Siamo tutti affetti da insulomania
Ogni isola viene viaggiata e vissuta riscoprendo racconti di chi ci è nato e vissuto. Scopriamo di volta in volta anche la storia, la genesi stessa delle isole poiché più d’una è di origine lavica. Queste, come l’amore, appaiono all’improvviso nei luoghi dove meno te lo aspetti, sorprendendoti già al primo sguardo o nel caso nostro alla prima lettura.
Che siano emerse ad un certo momento, che siano isole fluttuanti o che il magma ne abbia plasmato la forma e poi l’acqua marina l’abbia levigata, ciò che conta è che ad oggi grazie a loro, abbiamo il privilegio di essere degli esploratori, soprattutto della nostra anima.
Quando si naviga e la nebbia ci avvolge, la vista perde l’importanza che siamo soliti attribuirgli, sono gli altri sensi quelli che ci orientano nella nostra navigazione (di nuovo) come l’amore, la cui esplorazione è demandata integralmente ai sensi e all’istinto non alla vista dello sguardo poiché nello sguardo si legge non attraverso di esso.
Tutto in Isolario italiano, diventa per noi un’esperienza, un ricordo. I colori dell’alba che si tingono ora di rosa, ora di arancione e persino di rosso, come la lava che ha generato alcune delle isole che ci troviamo a esplorare con Fabio Fiore.
Nonostante la loro natura “isolata”, le isole mantengono una forte connessione con la terraferma e con gli esseri umani che abitano queste isole. Fabio Fiore ci spiega tra le altre cose, che tanto di quello che è accaduto sulla penisola italica, ha poi avuto un risvolto anche sulle nostre isole in un dialogo molto più profondo di quanto si possa pensare.
E forse proprio perché l’Italia è una penisola che in molti di noi si arriva a provare l’irrefrenabile desiderio di esplorare le realtà isolane grandi o piccole che siano. Isolarsi dal mondo per entrare in noi stessi…
Il mito del viaggio e della scoperta sono il cuore lavico, ancora bollente e pulsante che come sangue scorre nelle vene della terra della nostra Italia, e ci anima facendoci muovere al viaggio e alla scoperta attenta perché lenta e quieta.