Un simile atteggiamento porta anaffettività, quindi un distacco emotivo e fisico che si tenta di colmare tra grandi e piccoli con situazioni estreme di violenza, crimini, droga e sessualità spinta, con il solo fine di stabile una qualche connessione, con chiunque in effetti, purché sia con noi in quel momento a condividere qualcosa.
Gli adulti che non hanno stabilito delle corrette e sane priorità, si ritrovano ad avere a che fare con la scomoda presenza dei loro figli che emulando il loro atteggiamento privo di concreta rettitudine reagiscono, semplicemente, andando avanti sebbene allo sbando, nel tentativo più o meno riuscito di vivere le loro vite.
Leggendo le pagine de “Il seggio vacante” ripensiamo a Dorian Gray (gli abitanti di Pagford), ripensiamo a Pandora (il consigliere Barry Fairbrother) che con la sua morte svela il marciume della piccola comunità, nei confronti della quale dedicò tutta la sua vita. Una panoramica arrivista, dove tutti pensano come migliorare la propria situazione economica e di ruolo all’interno della comunità di appartenenza, piuttosto che prendersi un periodo più o meno lungo per analizzare i proprio rapporti interpersonali e con il proprio io, accuratamente celato al nostro e all’altrui sguardo.
Una carrellata di personaggi, difficile da assimilare soprattutto quando andiamo ad incrociare la realtà di Pagford, con quella del vicino quartiere popolare The Field, che come ogni realtà che ci impegniamo a denigrare ci ripaga piombando proprio nel nostro giardino ben curato.