sprecarne nemmeno un semplice bisbiglio.

[…] ma da questa notte

non un solo bisbiglio, né un pensiero,

non un bacio o uno sguardo sia perduto.

/

[…] but from this night

not a whisper, not a thought,

not a kiss nor look be lost.

Ninnananna

 

 

 

Sinossi

“I temi di queste poesie sono l’amore e la disonestà-i due poli tra i quali ci siamo trovati a soggiornare nel nostro secolo, pronti a gloria Arci della loro occasionale divergenza ma bravissimi, anche quando siamo sfortunati a conciliarli tra loro a fonderli insieme. Ci sono buone ragioni se versi del poeta oscillano tra la più intensa tenerezza e parossismi di indifferenza, e se da questo oscillazioni nasce uno stridente li lirismo che non ha precedenti”. Così scrive Brodskij presentando queste 10 poesie di Wystan Hugh Auden. Composte negli anni 30 e impregnate di un angoscioso “odore del futuro” esse parlano all’amore nella varietà dei suoi stati, dall’esaltazione alla desolazione. Con un vago tono di ballata sul fondo, e quasi sfidando una musica seguirli, questi versi hanno un “timbro tagliente” che incide le parole nella mente annientando ogni ostacolo. Li abbiamo appena letti che già navigano nella nostra circolazione, come qualcosa di intimo e insieme remoto. Accade di rado con la poesia di questo secolo e non meraviglia che numerosissimi lettori li abbiano scoperti di recente: forse da tempo, senza saperlo le stavamo cercando.

Poesie

  1. La verità, vi prego sull’amore
  2. Canzone
  3. Sotto un salice prostrato
  4. Calypso
  5. Una sera che era uscito a spasso
  6. Ninnananna
  7. Alla fine il segreto viene fuori
  8. Oh, che cos’è quel rumore
  9. Johnny
  10. Blues in memoria

Info bibliografiche

Titolo originale: Tell me the truth about love (inglese)

Titolo: La verità, vi prego, sull’amore

Autore: Wystan Hugh Auden

Prima edizione: 1976

Prima edizione italiana: 19 novembre 1994

La mia edizione: VIII edizione – Ottobre 2022

Editore italiano: Adelphi

Collana: Piccola Biblioteca Adelphi

Genere: Poesia

Numero di pagine: 68

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Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno!

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Poesia futurista: Se accendono le stelle di Vladimir Majakovskij

POESIA

Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno!

Un ritmo di lettura concitato in questo Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij tipico del futurismo. Parole chiare, dirette che non lasciano spazio a fraintendimenti o a sfumature. E questi stessi tratti decisi li troviamo anche nelle opere di El Lissitzky che enfatizzano le parole di Majakovskij. Tra le immagini e il frastuono della guerra, si trova però anche spazio per momenti delicati e di speranza dove lo sguardo, fin tanto che non riesce a guardare al futuro, almeno guarda al cielo e si concede un po’ di romanticismo…ma senza esagerare!

Volessimo mai dimenticarci che la vita è dura?!   

11 MAGGIO 2023 – TORINO, COMO & MILANO

POESIA

Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij. La mia recensione

 Amore a prima pagina. Si, anche questa volta!

Me ne sono innamorata subito. Ero a Torino e ne sono rimasta ammaliata. Come sempre se mi sento attratta da un libro significa che è quello giusto, in quel particolare momento della mia vita. Apro una pagina a caso e per prima “incontro” Se accendono le stelle e mi sento sotto un bellissimo cielo stellato. Compro il libro. Lo porto con me. Me lo porto a casa così come avrei voluto fare con tante altre cose in quel periodo, ma con un libro è più facile: lo puoi fare sempre. Ti basta semplicemente sceglierlo, pagarlo e portarlo con te ovunque tu voglia.

E come concetto (il movimento) in questo caso calza anche a pennello, perché stiamo parlando di Vladimir Majakovskij: il padre del futurismo russo! L’immagine che mi salta alla mente è: libri in movimento, o magari dovrei dire citandolo “libri di ferro”! Quanto sono potenti le pagine di un libro seppur fatte di un fragile materiale come la carta?! Un testo manifesto che ha tutto il sapore della propaganda di una difficilissima rivoluzione d’Ottobre! E nonostante il pessimismo, e il senso di distruzione che goccia come pioggia sui carri armati,  l’umore è alto e tale deve restare! Futurismo non significa in fondo questo?: la forza di portarsi in un futuro che vediamo migliore del presente?! 

Da una strada all’altra

Hanno slacciato il corsetto dell’anima.

Mani ustionano il corpo

che tu gridi o che no:

[…]

Con libidine sfila

da una strada

la calza nera.

[1913] pag 89

Alle insegne

Leggete libri di ferro!

