Parigi è nel simbolo o nel luogo? Ecco la storia surreale

Parigi è nel simbolo o nel luogo? Ecco la storia surreale

Libro su Frida Kahlo

RACCONTO

Parigi è nel simbolo o nel luogo? Ecco la storia surreale

La piccola Parigi è un racconto breve scritto da Alessandro Tonoli. E’ un inno alle piccole cose, ma anche a quelle grandi come l’amore e la vita, insegnandoci che la verità sta tutta nelle proporzioni e dal punto di vista, dal quale “qualcosa” viene osservato.

25 SETTEMBRE 2020 – ROMA

RACCONTO

La piccola Parigi di Alessandro Tonoli. Ecco la mia recensione.

E’ il secondo libro dell’autore, che colpisce per la sua intensità e per il suo tono narrante, che fa uso di una perfetta punteggiatura ritmica, quasi teatrale, che porta il lettore a sentire il suono delle parole nella propria mente, proprio come se nonno Francesco fosse lì e noi fossimo la piccola Chiara.

Nell’ora che occorre, poco più poco meno, per leggerlo diventiamo parte di questo racconto, che nella sua irrealtà immaginifica, è così profondamente autentico, e genuino.

La piccola Parigi, la bambina dai boccoli dorati di rosso vestita, rappresenta la gioia di vivere,  la speranza, l’amore, la gratitudine…è l’essenza della vita stessa e non è certo un caso che chiunque, che nella realtà o nella finzione l’abbia incontrata, non abbia potuto che fare sua quella stessa dirompente vitalità.

Per questo…

Cabiate era più bella che mai pur non avendo un solo fiore in più,

o una torre che fosse più alta di un centimetro rispetto al solito.

perché cambiarono le persone.

E con il loro cambiare, anche il loro modo di stare l’uno con l’altra cambiò; ecco perché i giovani si innamorarono al punto di sposarsi, ecco perché i vecchi smisero di sentire il dolore degli anni, e poterono finalmente godere del sole che gli scaldava le ossa.

Per non parlare della gratitudine dimostrata alla stessa terra che ci sostiene, e che calpestiamo senza neanche accorgercene. Finalmente siamo capaci (perché qualcuno ce lo ha insegnato per la prima volta), di dimostrarle gratitudine chiedendole scusa a fine giornata, per averla eventualmente offesa col nostro calpestio.

Ecco perché la piccola Parigi, quella bambina venuta da chissà dove e scomparsa all’improvviso proprio come era venuta, saltellava invece di camminare e parlava con le piante e con gli alberi, riuscendo persino a cogliere un idioma che non era il suo: il francese. 

Ed ecco che in una terra lontana la bimbetta, scoprì che (a suo percepire) era sicuramente Parigi, il luogo dove la primavera nacque per poi diffondersi altrove.

É come spiegare cosa viaggia nello sguardo di due innamorati.

E fu talmente rapita da questa rivelazione, che decise di piantare il seme della primavera, il seme dell’amore, anche a Cabiate e che ci si creda o meno, quella creatura un po’ reale un po’ magica, riuscì a far crescere una piccola Parigi, proprio lì dove l’età adulta insegnava il valore della lamentela più che della gratitudine e dell’amore.

Non si sa come… ma lei innaffiava, e l’amore dietro di lei, sbocciava.

E non erano lacrime di rabbia o di dispiacere. Erano solo lacrime.

Lacrime di un pianto giusto. Lacrime spese per un desiderio

Certo a Cabiate, alcuni furono più grati di altri, dell’aver avuto la possibilità di incontrare una simile creatura e certo la famiglia di Chiara, probabilmente, era quella che più degli altri doveva la sua felicità a quel batuffolo saltellante di gioia.

Siete davvero belli. Ma due più di voi.

PERSONAGGI

 

