Le poesie d’amore di Antonia Pozzi per ricordarci l’amore autentico
Antonia pozzi anche in questa raccolta Poesie d’amore, ci fa sentire tutta la brutale assenza dolorosa della persona amata. Percepiamo il vuoto, la distanza, i silenzi e sentiamo il nostro cuore stringersi come un pugno che stringe forte l’aria, privando i polmoni dell’ossigeno che serve per vivere.
Ma forse per noi che leggiamo le sue poesie d’amore c’è il lieto fine.
10 AGOSTO 2023 – PALLANZA (VERBANIA – LAGO MAGGIORE)
Poesie d’amore di Antonia Pozzi. Ecco la mia recensione
Ho legato Poesie d’amore di Antonia Pozzi (insieme a I fiori del male di Charles Baudelaire) ad un anniversario per me molto importante. Acquistato nella libreria Grossi di Domodossola, che trovi proprio di fronte alla suggestiva Piazza del Mercato, l’ho letto tutto d’un fiato mentre bevevo uno dei caffè più buoni di sempre. Ammetto che quello è “un caffè a cui mi sarei abituata molto volentieri” e per certi versi è andata proprio così.
É sempre un piacere tornare qui, perché è un luogo dove ho lasciato un pezzo di cuore!
Non bevo spesso caffè, ma quando lo faccio torno con la mente e il cuore qui, dove l’ho ribevuto per la prima volta perché una persona cara al mio cuore, mi ha fatto innamorare anche di questo. Stavolta per celebrare l’occasione: caffè “Kenya” estratto con il V60.
E poi è sempre bello, per me che cambio sempre, tornare in un luogo come è Domodossola, come è il Lago Maggiore, come lo sono queste montagne in cui il tempo sembra fermarsi e a volte persino tornare indietro.
Nella mia mente la musica, sopra le altre: Little Wing di Jimi Hendrix.
A te,
ala bianca
della mia esistenza.
Benedizione, p.24
Poesie per un amore profondo come il Lago (Maggiore)
Che la poetessa milanese sapesse raccontare lo strazio dell’amore, lo abbiamo appurato già in Mia vita cara e Guardami sono nuda (affezionatissima ad entrambi per motivi diversi). Eppure ogni volta, anche rileggendo le stesse poesie, sembra quasi che le sue parole abbiano la capacità di arrivare sempre più in profondità e di farci sentire davvero la sensazione di amare qualcuno, che in quel momento non è con noi.
Questo è il libro che ho avuto con me, la prima volta che ho attraversato il Lago Maggiore da sola per raggiungere la sponda di Pallanza partendo da Stresa, facendo così il giro completo delle isole borromee; l’emozione mi ha vinta e io l’ho lasciata vincere. Con i suoi 372 metri di profondità, il Lago Maggiore ti fa sentire come se fosse in grado di contenere tutto quello che provi. Qui mi sento e sono sempre libera di affidare tutto il mio amore a queste acque, che con il loro sciabordio costante e delicato cullano le mie emozioni. Il loro movimento non è mai impetuoso, ma accoglie nel suo ventre blu i tormenti di chi lo guarda e attraversa, regalando al cuore e all’anima un po’ di pace.
Restiamo presso questo lago, anima cara;
restiamo in questa pace.
Lago in calma, p.25
Le montagne testimoni d’amore
Nell’alto Piemonte, dove mi trovo ora, ogni luogo è circondato da montagne. Ho imparato a riconoscerne le vette, le forme, le rocce e vederle in ogni stagione è per me un balsamo per l’anima, perché questo luogo è diventato la mia casa. Non l’avrei mai nemmeno potuto immaginare.
I loro occhi sempre discreti hanno osservato ciò che ho vissuto, avendole come testimoni della bellezza e felicità a tratti struggente ma sempre profonda, che mi hanno donato. Così in cambio di pieni sorsi di cielo, stelle, vino e amore dei quali non sarò mai capace di saziarmi, io ho donato “loro”: me stessa, le mie notti insonni e le mie poesie d’amore, come anche le mie parole carnali più belle e tutto ciò che scrivo, ‘che emana il profumo di questi luoghi. Tutto è successo qui, tra queste montagne perché ogni storia d’amore ha le sue montagne che lo suggellano e rendono eterno. Le mie ora sono qui, come lo è mio cuore.
Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi di cielo e stelle -bevuti
sulle montagne […]
Bellezza, p.55
Poesie d’amore perché eternamente ti amo
Ma cosa serve allora leggere poesie d’amore, che è il titolo stesso di questa raccolta di Antonia Pozzi, se la sensazione che si prova mentre si legge, e che perdura anche dopo aver finito la lettura, è un senso di profonda nostalgia e malinconia?
Probabilmente serve, così come scrive la stessa poetessa milanese, a ricordarci che la sofferenza che proviamo è l’unità di misura che abbiamo per ricordare a noi stessi, che ciò che abbiamo vissuto è stato profondamente vero e autentico, anche se ciò lasciato un senso di incompiuto e insoddisfatto.
L’amore, anche nel dolore, è ciò che dà un senso ad ogni cosa. Così per celebrarlo e renderlo ancora più reale, colei sa scrivere poesie, lo fa dichiarando di essere diventata la moglie di colui che si ama.
La fede ossolana mi rende tua moglie
Accogliere l’amore come musa, è come accettare una proposta di matrimonio. Scrivere poesie d’amore è come indossare la fede sul proprio anulare sinistro, affinché la nostra appartenenza venga gridata e le montagne con il loro eco ne possano diffondere il messaggio.
Era la seconda volta che andavo a Domodossola quand’ecco che scopro un orefice che tutt’oggi produce la fede ossolana. Riproduzione di un gioiello del XVIII secolo, penso che sia la più bella in assoluto perché il suo significato simbolico celebra non solo l’amore (cerchio), ma anche l’appartenenza e il legame (stella alpina), l’abbondanza e la prosperità (grano saraceno), la perpetuità del legame (nastri intrecciati) arrivando all’abbondanza e alla fecondità (mezze sfere).
Anche oggi, indosso due degli anelli che ho comprato proprio qui. Era un sabato ed ero venuto apposta per vedere come Domodossola si trasformava durante il tradizionale mercato, ed il banco era proprio di fronte alla libreria dove oggi ho comprato questo libro. Più che ironia, legame.
E da quando li ho indossati la prima volta, mi sono sentita sposata a questo luogo e a chi vi appartiene da sempre. Possiedo molti anelli, li indosso tutti, ma quelli che ho comprato qui, li indosso sempre e li ho indossati anche quando tra le montagne, ho partecipato ad un battesimo che anelavo da tempo.
L’amore vive tra carnalità e romanticismo, sempre!
Mi è impossibile non pensare a Erotica di Ghiannis Ritsos, in particolar modo alla sua terza sezione: parole carnali, perché anche tra quelle pagine ho colto quella stessa sensazione di distanza. Ancora di più il desiderio profondo di ricongiungersi alla persona amata, poiché aneliamo al suo ritorno e al momento cui le nostre mani, potranno ancora toccare la sua pelle e guardare davvero il suo viso e i suoi occhi, fino ad arrivare alla sua anima.
Carnalità e romanticismo seppur in maniera diversa, sono presenti tanto in Antonia Pozzi che in Ritsos, perché sono due lati della stessa medaglia. Vero è, che quando leggiamo Antonia Pozzi il senso di vuoto prevale rispetto alla presenza, che invece predomina in Ritsos che ci rende testimoni di un amore che è stato davvero vissuto arrivando a penetrare le più piccole cose della quotidianità.
Allora perché leggere poesie che raccontano l’assenza rispetto alla presenza? Semplicemente perché sono intense e fungono sia da faro che da ispirazione a trovare nel presente quell’intensità romantica e carnale. Ma soprattutto, a viverla in maniera così profonda da riuscire a farla vivere negli anni come se fosse il primo giorno, come se si fosse davvero in grado di dare concretezza al significato che è racchiuso nella fede ossolana di cui ti ho raccontato nel paragrafo precedente.
Le montagne sono braccia in cui rifugiarsi
E nella sacra unione del matrimonio, che spiritualmente avviene al di là di fastose cerimonie; l’altro diventa il luogo in cui troviamo conforto e rifugio. E su questo sia la Pozzi che Ritsos sono d’accordo e io con loro.