[1913] pag 93

Un’etichetta di vino futurista per Majakovkij

Scrivo questa recensione seduta al Tannico Wine Bar all’interno del Mercato centrale di Milano dopo aver trascorso un week-end offline (onesta: per il 95% del tempo) a Como. Che meraviglia di luogo. E che meraviglia quando gli eventi della vita ti portano a vivere emozioni inaspettate e a visitare luoghi in cui non saresti mai arrivata, se non avessi preso ad un certo punto della tua vita, la strada sbagliata. Se quel giorno non avessi preso quella decisione, se quel giorno non avessi deciso di incontrare quella persona, in quel contesto, in quel luogo, vicino a quel quel lago. Tutto ci porta a trovare il nostro terroir come Marco Rossi mi ha insegnato!

Chiedo a Roberta che qui ci lavora, se posso sedermi con il mio computer e prendermi una pausa per scrivere un po’. Giustamente lei mi dice “Se bevi qualcosa si.” E così faccio! Lei mi fa assaggiare, io scelgo il vino e pago subito convinta che sarei rimasta poco, invece resto due ore. Ho persino spostato il treno perché mi sentivo coccolata in questo luogo caro al mio cuore.

Mi piaceva l’idea di scrivere di un libro futurista “dentro” una stazione, emblema di progresso e movimento, che naturalmente ci fa pensare al ferro! Milano centrale ti accoglie con la sua “architettura di ferro” e mi piace un sacco ogni volta che per qualsiasi motivo mi ci trovo.

É un tardo pomeriggio di un lunedì, e non c’è troppa gente. Sono fortunata, ho tutto il tavolone per me. Prendo posto inizio a scrivere e a “esplorare” il calice di Aglianico che ha vinto la prova assaggio (ti ricordo che @nonsonounasommelier). Etichetta meravigliosa insieme alle altre da cui sono circondata.

Non avrei mai pensato di ritrovarmi a scrivere in questo luogo, non così “presto” dopo gli eventi che me ne hanno fatta innamorare. Non posso che scegliere di brindare a questo momento con un secondo calice, stavolta di Champagne! 

Rumorini, rumori, rumoroni

Nuotano lungo i canali dei pensieri che si incrociano

[1913] pag 121

Pensieri all’appello

Che splende parla di qualsiasi cosa.

[1914] pag 153

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Vino è/e poesia

Finisco di leggere Se cadono le stelle di Vladimir Majakovskij alcune settimane fa e oggi. Scrivere di questo libro in cui il futurismo si sente tutto fino all’ultima goccia (ops, parola o meglio trattandosi di un libro futurista “interpunzione”!) è complesso! Ho rimandato a lungo fino a che dopo essere stata da Cracco per un caffè americano scelgo di fermarmi da Tannico, così tra un calice di Champagne e uno di Aglianico, e scene di vita che mi passano davanti, mi sorprendo nel riuscire a scrivere.

Non so se finora sono stata davvero molto fortunata oppure se è proprio così, ma tutte le persone che amano il vino che finora ho incontrato amano l’arte e dentro hanno una loro “poesia”, che se tocchi le giuste leve e magari stappi le giuste bottiglie, condividono con te rendendoti parte del loro mondo che per quanto piccolo possa essere, per te è grande come il mondo e ne sei appagata anche se ne vorresti sempre di più.

Il vino quindi è poesia, è racconto, è incontro! Direi che fossero solo questi tre (ma sono di più) sarebbero già degli ottimi motivi per apprezzare il vino. E se il vino è poesia, che bello è scrivere pensando di un libro di poesie con un calice di vino a dare la giusta impronta a questa nuova recensione?!

Se accendono le stelle

 

Ascoltate!

Se accendono le stelle –

vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?

Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?

Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?

E tutto trafelato,

fra le burrasche di polvere meridiana,

si precipita verso Dio,

teme d’essere in ritardo,

piange,

gli bacia la mano nodosa,

supplica

che ci sia assolutamente una stella! –

giura

che non può sopportare questa tortura senza stelle!

E poi

cammina inquieto,

fingendosi calmo.

Dice ad un altro:

Ora va meglio, è vero?

Non hai più paura?

Sì?!”.

Ascoltate!

Se accendono

le stelle –

vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?

Vuol dire che è indispensabile

che ogni sera

al di sopra dei tetti

risplenda almeno una stella?! […]

Majakovkij è un vino t/Tannico

Il Vladimir Majakovskij di Se accendono le stelle può sembrare molto romantico ad un primo approccio (ripeto ho letto come prima poesia “Se accendono le stelle”) ma in realtà è decisamente crudo o per restare in tema wine: tannico! Ciò nonostante riesce ad essere vellutato e a farti sentire le sfumature e gli aromi perché non secca troppo il palato e la saliva resta presente in bocca, pronta a far emergere il contesto di sapori, odori e suoni. Eh si, per certi versi Majakovskij è come del vino.