  • la piccola Parigi: la bambina dai boccoli dorati di rosso vestita, arrivata da chissà dove a Cabiate, rappresenta: la gioia di vivere,  la speranza, l’amore, la gratitudine…è l’essenza della vita stessa nonostante abbia solo una decina d’anni eppure con due occhi grandi, azzurri vitrei, che nascondono molte cose. L’appellativo piccola Parigi, gli viene riservato dagli abitanti di Cabiate, al ritorno del suo viaggio a Parigi, in quanto a onor del vero quella bimbetta non ha mai rivelato a nessuno, nemmeno a Francesco il suo vero nome
  • Francesco: il nonno di Chiara, che ha avuto la fortuna di incontrare davvero? la piccola Parigi all’età di circa sedici anni
  • Chiara: Chiaretta o Chiaraccia, come era solito chiamarla suo nonno Francesco, è una bambina di dieci anni
  • Nonna: la moglie defunta di nonno Francesco, compare nel racconto solo in forma di ricordo e di fotografie
  • Italo: vecchietto amico di nonno Francesco
  • Sara: quella che siede al primo banco, nella stessa classe di Chiara; è evidente che quest’ultima non la stimi molto, né che siano amiche
  • Andrea Montelli: un ragazzino che all’epoca era più piccolo di nonno Francesco di qualche anno; un vero demonio, una vera peste, un vero “stronzo”.
  • Sil e Lori: prima coppia citata ,che ha deciso di sposarsi dopo essersi innamorata come tante altre, grazie alla piccola Parigi
  • Gianna e Roberto: seconda coppia citata ,che ha deciso di sposarsi dopo essersi innamorata come tante altre, grazie alla piccola Parigi

LUOGHI, TERMINI & NOMI

 

  • Cabiate: piccola città, dove è ambientato il racconto
  • Parigi: città in cui la bimbetta bionda, sparisce all’improvviso e dalla quale tornerà con il sogno di creare una piccola Parigi, proprio a Cabiate
  • il seme della piccola Parigi: si tratta in realtà di souvenir che la bimbetta, riporta a Cabiate dopo il suo viaggio a Parigi

Peter Pan infatti una mamma non l’aveva, e chissà se l’ebbe mai ad eccezione di Wendy, e della figlia, e della figlia della figlia; e così nelle generazioni a venire.

E comincio proprio da questa parte, perché mentre nel libro è l’ultimo capitolo “XVII – Wendi diventa grande”, aggiunto per altro nel romanzo del 1911 e assente nella prima stesura teatrale del 1904, nella versione animata è esattamente la miccia che avvia ogni cosa, ponendo enfasi sul rifiuto di Peter di accettare la naturale evoluzione da bambini ad adolescenti e quindi a persone adulte!

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Info bibliografiche

Titolo originale:  La piccola Parigi – Leggende di Cabiate

Autore: Alessandro Tonoli

Prima pubblicazione: 2015 (e-book)

Prima pubblicazione in Italia: 2015 (e-book)

Prima pubblicazione in Italia cartacea: Dicembre 2019

La mia edizione: Dicembre 2019

Editore italiano: GWMax

Collana: –

Genere: Racconto breve

Numero di pagine: 64

Preceduto da: Quel che rimane incastrato nel vento

Seguito daIl mondo prima di pesare 21 grammi

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Favole da maghi: Le fiabe di Beda il bardo

Favole da maghi: Le fiabe di Beda il bardo

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ROMANZOFANTASTICORAGAZZI

Favole da maghi: le fiabe di Beda il Bardo

6 APRILE 2020 – ROMA

ROMANZOFANTASTICORAGAZZI

Le fiabe di Beda il Bardo di J.K.Rowling. Ecco la mia recensione.

 

Si sente per la prima volta raccontare di Le fiabe di Beda il bardo in Harry Potter e i Doni nella morte. Il libro, raccoglie cinque fiabe popolari nel mondo magico e Ron Weasley, le conosce alla perfezione come chiunque altro sia cresciuto nel mondo magico. Grande stupore nasce infatti in Ron quando tanto Harry quanto Hermione, cresciuti entrambi nel mondo babbano, confessano di non conoscere affatto né il libro né alcuna delle fiabe che raccoglie. Ed è Albus Silente con la sua scelta di lasciare la sua copia, in eredità a Hermione Granger, a darci la possibilità di conoscere parte del suo contenuto.

 

 

Delle cinque fiabe, è infatti solo l’ultima: La storia dei tre fratelli, che viene raccontata da Xenophilius Lovegood (padre di Luna) per introdurre quelli che sono i Doni della Morte, simbolo che egli stesso porta appeso al collo, come ciondolo di una collana.

 

 

Il simbolo nasce dall’unione dei tre doni:

 

 

  •  il Mantello dell’Invisibilità:  un triangolo
  • la Pietra della Resurrezione: un cerchio
  • la Bacchetta di Sambuco: una linea verticale

 

 

dove gli ultimi due si “inscrivono” nel primo, andando a formare una sorta di occhio.

