I pilastri della terra è un romanzo storico, ma non tanto perché narri eventi storici in maniera specifica, quanto piuttosto per la capacità di trasportare il lettore negli anni del medioevo che vanno dal 1123 (prologo) al 1155 (fine della quinta parte), e renderlo fisicamente presente e capace di vedere ogni singolo dettaglio, come se tutte le scene descritte si stessero manifestando effettivamente davanti ai suoi occhi.
Forse è proprio questa la grande capacità che ha fatto di Ken Follett un autore best seller: il riuscire a far vedere praticamente a chiunque quello che la sua mente ha immaginato e quindi trasferito sulla carta.
L’ambientazione principale è quella del priorato di Kingsbridge. Questo luogo lontano da ogni attrattiva e di per se in difficoltà, vede sin da subito una trasformazione in quanto al vecchio priore succede Philip. Questi è un uomo dalla grande umiltà, lungimiranza e fiducia nel futuro che riuscirà a fare di Kingsbridge un fiore all’occhiello per l’intera Inghilterra.
Tutto ha inizio con la necessità di rendere più fastosa la chiesa del priorato e questo si rende possibile grazie all’arrivo di un giovane costruttore, che con le sue capacità gradualmente porta l’architettura gotica a prendere forma inaspettatamente in quell’angolo di Inghilterra dove nessun nobile prima di quel periodo aveva non solo sentito parlare, ma ancor meno messo piede.
Tom, il nuovo mastro costruttore del priorato di Kingsbridge è un tipico uomo del medioevo: ci viene presentato mentre è in viaggio con la moglie Agnes alla ricerca di un lavoro, insieme ai loro due figli Alfred, Martha e un terzo in arrivo.
I quattro si imbattono in una donna, Ellen, rimasta vedova e la quale vive in una grotta con il figlio Jack. Ellen è molto diversa da Agnes, ha in se uno spirito selvaggio che verrà ereditato dal figlio Jack e che affascinerà da subito Tom.
Da quell’incontro passò poco tempo che Agnes diede alla luce il loro terzo figlio, ma morì di parto e nella disperazione Tom decise di abbandonare il loro terzo figlio sulla tomba della madre oramai morta. I morsi della coscienza si fecero sentire così che Tom decise di tornare indietro a riprendere suo figlio, ma era tardi perché Philip, il futuro nuovo priore di Kingsbridge, lo aveva già preso sotto la sua ala e portato con se al priorato, battezzandolo con il nome di Alfred.