Lo guardi (leggi i primi versi), ne cogli le sfumature cromatiche (ci sono le opere di El Lissitzky), lo fai arieggiare (sfogli le pagine), lo annusi (lo annusi) e infine lo bevi (lo leggi con avidità). E quando bevi il primo sorso percepisci quel “qualcosa” che ti arriva in bocca e nel cervello in modo così diretto come solo lo stile futurista sa fare. Ricordo in questo senso il modo di scrivere di un ragazzo di cui mi ero innamorata a diciannove anni (G.B.). Aveva il mito del futurismo (NETfuturismo) e la sua vita era una manifestazione dei suoi ideali, nel bene e nel male. Come in La verità, vi prego, sull’amore di Wystan Hugh Auden (che ho comprato poche ore prima di scrivere questa recensione) anche qui in Se accendono le stelle di Majakovskij si colgono tante dualità! Percepisci il morbido e l’aspro. Il dolce e l’amaro. Il benestare e il rifiuto. Il pessimismo e la speranza. Il fugace e persistente.

Anche in quest’ottica: movimento = futurismo!

Ehi!

Umida, come l’avessero leccata,

la folla.

[…]

Prendi, e vai a ricamare il cielo di nuovo,

inventa nuove stelle e la mettila in mostra

che graffiando frenetiche i tetti,

al cielo si arrampichino le anime degli artisti.

[1916] pag 181-183

A tutto

A voi affido il frutteto

della mia grande anima.

[1916] pag 193

Lilička! Invece di una lettera

Ma, oltre al tuo amore

io

non ho sole.

[…]

Ma io

non ho caro altro suono

che il suono del tuo nome amato.

[…]

Su me

oltre al tuo sguardo

non ha potere alcuna lama di coltello.

[…]

Le foglie secche delle mie parole

sapranno convincerti a restare

coi loro avidi respiri?

[1916] pag 197

Il futurismo di Majakovkij / La scoperta di una nuova etichetta

Il futurismo è una corrente artistica e quindi letteraria che naturalmente viene abbinata alla velocità, alla macchina, al rumore, alla guerra, al metallico, ai colori forti, pieni, netti e marcati. Predominano le linee rette ma sempre dinamiche e mai ortogonali. Determinanti nella comprensione di questo stile sono i dipinti El Lissitzky (carissimo amico di Vladimir Majakovskij) riportati tra le pagine di questo libro.

Majakovskij è quindi la celebrazione della macchina, della libertà senza alcuno spazio per la passionalità? Decisamente no.

Majakovskij è come quando bevi un calice di vino. Come quando apri una nuova bottiglia, scopri un nuovo vitigno, una nuova persona che ti incuriosisce ed è tutto da esplorare. Tutto prende sfumature inattese e quindi sorprendenti: sorso dopo sorso, riga dopo riga, sguardo dopo sguardo senti in bocca l’altro e ne assapori ogni più piccolo aroma e profumo.

Inatteso credo sia un termine che si sposa alla perfezione con il futurismo, con il suono dei motori o nel caso di Se accendono le stelle di Majakovskij,  con gli spari e con i rumori assordanti della guerra che non si preannunciano (Auden ha usato questa parola in riferimento all’amore che arriva all’improvviso nella sua Ninnananna), semplicemente sovrastano, e impetuosamente si fanno spazio nelle nostre vite e quindi nei nostri ricordi.

Ma facendo spazio, creano “luoghi” nel cuore e nella mente dove possiamo seminare qualcosa di buono e nella più romantica delle immagini: illuminare tutto questo con la luce delle stelle, perché si (per rispondere alla domanda dello stesso autore) le accendiamo ogni notte perché ne abbiamo bisogno. Ciascuno di noi!

All’amato se stesso dedica queste righe l’autore

Accendere l’anima per una sola!

Ordinarle con i versi di struggersi in cenere!

E le parole

e il mio amore

sarebbero un arco di trionfo:

pomposamente,

senza lasciare traccia, ti passerebbero sotto

le amanti di tutti i secoli.

[…]

Passerò, trascinando il mio enorme amore.

[…]

e così inutile?

[1916] pag 211-213

Alla Russia

Le vie sgranato gli occhi.

Radi mi le penne con rasoio del vento.

[1916] pag 217

Straordinaria avventura

Pensi che permessi a facile

risplendere?

— fanne tu stesso la prova! —

Se ti ci metti —   

Devi continuare,

splendendo sempre a piena luce!

[…]

Risplendere sempre,

risplendere ovunque,

sino al fondo degli ultimi giorni, 

risplendere —

e nient’altro!

Ecco la parola d’ordine mia

del sole!

[1920] pag 281

A Sergèj Esènin

Bisogna

dapprima

trasformare la vita

e, trasformata,

si potrà esaltarla.

[…]

In questa vita

non è difficile morire.