 

 

Il mago che possiede tutti e tre gli oggetti magici, crea un padrone della morte. Nella storia tuttavia i tre leggendari oggetti magici, appartengono ciascuno a un fratello; ma quel che più conta è che non si tratta solo di una storia, scritta per far addormentare i figli di maghi e streghe. La storia ha un fondo di verità: i tre fratelli realmente esistiti, Cadmus, Antioch e Ignotus Peverell, altro non sono che antenati tanto di Harry Potter quanto di Lord Voldemort, questo giustifica il legame tra i doni e questi due straordinari maghi, nonostante le loro diverse inclinazioni.

 

 

Le cinque fiabe sono:

 

 

  • Il mago e il pentolone salterino
  • La fonte della buona sorte
  • Lo stregone dal cuore peloso
  • Baba Raba e il ceppo ghignante
  • La storia dei tre fratelli

Ciascuna delle fiabe è particolarmente significativa, e affronta uno o più temi, solitamente complessi da spiegare ai bambini (ma anche, tal volta, agli adulti che sono appunto i protagonisti di tutte le fiabe). Tra quelli più emblematici troviamo: egoismo, altruismo, amore, invulnerabilità, avarizia, onnipotenza, umiltà, famiglia, fratellanza, saggezza, umiltà; ma la lezione più importante di tutte è forse questa:

…l’acqua della fonte non possedeva nessun incantesimo…

Le fiabe di beda il bardo, La fonte della buona sorte

Al di là della bellezza narrativa delle fiabe, troviamo che i commenti di Albus Silente ad ogni fiaba (scritti 18 mesi prima della sua dipartita, vedi “l’incidente della Torre”; chi conosce il mondo di Harry Potter sa a cosa ci si riferisce), arricchiscono della sua ironia, amplificando e chiarendo ciascuna fiaba. Altresì divertenti sono le note dell’autrice JKR, che fa da traduttore per noi babbani, di quelli che sono termini magici, i quali “potrebbero” non esserci già noti.

Le fiabe, scritte 6 secoli orsono; vengono in questa occasione tradotte dall’antico runico da Ermione Grenger, e stando all’opinione dello stesso Silente la traduzione è alquanto accurata. E in questo dobbiamo fidarci del suo sempre esatto giudizio!

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

La genesi

La Rowling ha iniziato a scrivere Le fiabe poco dopo aver pubblicato il settimo libro della saga; dunque queste non facevano parte di un’impostazione pre-determinata alla quale ci si è attenuti fedelmente, ma qui sta il genio di una scrittrice come J.K.Rowling: nella sua capacità di intessere trame complesse autonome e interdipendenti al contempo, nonostante queste vengano concepite in momenti diversi rispetto a quanto si è portati a credere. In realtà, per quanto riguarda Le fiabe di beda il bardo, e nello specifico nell’ideazione de “La storia dei tre fratelli”, in un’intervista J.K.Rowling ha dichiarato di essersi lasciata ispirare dal “Racconto dell’indulgenziere” di Geoffrey Chauser.

Nell’intenzione originaria dell’autrice, Le fiabe di Beda il bardo avrebbero dovuto essere un’edizione limitata di sette copie, tutte manoscritte e illustrate dalla stessa J.K.Rowling. I libri, sono delle pregevoli edizioni ciascuna con il suo tratto peculiare. Furono rilegati in marocchino e decorati con cinque sbalzi d’argento intagliati a mano, ciascuno dei quali rappresenta una delle cinque storie custodite nelle pagine del libro. Alla pregevole gioielleria Hamilton & Inches di Edimburgo, fu commissionata l’incastonatura di gemme preziose, diverse per ciascuna delle sette copie, come abbellimento ed enfasi nei confronti dei destinatari.

Le fiabe di Beda il bardo, sono infatti un dono che l’autrice scelse di fare a sei tra coloro che maggiormente l’hanno sostenuta e aiutata nella scrittura e alla diffusione della serie di Harry Potter.

Inizialmente i sei destinatari dei pregiati manoscritti non furono identificate, ma nel corso del tempo di due di loro si è scoperto il nome: una è Barry Cunningham, il primissimo editore della Rowling; l’altro è Arthur A. Levine, editore della Scholastic, casa editrice statunitense per i libri di Harry Potter; entrambi hanno prestato le loro copie come parte della mostra Beedle the Bard nel dicembre 2008.