Come sei bella. La tua bellezza mi spaventa. Ho fame di te. Ho sete di te. /
Ti supplico: nasconditi, diventa invisibile a tutti; visibile solo a me
[…]
E sotto l’orsa rossa ci amiamo infinitamente, oltre il tempo e oltre la morte, in un’unica unione universale. Come sei bella. La tua bellezza mi spaventa. Ho fame di te. Ho sete di te. Ti supplico nasconditi
Erotica – Ghiannis Ritsos, Pagina 119
(Leggi qui la poesia completa)
Tu stendi una coperta per me
sul pagliericcio:
con le tue mani dure
me l’avvolgi alle spalle, lievemente,
che non mi prenda
il freddo.
Io penso al grande mistero che vive,
in te, oltre il tuo piano
gesto; al senso
di questa nostra fratellanza umana
senza parole, tra le immense rocce
dei monti.
E forse ci sono più stelle
e segreti e insondabili vie
tra noi, nel silenzio,
che in tutto il cielo disteso
al di là della nebbia.
Rifugio, p.53
Come per amore si diventa migliori
Leggendo Poesie d’amore di Antonia Pozzi, mi torna alla mente anche il testo della canzone The man in me di Dylan proprio nel momento in cui leggo le parole “il cielo in me“.
Ci vuole una donna come teIt take a woman like youPer raggiungere l’uomo in meTo get through to the man in me
Il ritmo di questa canzone, così leggero
Ma, oh, che sensazione meravigliosaBut, oh, what a wonderful feelingSolo per sapere che sei vicinoJust to know that you are near
e spensierato, come l’amore autentico, ci rende capaci (e disposti) a fare qualsiasi cosa
L’uomo in me farà quasi qualsiasi compitoThe man in me will do nearly any task
perché il semplice avere vicino la persona con la quale siamo uniti da amore reciproco ci mostrerà il meglio di noi, perché lui/lei lo vede in noi, e noi saremo disposti a diventare la versione migliore di noi stessi. Non perché l’altro non ci accoglie per come siamo in quel momento, perché ci accoglie completamente, ma perché il nostro amato vede non solo il seme, ma la pianta che possiamo essere.
Allora per amore, suo e nostro,
noi
diventiamo quella pianta forte e meravigliosa.
Tu
eri il cielo in me,
che non mi amavi per la mia persona
ma per quel seme
di bene
che dormiva in me.
Il cielo in me, p.49
E poi lo ha scritto (inaspettatamente) anche Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray che:
Quando si è innamorati si supera se stessi.
Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
Il cielo fu in me
Ogni pianta per crescere forte ha bisogno di sole e del suo cielo da guardare ogni volta che ne sente il bisogno; così ecco che anche guardare il cielo, del bellissimo blu degli occhi che ci hanno fatto innamorare, diventa vitale.
Amiamo il blu di quegli occhi profondamente, ma non per il loro colore come si potrebbe pensare, ma perché in quello sguardo, nello sguardo della persona che amiamo, abbiamo visto una dolcezza che ci ha penetrati facendoci sentire completamente accolti. Lo sguardo dell’amore ha il grandissimo potere di farci da bussola e di darci stabilità, ecco perché ne abbiamo quotidiano bisogno.
E che grandissimo privilegio è amare colui che ha gli occhi azzurri, perché ogni volta che guardiamo il cielo abbiamo la possibilità di guardare la persona che amiamo, di guardare cosa c’è davvero dietro/dentro quegli occhi blu (come cantavano in Behind blue eyes i Limp Bizkit anche se dovendo fare bella figura dovrei pensare alla versione originale dei The Who).
Penso che il blu sia uno dei colori più insondabili che esistano al pari del bianco (che ultimamente indosso davvero spesso), ed è questo il motivo per cui amiamo perderci nella loro contemplazione, nella contemplazione di quegli occhi dove troviamo sempre tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E la parte più irrazionale quanto meravigliosa, è che nonostante la vastità di questo colore, la vastità del cielo, del Lago Maggiore (nel mio caso) e di quegli occhi blu non ci si sente mai persi, ma sempre ritrovati.
Io non devo scordare
che il cielo
fu in me.
Tu
eri il cielo per me.
Info bibliografiche
Titolo originale: Poesie d’amore (italiano)
Titolo: Poesie d’amore
Autore: Antonia Pozzi
Prima edizione: –
Prima edizione italiana: –
La mia edizione: 2019
Editore italiano: Pungitopo
Collana: –
Genere: Poesia
Numero di pagine: 80