Vivere

è di gran lunga più difficile

[1926] pag 311-313

Sinossi

Uomo impetuoso e geniale, acclamato nella Russia di inizio Novecento per la sua oratoria ricca di passione e provocazione e per la capacità di trasposizione della vita in arte e della biografia in poesia, Vladimir Majakovskij fu il fondatore del futurismo russo e il propugnatore degli ideali rivoluzionari fin da prima del loro compimento storico. Questa antologia, incentrata sull’attività del poeta nel periodo precedente la Rivoluzione d’Ottobre, permette di riscoprire il rapporto di Majakovskij con i grandi temi della tradizione russa e con gli slanci innovativi del futurismo. In quest’edizione di pregio, le liriche sono corredate dai dipinti e dalle grafiche di El Lissitzky, con il quale Majakovskij collaborò in diverse occasioni, che restituiscono al lettore il fermento intellettuale e culturale in cui si genera e sviluppa l’attività del poeta più importante dell’epoca sovietica. Un’opera imprescindibile per la conoscenza di un artista che non fu solo propagandista politico, ma anche uomo di profonda sensibilità, un grande poeta dall’animo vulcanico e inquieto che non ha mai smesso di interrogarsi sui turbamenti dell’esistenza umana.

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Info bibliografiche

Titolo originale: – (russo)

Titolo: Se accendono le stelle

Autore: Vladimir Majakovskij

Prima edizione italiana: 2021

La mia edizione: I edizione – 26 Gennaio 2021

Editore italiano: Rizzoli

Collana: Bur Classici – Bur Deluxe

Genere: Poesia

Numero di pagine: 328

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Un po’ di sano femminismo in “Attraverso lo specchio”

Un po’ di sano femminismo in “Attraverso lo specchio”

Copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

GRANDI CLASSICIFANTASTICORAGAZZIROMANZO

Un po’ di sano femminismo in “Attraverso lo specchio”

E se la vita è una partita di scacchi e alla fine diventiamo regine, chi è l’unica persona che deve mettere la corona sul nostro capo se non proprio noi stesse? In un mondo che funziona al contrario, la nostra razionalità e determinazione saranno due ingredienti fondamentali per continuare ad avanzare nonostante tutto. Casella dopo casella. E forse la sfida è proprio questa: immergersi nel mondo al rovescio e uscirne dritte.

17 MARZO 2023 – TORINO

GRANDI CLASSICIFANTASTICORAGAZZIROMANZO

Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò di Lewis Carroll. Ecco la mia recensione.

Se in Alice nel paese delle meraviglie troviamo un mondo assurdo, tutto si amplifica in Attraverso lo specchio. Concepito come proseguo del più noto “paese delle meraviglie” dove le regole dell’assurdo sono dettate dal gioco delle carte, in Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò di Lewis Carroll ci ritroviamo a giocare a scacchi. I personaggi diventano pedine e uno dopo l’altro avanzano sulla virtuale scacchiera. Questa proposta da Carroll è una versione del gioco che ne cambia il paradigma, perché l’obiettivo stavolta è che Alice diventi regina, quasi deponendo (sconfiggendo) le altre due: La regina Rossa e la Regina Bianca.

La senti la neve contro i vetri, Kitty? Che rumore dolce e soffice! Proprio come se fuori ci fosse qualcuno che bacia tutte le finestre.

Tuffarsi nello specchio

Scritto nel 1871 a distanza di sei anni dalla prima avventura di Alice, Carroll dà inizio alla narrazione esattamente sei mesi dopo la fine delle avventure nel Mondo delle meraviglie (1865). Alice gioca con il suo gatto nel salotto della sua casa e già in questo momento di gioco nel mondo reale, Carroll inizia a imbeccarci (e noi totalmente inconsapevoli) su quello che sarà nel corso della nuova avventura in cui Alice sta per immergersi e noi con lei.

Fai la riverenza mentre pensi a cosa rispondere. Così guadagni tempo.

(…) i miti occhi azzurri e il sorriso gentile del Cavaliere (…)

Il mondo al rovescio

Pur essendo questo secondo libro molto più ricco di filastrocche e canzoni, il tono con cui Lewis Carroll scrive Attraverso lo specchio è decisamente meno allegro e coinvolgente rispetto al classico “paese delle meraviglie”. È noto che la vita personale di chiunque scriva si riversa in ciò che viene scritto. Dunque anche in questo caso, le problematiche familiari che Carroll stava vivendo nel periodo in cui scriveva, si sono riversate nella sua produzione letteraria per certi versi se non incupendola, togliendole quel ritmo incalzante che comunque viene controbilanciato da un’assurdità ancor più accentuata rispetto alla prima avventura.

In fondo ogni avventura per definizione deve essere più sorprendere della precedente giusto?!

Così quando Alice, che conferma il motto “la curiosità è causa di guai” cadendo nel mondo al rovescio quando attraversa lo specchio, scopre che, in questo mondo al contrario solo i controsensi, i non sense, hanno davvero un senso e l’unica regola che davvero conta è: credere all’impossibile.

Un invito pedagogico a voler credere che esiste più di ciò che abbiamo quotidianamente davanti ai nostri occhi? A credere nei nostri sogni anche quelli più assurdi?

Di certo è questa una valida interpretazione, soprattutto per l’adulto che legge questa storia che definire assurda è un eufemismo. 

Io non posso ricordare le cose prima che siano successe.