Lumos

La settima copia del manoscritto di 157 pagine, differenziandosi dalle altre per la pietra di luna incastonata, pietra da sempre collegata all’universo femminile e in particolare alla chiaroveggenza, venne messa all’asta per raccogliere fondi per la campagna The Children’s Voice (oggi Lumos). La “Moonstone edition” come venne soprannominata, andò all’asta il 13 dicembre 2007 alla casa d’aste Sotheby’s a Londra. il prezzo di partenza era di 30,000 £, e ci si aspettava di venderlo approssimativamente per 50.000 £.

Il prezzo d’acquisto finale ha superato tutte le previsioni, poiché alla fine il libro è stato acquistato da un rappresentante dei rivenditori di belle arti londinesi “Hazlitt Gooden e Fox” per conto di Amazon per un totale di 1.95 milioni di sterline; ai tempi era il prezzo di compravendita più alto per un manoscritto di letteratura moderna. I soldi ottenuti con l’asta furono poi donati dalla Rowling alla campagna The Children’s Voice.

Lo stesso catalogo di 48 pagine, fatto stampare da Sotheby’s venne venduto all’asta come oggetto da collezione, e i soldi della vendita vennero devoluti alla medesima campagna. Il catalogo include immagini del libro, come anche un commento da J. K. Rowling sulle Fiabe

Un’altra copia dello stesso libro è stata messa all’asta nel novembre 2016. È stata battuta per un prezzo di 368,750 £ il 12 dicembre 2016. il libro è stato messo in vendita da Sotheby. Il libro è manoscritto, rilegato in pelle e decorato con della Rodocrosite e un teschio d’argento. La copia ha un’annotazione dalla Rowling al signor Cunningham come ringraziamento per aver dato fiducia alla sua storia. Ha inoltre spiegato che la pietra è “tradizionalmente associata all’amore, all’equilibrio e alla gioia nella vita quotidiana”.

Dato lo scopo originario che portò alla genesi de Le fiabe di Beda il bardo, originariamente non si era previsto di rendere disponibile il libro anche per il grande pubblico. L’indignazione dei fan fece sì che, il 31 luglio 2008 si annunciò l’uscita di Le fiabe di Beda il bardo, sia nell’edizione standard che in quella per collezionisti (solo in inglese), cui prezzo di partenza era di 100 £ . Il libro è stato pubblicato dalla Children’s High Level Group e stampato e distribuito dalla Bloomsbury, dalla Scholastic e da Amazon.com; in Italia il libro è stato pubblicato, come di consueto, dalla Salani. Il libro, rilasciato il 4 dicembre 2008, è stato pubblicato nel Regno Unito e in Canada dalla Bloomsbury, l’edizione statunitense dalla Scholastic, e l’edizione per collezionisti da Amazon; è stato poi tradotto in 28 lingue diverse. I profitti derivati della vendita dei libri, mantenendo chiaro lo spirito del libro, vennero devoluti alla Children’s High Level Group.

Il grande pubblico

Similmente a quanto successo per Animali fantastici e dove trovarli e Il Quidditch attraverso i secoli, le due edizioni de Le fiabe di Beda il bardo contengono commenti e note a pie’ di pagina di Albus Silente.

L’edizione per collezionisti include anche dieci illustrazioni di J.K. Rowling che non compaiono né nella standard che nella manoscritta, come anche una riproduzione dell’introduzione manoscritta della Rowling. Questa particolare edizione, ad oggi acquistabile solo tramite altri collezionisti, emula un libro della biblioteca di Hogwarts, al cui interno è presente il libro vero e proprio di dimensioni tradizionali e perfettamente uguale all’edizione del 2016 con Rodocrosite e un teschio d’argento nel centro, con evidente differenza nei materiali, che comunque non pregiudicano la bellezza di un simile pezzo all’interno della propria collezione.

PERSONAGGI

  • Mago [1]
  • Figlio del mago [1]
  • Abitanti del villaggio [1]
  • Asha [2]
  • Altheda [2]
  • Amore [2]
  • Messer Senzafortuna [2]
  • il giovane Stregone [3]
  • Amici, parenti e servitore dello stregone [3]
  • Strega: colei che venne scelta come trofeo dallo stregone oramai non più giovane [3]
  • il Re stolto [4]
  • l’astuto ciarlatano: Gran Fattucchiere Capo, nonché Reale Istruttore Privato di Magia [4]
  • Baba: in apparenza è una miserabile lavandaia [4]
  • Sciabola: il più grande dei cane cacciatore di streghe della “Brigata dei Cacciatori di Streghe” [4]
  • i tre fratelli: il bellicoso, l’arrogante, l’umile [5]

