FRANCIA & INGHILTERRA
Ed eccoci come penultima tappa, in Francia dove la novella di Bandello fu tradotta in francese da Pierre Boaistuau (1559) nel primo volume delle sue Histories Tragiques. L’emotività e il moralismo aggiunti da Boaistuau furono la chiave di volta. La sua versione venne a sua volta tradotta in inglese, sia in prosa (da William Painter nel suo Palace of Pleasure, 1567), sia in versi: il poema narrativo Tragicall Historye of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke, che divenne la fonte principale dalla quale William Shakespeare attinse per il suo Romeo and Juliet.
Il poema drammatico di Brooke è piuttosto breve. Parliamo di poco più di tremila versi, scritto in rime baciate di esametri giambici alternate a eptametri, il cui ritmo alquanto monotono e moraleggiante, come già in Boaistuau, ha qui il grande pregio di introdurre la fIgura della balia, rappresentata alla stessa maniera shakespeariana. Una donna del popolo, sboccata, spontanea, dall’umorismo dilagante, generosa e dal cuore grande, soprattutto nei riguardi della tanto cara al suo cuore, Giulietta.
SHAKESPEARE
La trama di Romeo & Giulietta è a questo punto delineata; e ancor più chiaramente possiamo affermare che quanto rese celeberrima la versione di William Shakespeare furono dunque, non gli eventi narrati, ma la capacità di questi di toccare nel vivo lo spettatore/lettore. Shakespeare, differentemente da Boaistiau che ritiene gli innamorati responsabili della loro triste sorte, si schiera apertamente dalla parte degli innamorati, trasformando così. Romeo e Giulietta nell’archetipo dell’amore tragico, che tutto il mondo conosce.
Per enfatizzare il coinvolgimento emotivo dello spettatore/lettore, Shakespeare adotta un’altro stratagemma, tanto efficace quanto semplice. Nelle precedenti “versioni”, il tutto si svolgeva in un tempo dilatato di 9 mesi; qui invece la vicenda evolve e termina nel giro di giorni: da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Certamente una grande emotività avvolgeva i teatranti che per primi inscenarono la tragedia shakespeariana, abituati com’erano a dover improvvisare un finale più felice. La tragedia di Romeo e Giulietta, venne composta tra il 1594 e il 1956, ed a quel tempo le persone già flagellate dalle difficoltà della vita, non avevano certo voglia di spendere i loro sudati soldi, per vedere inscenata una tragedia. Quello che tuttavia ci immaginiamo è una platea di persone attonite, troppo coinvolte per poter anche applaudire…incantate.