È troppo tardi per correggersi, (disse la Regina Rossa) una volta detta una cosa, è fatta e devi accettarne le conseguenze.

In un paese delle meraviglie e si giacciono,
sognando mentre i giorni passano,
sognando mentre le estati muoiono:
eternamente scivolando lungo la corrente…
Indugiando nell’aureo bagliore…
che cos’è la vita, se non un sogno?

Il gioco degli scacchi

La scelta di contrapporre ad un mondo irrazionale che è quello che incontra Alice una volta attraversato lo specchio, il gioco degli scacchi, crea un equilibrio “compositivo” sorprendente. Chiaro che non è una delle partite in stile La regina degli scacchi di Waler Tavis (2020), ma comunque una partita che vale la pena di essere giocata. 

Inoltre evoca anche un’idea di maturità ed evoluzione del personaggio che se prima giocava ad un gioco relativamente facile come quello delle carte, ora gioca addirittura a scacchi.  

Ecco che troviamo un’Alice che, se di soli sei mesi più grande rispetto a quando ha vissuto le avventure nel paese delle meraviglie, risulta per certi versi cresciuta e più consapevole.

Se già in Alice nel paese delle meraviglie avevo riflettuto sul fatto che questa bambina pur avendo le sembianze di una bambola con tanto di scarpe di vernice, è in grado di tirare fuori il carattere esprimendo il suo pensiero, con piacere confermo che anche in Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò questo aspetto non solo è presente ma addirittura evolve. Alice infatti ha imparato a “pensare prima di parlare” il che denota una importante evoluzione del personaggio. In fondo nasce per essere letto dai bambini, dunque l’aspetto pedagogico di necessità ha una sua rilevanza compositiva.

E tutto per un sonaglio!

Certe volte arrivava credere anche assai cose impossibili prima di colazione.

Credevi che non sapessi rispondere, eh? Fammi un’altra domanda.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Iconografia

Se da un lato il personaggio evolve, dall’altro la sua iconografia resta invariata. Evinciamo questo stando non tanto alle descrizioni di Carroll che quasi dà per scontato che Alice la si conosca bene, quanto piuttosto per le illustrazioni originali del Tanniel che in questa edizione Bur Deluxe sono riportate e che aiutano il lettore ad immergersi e figurarsi personaggi e situazioni che Alice incontra.

Se altrove l’occasione per esplorare l’inesplorato era stata la tana del Bianconiglio, qui il pretesto è lo specchio. Di nuovo, un elemento non casuale inserito quasi a volerci invitare a riflettere su chi siamo davvero. Su come ci vediamo e sul fatto che immergerci in maniera profonda in qualcosa, anche dentro noi stessi, può essere un’esperienza totalmente inaspettata.

E certo rischiamo anche di trovare un mondo al contrario, ma almeno possiamo poi avere il premio finale di regine, del gioco che è la nostra vita.

(…) le braccia avvinte amorosamente (…)

Puoi guardarti davanti, ed entrambi i lati, se vuoi ma in giro non puoi di certo… Se non hai degli occhi nella nuca.

Il simbolo della corona

La corona è per antonomasia riconoscimento di potere e autorevolezza. L’atto di Alice di prendere la corona e poggiarsela sul capo da sola, è assolutamente significativo. Immaginando l’intera partita come se fosse la vita più o meno assurda che ciascuno di noi vive, possiamo immaginare che (effettivamente) Alice non ha bisogno di nessun altro a parte se stessa per essere incoronata regina della sua vita. 

Ha avuto la forza, il coraggio e la perseveranza di andare avanti nonostante tutto? Allora merita l’ambita onorificenza finale!

Forse Lewis Carroll in Attraverso lo specchio ci insegna che la sfida è proprio questa: immergersi nel mondo al rovescio e uscirne dritte e fiere come solo una regina può essere.

Ricordati che sei!

Le cose non cadono mai verso l’alto.

Personaggi

Alice
I fiori parlanti
Insetti fantastici
La regina bianca
La regina rossa
Il re
Il Cappellaio matto
Humpty Dumpty
Tweedledum e Tweedledee
Il leone e l’unicorno
Il Cavaliere bianco
La Pecora
– La vespa con la parrucca –

Sinossi

Satira della società, rivolta contro la ragione, specchio dell’infanzia che giudica il mondo degli adulti, saga dell’inconscio, storia di un incubo e bibbia dell’assurdo. Con i suoi personaggi indimenticabili e le situazioni paradossali l’incantato viaggio di Alice a soggiogato decine di generazioni esercitando un fascino misterioso e pure semplicissimo. In questa edizione speciale che unisce Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio, la raffinata traduzione di Masolino D’amico si sposa all’arguzia del brillante matematico statunitense Martin Gardner, che con le sue celebri glosse ha svelato come nessun altro i giochi di parole e la fitta trama di non sense e indovinelli matematici intessuti nel reverendo Carol nei suoi due capolavori. Accompagnano il testo le illustrazioni di John Tenniel, celebre incisore di epoca vittoriana che con la precisione del suo tratto la pungente ironia delle sue intuizioni diede per la prima volta forma grafica all’universo di Alice e alle sue meraviglie.