PERSONAGGI NEI COMMENTI

  • Albus Silente
  • Hermione Granger
  • Beatrix Bloxam: autrice delle Fiabe del Funghetto, è in aperta opposizione con il contenuto troppo crudo o inadatto ai figli dei maghi
  • Professoressa Minerva McGranitt: Professoressa di Trasfigurazione a Hogwarts, diventa preside della Scuola di Stregoneria dopo la morte di Albus Silente. E’ un animagus, e la sua forma animale è quella di un soriano (gatto) membro dell’Ordine della Fenice
  • Herbert Berry: Professore di Erbologia ad Hogwarts già sotto il preside Armando Dippet
  • Armando Dippet: preside di Hogwarts predecessore di Albus Silente
  • Silvanus Kettleburn: Professore di cura delle creature magiche ad Hogwarts
  • Ashwinder
  • Brutus Malfoy:
  • Lucius Malfoy: ex membro del Consiglio di Hogwarts e discendente di Brutus Malfoy, mago purosangue nonché Mangiamorte prediletto dal Signore Oscuro, Lord Voldemort
  • zio Nobby: zio di Beatrix Bloxam
  • Hector Dagworth-Granger: pozionista fondatore della Straordinaria Società dei Pozionisti
  • Adabert Waffling: colui che sancì la Prima Legge Fondamentale della Magia 
  • “Altera i più profondi misteri -l’origine della vita, l’essenza dell’uomo –  solo se sei preparato alle conseguenze più estreme e pericolose”
  • Honoria: zia “zitella” di Albus Silente
  • Horklumps: creature magiche rosa e ispide, simili e funghi. Queste creature magiche sono ben descritte in Aminali fantastici: dove trovarli
  • Bertrand de Pensées-Profondes: mago filosofo autore del trattato “Uno studio delle possibilità di invertire gli effetti contingenti e metafisici della morte naturale, con particolare riguardo alla reintegrazione di essenza e materia”
  • Lisette de Lapin: famosa fattucchiera francese condannata per stregoneria a Parigi nel 1422 calderone con vela coniglio bianco canale della manica poi consigliere di corte di Enrico VI.
  • Aberforth: fratello più piccolo di Albus Silente
  • Inferi: cadaveri animati dalla Magia Oscura
  • Emeric: mago inglese attivo nell’Alto Medio Evo noto per la sua tanto breve vita quanto eccezionale malignità, tanto da guadagnarsi il soprannome de “Il Maligno”
  • Godelot: personaggio vissuto un secolo dopo Emeric, fu molto attivo nel far progredire e raccogliere i suoi incantesimi di Magia Oscura autore quindi della raccolta di incantesimi “Delle Magie Fetide e Putridissime”. Perì nelle proprie segrete dove venne rinchiuso dal figlio pazzo Herward
  • Herward: figlio pazzo di Godelot
  • Barnabas Deverill: mago potente e malvagio ipotetico successore nel possedere la bacchetta di Sambuco
  • Loxias: mago potente e malvagio che sovvertì lo stesso Barnabas Deverill

Definizioni

  • Stregone: vedi pag 74
  • Amore: vedi pag 75
  • Amore: la visione dello “Stregone dal cuore peloso: “…umiliazione, debolezza, un prosciugamento delle proprie risorse emotive e materiali”
  • Horcrux: dividere ciò che non è nato per essere diviso, l’anima, il cuore dal proprio corpo
  • differenza tra animagus e persona che si Trasfigura in animale: pur mantenendo in entrambi i casi i ricordi e la capacità di ragionamento dell’essere umano, l’animagus non è in grado di parlare incongruenza riscontrata invece nella fiaba di Baba raba e il ceppo ghignante
  • Animagus: il Ministero della Magia istituì anche un registro pag 97
  • Asticelli: creature magiche descritte in Animali fantastici: dove trovarli, evocativi dell’insetto stecco del mondo babbano sono soliti nidificare sugli alberi da bacchetta
  • Le maledizioni senza perdono: dichiarate illegali dal Ministero nel 1717 sono tre: Cruciatus, Imperium, Avada Kedavra

Info bibliografiche

Titolo originale: Non voglio più piacere a tutti (italiano)

Autore: Maria Beatrice Alonzi

Prima pubblicazione: 2021

Prima pubblicazione in Italia: 2021

La mia edizione: I edizione Vallardi 2021

Editore italiano: Vallardi

Collana: –

Genere: Auto aiuto, Mente e corpo, Crescita personale

Numero di pagine: 200

Preceduto da

Seguito daIl libricino della felicità (2021)

