Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Libro su Frida Kahlo

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Cos’è lo storytelling e come fa ad arrivare alla radice del racconto

Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi è uno di quei libri all’interno del quale conservi un segnalibro perché contiene davvero un’ottima sintesi e analisi di che cosa significa a fare davvero Storytelling.

27 GIUGNO 2023 – tra FIRENZE, ROMA & TORINO

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Alla radice del racconto di Elizabeth Gelfi. Ecco la mia recensione.

 

Che cosa significa fare Storytelling per Elisabeth Gelfi? Ce lo spiega nel suo primo libro Alla radice del racconto: comunica, emoziona, vendi: tutto ciò che devi sapere per far crescere il tuo business.

Questo piccolo manuale non si limita a descrivere quello che lo Storytelling è, o meglio come si fa e quello che è il suo reale e autentico potere, ma ci porta davvero ad avere una conoscenza davvero più profonda di come funziona la mente dell’essere umano. Fare Storytelling indipendentemente dall’ambito in cui si va ad applicare questa “disciplina”, significa parlare in maniera autentica, emozionale ed empatica alle persone. Ecco che diventa quindi determinante, la reale comprensione di come effettivamente le persone sono, o almeno di come “sono” le persone a cui ci andiamo a rivolgere.

Determinante in tal senso l’individuazione dettagliata delle “nostre” user personas.

Ho letto Alla radice del racconto a Firenze. Mi sono accomodata prima in una caffetteria e poi in un’altra, e mentre sfuggivo dal caldo estivo del centro Italia mi sono immersa in questa lettura che ho percepito totalmente affine alla visione che ho io dello Storytelling.

Ora ti racconto tutto così che davvero capirai quanto è determinante scegliere di fare Storytelling indipendentemente che tu sia un brand o voglia creare e migliorare il tuo personal brand.

Perché uno storytelling ben fatto va alla radice del racconto?

Lo Storytelling è una delle forme di comunicazione più genuine che esistano. Quando si fa Storytelling diventa essenziale mostrare quella che è l’autenticità, sia che si tratti di un brand o di un personal brand. Il concetto è lo stesso: bisogna andare in profondità, per scardinare tutte quelle che sono le sovrastrutture che potrebbero essersi consolidate nel corso del tempo, oppure quelle credenze che ci portano a pensare di doversi mostrare al pubblico in un certo modo veicolando un certo messaggio, con l’intento di venir percepiti come  “migliori”.

Ma Elizabeth Gelfi in Alla radice del racconto ci insegna che non esiste migliore o peggiore, esiste soltanto quella che è la nostra vera storia e soprattutto il modo migliore (in questo caso sì) di comunicarla, a seconda delle piattaforme e degli strumenti che strategicamente si sono scelti.

Comunicare come davvero noi siamo, qual è il nostro reale valore e come questo può essere di aiuto e supporto per il nostro pubblico, è il cuore pulsante di uno Storytelling davvero ben ideato prima e fatto poi. Indipendentemente che vendiamo prodotti fisici, digitali, consulenze o qualsiasi altro tipo di “prodotto”, il nostro obiettivo è veicolare le qualità non solo dei nostri prodotti ma del brand stesso in modo da far sentire il nostro pubblico in linea con la nostra “personalità”.

Lo Storytelling è il mezzo migliore per farci conoscere nella nostra autenticità e poliedricità, ed è davvero bellissimo ciò che si può creare in questo modo. Certo è “più” complesso soprattutto in una fase iniziale, ma ripaga enormemente da tanti punti di vista.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Che cosa significa Storytelling?

Facendo una enorme sintesi di ciò che significa fare Storytelling possiamo dire che significa: mostrarsi tanto in maniera autentica che in maniera strategica, facendo leva su quella che è la sfera emotiva ed emozionale di chi entra in contatto con la nostra narrazione.

Quando si parla di emozioni e di avere quindi una narrazione di tipo emozionale, significa fare in modo che chi ci ascolta, ci guarda, ci legge abbini naturalmente emozioni positive al nostro brand o personal brand. Questo può essere vero tanto andando a trovare un appiglio nei ricordi delle nostre “user personas'” che facendole proiettare in una situazione fortemente desiderata emozionandole (appunto) in modo da fargli già pregustare il risultato finale.

Lo Storytelling è quindi una comunicazione positiva, che in maniera prevalente fa leva su tutta la gamma di emozioni che vengono catalogate come positive e perché no, tal volta nostalgiche, ma comunque piacevoli e intense.