Capitoli

  1. La casa dello Specchio
  2. Il giardino dei fiori parlanti
  3. Insetti allo Specchio
  4. Tweedledum e Tweedledee
  5. Lana e acqua
  6. Humpty Dumpty
  7. Il leone l’unicorno
  8. É una mia invenzione
  9. Alice regina
  10. Sgrulloni
  11. Risveglio
  12. Chi l’ha sognato?
  13. (La vespa con parrucca)

Info bibliografiche


Titolo originale: Through the Looking-Glass, and What Alice Found There (inglese)

Titolo: Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò

Autore: Lews Carroll

Prima edizione: 27 dicembre 1871

Prima edizione italiana: 1913

La mia edizione: VIII edizione – Ottobre 2022

Editore italiano: Feltrinelli, Rizzoli

Collana: Bur Deluxe

Genere: Grandi classici, racconto, ragazzi, grandi classici

Numero di pagine: 365

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Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse

Copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse.

Quindici isole per lasciare emergere i nostri pensieri ed emozioni più profondi, per solcare le acque dei nostri ricordi e per imparare che il viaggio, quando chiama, ci obbliga a rispondere. Insulomania è questo: rispondere al richiamo dell’isola che ci attira a se ripagandoci poi dandoci le risposte alle nostre domande più profonde in una esplorazione reciproca che appaga entrambi profondamente!

9 MARZO 2023 – TORINO

RACCONTOBIOGRAFICOAVVENTURA

Isolario italiano di Fabio Fiori.

La mia recensione.

Isolario italiano di Fabio Fiori è un libro che ha tutto il sapore dei racconti vecchio stile. Quei racconti che la notte ti perdevi ad ascoltare perché erano fatti di immagini, di miti, di leggende e della meraviglia che si concretizza davanti ai nostri occhi quando ci avviciniamo ad un’isola. Un’immagine che a mano a mano prende sempre più forma come un sogno che finalmente prende consistenza e diventa “materia” non solo per il nostro sguardo.

Un libro quindi che andrebbe letto ad alta voce, come tante volte ho fatto con le poesie di Prevért o di Antonia Pozzi, ma anche di Ghiannis Ritsos del quale viene citato un passaggio bellissimo del suo corale Le vecchie e il mare, mentre io ad oggi ho letto solo Erotica, ma non vedo l’ora di esplorare ancora di più questo autore che è di una tangibilità visiva e tattile unica.

Il mare è di tutti-non si divide in ettari, abbatte i confini, salta oltre i confini aldilà di ogni misurazione va e viene smisurato e libero.

Ghiannis Ritsos da Le vecchie e il mare

Capraia

Leggi per me. E io come un’amante ho letto per te.

Una delle cose più belle che si può fare con un libro, con un testo scritto di qualsiasi genere, è condividerne il momento della lettura. Alcuni testi si prestano meglio di altri, e questo si presta molto.

Che bello è stato rientrare in quella camera di hotel, in quel pomeriggio di quella giornata infrasettimanale di Giugno 2022 e leggere la prima pagina scelta a caso, e poi continuare con altre e altro.

Ricordo molto bene le prime pagine che ho letto ad alta voce. Nella mia voce, l’emozione. Negli occhi di chi era con me, il rapimento e il desiderio.

Eravamo in una camera di un piccolo hotel della Toscana, vicino al mare. Eravamo appena arrivati dopo aver visitato di passaggio anche Camogli in Liguria, dove io come souvenir sono stata catturata da questo libro, che ho visto in bella mostra sul banchetto della libreria che sta proprio di fronte alla spiaggia.
Scelsi anche Le fiabe di Portofino di Annamaria “Lilla” Mariotti.
Divennero entrambi dei doni che custodisco con affetto per tutto ciò che quei due giorni tra la Liguria e la Toscana rappresentano per me come donna

In balia del bellissimo e terribile mugghiare delle onde.


Capraia

di quella notte ricordo l’ululare della Bora e il crepitare del fuoco.

Appunti sull’isola di utopia

l’Isolario italiano di Fabio Fiori non è un libro da memorizzare o da imparare, è un libro da vedere e da sentire lasciandosi trasportare dalla corrente.
Un libro da condividere e da sentirsi risuonare nelle orecchie riempiendole, così come l’onda le riempie ogni volta che andiamo al mare, soprattutto in inverno quando sentiamo solo il suo moto perpetuo e incessante perché le persone sono altrove, in attesa di tornare.
Recentemente ho fatto questa domanda a qualcuno: “Hai mai viso il mare d’inverno?” L’immagine che mi è stata donata in risposta, ha fatto viaggiare la mia mente a lungo facendomi sentire sulla faccia il vento tagliente del Mistral e il sapore della salsedine che si è  incrostata sulle mie ciglia e sopracciglia; sourcils in francese, come ho imparato leggendo il mio primo libro sugli Haiku acquistato a Nizza in Agosto, qualche settimana dopo aver acquistato questo. I libri e le cartoline che sono solita poi usare come segnalibro sono il mio souvenir (ricordo! materiale) preferito. Ne compro almeno uno in ogni luogo in cui vado, o almeno ci provo.