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Facciamo la conoscenza di Lampo il cane viaggiatore

Facciamo la conoscenza di Lampo il cane viaggiatore

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RACCONTORAGAZZIBIOGRAFICO

Facciamo la conoscenza di Lampo il cane viaggiatore

La storia di Lampo in cane viaggiatore è una storia vera raccontata da Elvio Barlettani che l’ha vissuta in prima persona…e leggendola io ho ricordato quando il mio cane mi accompagnava alla fermata dell’autobus…

28 FEBBRAIO 2020 – ROMA

RACCONTORAGAZZIBIOGRAFICO

Lampo il cane viaggiatore di Elvio Barlettani. Ecco la mia recensione.

 

Sono nata e cresciuta in campagna, quindi per me l’avere un cane ed essere a contatto con gli animali è qualcosa di estremamente naturale, direi fisiologico. Credo che questa, sia un’esperienza comune a chiunque viva o abbia vissuto in campagna o comunque in un ambiente quanto più vicino alla natura che il secolo in cui viviamo (o la nostra mentalità) possano consentirci.

Ovviamente per chi indossa più stivali che scarpe col tacco, il cane è una parte di sé e così è sempre stato con i miei. Così quando ricevetti questo libro, in un’edizione scolastica e alquanto sciupato, non avevo idea di quanto alcune mie esperienze fossero simili a quella vissuta da Mirna con Lampo.

Certo la storia di Lampo il cane viaggiatore, è decisamente più avvincente della mia eppure, durante la lettura, non potei fare a meno di ripensare all’ultimo cane che visse con me in quella casa. Si chiamava Roy, e ogni mattina mi accompagnava alla fermata dell’autobus.

Iniziai ad andare a scuola da sola con l’autobus abbastanza presto rispetto ai miei coetanei, e per raggiungere la fermata dovevo passare per una stradina imperlata di rugiada mattutina, così che spesso finivo con lo sporcare i miei pantaloni o bagnare le calze. Ma alla fine non è che mi importasse molto, perché era divertente camminare con il mio cane a farmi da apripista.

Ogni mattina, arrivati al cancello che dava sulla strada principale, ero solita rimandarlo a casa, ma una mattina si ostinò ad accompagnarmi proprio fino alla fermata dell’autobus e qui aspettarne l’arrivo. Fu quella volta che faticai a farlo scendere dall’autobus, perché quel meticcio di oltre 25 chili, aveva deciso di venire proprio con me. Fu bellissimo, oltre che imbarazzantissimo! Ma tant’è ho un ricordo prezioso, che molti possono solo leggere. Ed è davvero una gran fortuna che Elvio Barlettani, il ferroviere padre di Mirna, abbia deciso di scrivere a proposito di Lampo e del grande amore per sua figlia.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Trama di Lampo il cane viaggiatore

La storia di Lampo soprannominato “il cane ferroviere” o “cane viaggiatore”, è senza tempo. Toccante e invidiabile all’inverosimile. Tutto comincia quando questo cane randagio, dal pelo bianco con qualche macchia, divenne amico del ferroviere maremmano Elvio Barlettani, appunto l’autore del libro e migliore amico di sua figlia Mirna.

Fece la sua comparsa, nella vita di questa famiglia un giorno scendendo da un treno merci, alla stazione di Campiglia Marittima, dove stabilì la sua residenza nonostante le disposizioni del Capo ferroviere.

Ma l’irreale non risiede nel come iniziò la storia di Lampo, ma di come divenne nota non solo tra i ferrovieri italiani, (leggendo scoprirete il perché) ma anche ai pendolari, che a poco a poco si erano abituati alla presenza di questo cane eccezionale.

Ogni giorno, accompagnava Mirna a scuola, conosceva l’orario in cui arrivava la “carrozza ristorante”, distingueva treni, fermate, orari e coincidenze; si godeva i vari cambi treno senza allontanarsi troppo da Campiglia perché a scuola si arriva in orario ogni giorno. E lui davvero di orari se ne intendeva, persino quando…

La sua vita, semplice e speciale al contempo, gli valse un monumento e questo libro.

Info bibliografiche

Titolo originale: Lampo il cane viaggiatore

Autore: Elvio Barlettani

Prima pubblicazione: 1962

Prima pubblicazione in Italia: 1962

La mia edizione: 1998

Editore italiano: Garzanti

Collana: Garzanti scuola

Genere: Ragazzi

Numero di pagine: 184

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