Certo che anche per lui leggere è navigare.

Nesografia

Insulomania: il richiamo del mare

Tentare di leggere Isolarlo italiano come se fosse un qualsiasi altro libro è impossibile.
Fabio Fiore ci fa viaggiare insieme a lui in un mondo fatto di miti e leggende, dove scopriamo e riscopriamo racconti che hanno un sapore antico, un sapore di salsedine e la forza del vento del nord e la dolcezza di quello del sud.

Con la piccola 4 metri dell’autore, ci troviamo a navigare per acque in cui probabilmente non siamo mai stati in cui non avremmo mai pensato di arrivare.

Come già detto questo libro per me è stato un regalo. Eravamo a fare una passeggiata per Camogli ed era lì sui banchi esterni dell’unica libreria del piccolo comune italiano ligure. Mi aspettava (?). Ne ho sentito il richiamo, un po’ come il marinaio sente il richiamo del mare, io sento quello dei libri.

“Il libro” è un ricordo tangibile di esperienze che vivono solo nei nostri ricordi e nel nostro cuore. Fabio Fiori ha scritto questo libro in piena pandemia nel 2021 e quello che percepiamo è la nostalgia di un uomo, un insulomane, che non può prendere il largo verso nuove mete. Allora ecco che sceglie di ricordare e rivivere un passato che gli è caro, condividendo con noi la parte più intima dell’affrontare un viaggio che a volte dura ore a volte giorni, dove entrambi (marinaio e lettore) siamo ospiti nella vastità del mare che fa ordine nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Movimenti che riordinano i pensieri confusi, come oggetti mal riposti.


Insulomania

Siamo tutti affetti da insulomania

Ogni isola viene viaggiata e vissuta riscoprendo racconti di chi ci è nato e vissuto. Scopriamo di volta in volta anche la storia, la genesi stessa delle isole poiché più d’una è di origine lavica. Queste, come l’amore, appaiono all’improvviso nei luoghi dove meno te lo aspetti, sorprendendoti già al primo sguardo o nel caso nostro alla prima lettura.

Che siano emerse ad un certo momento, che siano isole fluttuanti o che il magma ne abbia plasmato la forma e poi l’acqua marina l’abbia levigata, ciò che conta è che ad oggi grazie a loro, abbiamo il privilegio di essere degli esploratori, soprattutto della nostra anima.

Quando si naviga e la nebbia ci avvolge, la vista perde l’importanza che siamo soliti attribuirgli, sono gli altri sensi quelli che ci orientano nella nostra navigazione (di nuovo) come l’amore, la cui esplorazione è demandata integralmente ai sensi e all’istinto non alla vista dello sguardo poiché nello sguardo si legge non attraverso di esso.

Tutto in Isolario italiano, diventa per noi un’esperienza, un ricordo. I colori dell’alba che si tingono ora di rosa, ora di arancione e persino di rosso, come la lava che ha generato alcune delle isole che ci troviamo a esplorare con Fabio Fiore.

Nonostante la loro natura “isolata”, le isole mantengono una forte connessione con la terraferma e con gli esseri umani che abitano queste isole. Fabio Fiore ci spiega tra le altre cose, che tanto di quello che è accaduto sulla penisola italica, ha poi avuto un risvolto anche sulle nostre isole in un dialogo molto più profondo di quanto si possa pensare.

E forse proprio perché l’Italia è una penisola che in molti di noi si arriva a provare l’irrefrenabile desiderio di esplorare le realtà isolane grandi o piccole che siano. Isolarsi dal mondo per entrare in noi stessi…
Il mito del viaggio e della scoperta sono il cuore lavico, ancora bollente e pulsante che come sangue scorre nelle vene della terra della nostra Italia, e ci anima facendoci muovere al viaggio e alla scoperta attenta perché lenta e quieta.

Isole da camminare, isole da pedalare. Isole da camminare e da pedalare, nell’incerto di un sentiero, nel certo di una strada.

Elba

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Insulomania: tra cibo e pathos di un insulomane

Di un pittorico disarmante, sono tutte quelle descrizioni in cui Fabio Fiori ci fa vedere e assaggiare un pasto semplice fatto di fette di formaggio, pane, vino. Un pasto che rievoca una condivisione con un pescatore sconosciuto, ma che nel momento della sua evocazione noi condividiamo con loro. Umanità perduta, umanità ritrovata perché condivisa che fa un po’ Into the wilde (Nelle terre estreme) di Jon Krakauer, ma con il lieto fine.

La descrizione più bella per me in questo senso è quella dell’insalata di limoni, che solo a pensarci sento l’aspro in bocca e mi ricorda il succo di limone che bevo ogni giorno! Eppure questo piatto povero invoglia e invita come se si fosse i benvenuti a una di quelle tavolate che solo al sud possiamo trovare: sotto una pergola, con tante persone, tutte le generazioni riunite e un blu (il mio amato blu!) che unisce cielo e mare a mezzogiorno.
Poesia per gli occhi e balsamo per la mente e il cuore.

Questo “isolarlo sentimentale” esplora le 15 isole in funzione del pathos che l’autore Fabio Fiore ha legato all’una rispetto che all’altra.

Molto bello è il punto di vista di queste isole vissute d’inverno (rinnovo la domanda a te lettore: “Hai mai visto il mare d’inverno?”) perché il turismo (che per più d’una di loro è l’economia prevalente), rende finte le isole che si tingono di turisti e che si affollano in ogni loro parte per ritrovarsi poi di nuovo vuote, ma arricchite di un’altra stagione estiva che volge al termine.

Il migrante è prima di tutto uno che fa un viaggio, reale e metafisico.l’uomo è animale nomade.
[…]
Un istinto primordiale insopprimibile che per 1000 motivi ci spinge a partire.così sia!

Elba

Un raggio di sole entra dalla finestra e mi invita a ripartire.

Elba

L’emergere, la partenza e la rinascita

Ricordi personali a parte, credo che i temi più importanti dell’Isolario italiano di Fabio Fiore siano essenzialmente tre: l’emergere, la partenza e la rinascita.

Nella mia vita ho spesso associato a viaggi e luoghi, fasi della mia vita; pensieri e riflessioni che ho poi scoperto essere più profondi e significativi di quanto non avessi percepito inizialmente.

Traslare questo Isolario italiano nella vita “vissuta” significa ad esempio usare l’emergere di un isola dal nulla come pretesto per ricordarci di far emergere quelle che sono le nostre emozioni più profonde. Emozioni e sensazioni che molto più spesso di quello che vorremmo non siamo in grado di elaborare nel luogo in cui siamo. Allora partiamo (partenza), concedendoci di mettere dello spazio tra noi e “il resto” acquisendo così un punto di vista diverso rispetto a quello che avremmo avuto rimanendo a “casa”.
Il tempo che così ci regaliamo, lo spazio che percorriamo e le nuove angolazioni da cui osserviamo una stessa situazione nella loro sinergica azione nelle nostre vite, ci permette di fare ritorno con delle nuove consapevolezze, uno stato di quiete ripristinato come se appunto ci sentissimo rinati (rinascita).

Partire è come nascere un’altra volta“, ha scritto Nicolas Bouvier, scrittore che del viaggio ha fatto la sua casa.

Concludo condensando che viaggio e rinascita spesso instaurano un dialogo unico connettendosi fra di loro. Isolario italiano di Fabio Fiori ci ricorda (o insegna per la prima volta) che qualsiasi sia il luogo reale o immateriale che esploriamo, se ci avviciniamo ad esso con l’umiltà del marinaio possiamo trovare ciò che stavamo cercando, qualunque cosa sia.

Troverai tutto e non capirai nulla…


Capraia

Halo è una parola latina che significa respiro, frequente e potente.


Capraia

Sono solo a bordo, mollo gli ormeggi, sciolgo le vele. Metto la prova sull’infinito; non cerco niente, provo a sedare i notturni ansietà isole.


Capraia

Isole

  1. Stromboli
  2. San Nicola
  3. Elettride
  4. (Asteria)
  5. San Francesco del Deserto
  6. Capri
  7. Tino
  8. (Utopia)
  9. Gallipoli
  10. Elba
  11. Capraia
  12. (San Ferdinando)
  13. Ponza
  14. Procida
  15. San Pietro

Sinossi

Un isolario sentimentale, un viaggio tra isole reali e fantastiche, passate e presenti, emerse e sommerse. Capri, Elba, Ponza, Procida, Stromboli, San Francesco del Deserto, San Pietro e altre isole italiane, raggiunte a vela, a remi, o con quei piccoli affascinanti traghetti che fanno la spola con il continente. Esplorate a piedi o in bici, ma anche a nuoto. Asteria, Utopia, Ferdinandea, isole sognate, davanti a vecchie carte manoscritte o a nuove fotografie satellitari. Comunque le si raggiunga, le si esplori o le si sogni, le isole rimangono luoghi dell’anima, dove è più facile ascoltare se stessi e gli altri, la natura e la storia. La loro quotidianità ci affascina, la loro straordinarietà ci ammalia; siamo affetti da insulomania.

Info bibliografiche

Titolo originale: Isolario italiano (italiano)

Titolo: Isolario italiano

Autore: Fabio Franchi

Prima edizione italiana: Aprile 2021

La mia edizione: I edizione – Aprile 2021

Editore italiano: Ediciclo editore

Collana:

Genere: Racconto

Numero di pagine: 183

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