Si differenzia da una comunicazione “tradizionale” poiché è essenzialmente volta alla creazione di relazioni durevoli nel tempo e solide. Fornisce infatti la meravigliosa possibilità di instaurare un dialogo bilaterale tra il brand/personal brand e il suo cliente ideale, dando modo al futuro clienti di conoscere il brand da un lato, e di dare a quest’ultimo il fisiologico tempo di capire e quindi attuare, la giusta forma comunicativa che meglio si adatta al suo pubblico.

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Qual’è il reale valore dello Storytelling?

Lo Storytelling è lo strumento più potente che può essere utilizzato per relazionarsi in maniera efficace con il proprio fu proprio pubblico. Di fatto il brand/personal brand si mette “al servizio” della propria community la sua comunicazione, proprio per aiutare ogni singolo membro a comprendere meglio le proprie necessità e quindi rendersi conto scientemente se siamo noi che possiamo soddisfare quel bisogno in maniera efficace, oppure se tale necessità andrà soddisfatta altrove. Questo altrove non deve mai spaventare, perché la vendita è auspicabile quando davvero in linea con necessità e valori di chi acquista. In tal senso lo Storytelling assume per certi versi anche una valenza etica e professionale, che nel mondo del tutto e subito crea (come piacevole effetto collaterale) una sensazione di affidabilità.

Certo tutto questo viene fatto per vendere indipendentemente dal cosa, eppure ciò che non viene detto, ma che Elizabeth Gelfi ha il coraggio di fare, è l’aspetto pedagogico dello Storytelling. Il vero valore di un brand o un professionista che investe nel suo personal brand, è l’educazione del sui cliente ideale affinché questi abbia la capacità di esplorarsi e comprendere davvero che abbiamo esattamente ciò che stava cercando. Il momento che si riesce a fare questo: a dare consapevolezza, qualunque cosa noi vendiamo si venderà da sola, perché avremmo saputo arrivare non solo “alla radice del racconto” ma avremmo ma saremmo stati in grado di arrivare alla “radice della problema” che ha la nostra community. Di fatto la soluzione che mostriamo loro e il modo in cui noi (noi e solo noi) attuiamo quella soluzione diventa il motivo per il quale non solo ci seguono, ma effettivamente acquistano da noi.

Quindi qual è il grande valore dello Storytelling? Che crea community solide ossia gruppi di persone connesse tra di loro a prescindere da quella che può essere una relazione di tipo economico.

Aumentare le vendite con lo Storytelling

Certo potrà sembrare controproducente un approccio di questo tipo, poiché apparentemente (e sotto e sottolineo apparentemente), non è finalizzato alla vendita. Ma in realtà e questo è il miglior modo per creare un terreno fertile in cui le radici di qualunque prodotto o servizio andremo a vendere alla nostra community, avranno florida possibilità non solo di attecchire ma di crescere in maniera rigogliosa dandoci frutti ancora più appaganti di quelli che avremmo potuto immaginare. Ovviamente quando dico/scrivo frutti intendo obiettivi, risultati, vendite, KPI, dati e quant’altro.

Uno degli aspetti che mi piace particolarmente dello Storytelling, e qui do un’opinione assolutamente personale, è che quando viene davvero ben! fatto riesce a generare frutti anche quando per qualsiasi motivo all’esterno si potrebbe percepire che abbiamo “diminuito la nostra presenza”. A pensarci è esattamente come nelle relazioni: quando sono solide, si può persino trarre beneficio da dei momenti in cui ci si prende dello spazio poiché sono questi i momenti in cui entrambe le parti crescono come singole, per riuscire nonostante le distanze, ad entrare in vicendevole contatto. Dal punto di vista del Digital marketing questi sono i momenti in cui emerge davvero tutto l’enorme lavoro che è stato fatto in termini di Storytelling e identità digitale e sono quelli in cui ci si rende davvero conto che si è costruito un brand/personal brand forte e stabile.

La sensazione è impagabile!

Come si fa Storytelling?

Comunicare per vendere attraverso lo Storytelling ha evidentemente delle tempistiche diverse rispetto al basare la propria strategia digitale prevalentemente su attività più “immediate” come potrebbe essere ad esempio quella dell’advertising. Budget permettendo mi piace sempre molto abbinare queste due attività in modo che procedano in parallelo, ma da advertiser (oltre che storyteller) posso serenamente affermare che non c’è advertising che tenga senza una solida base di Storytelling!

In realtà nonostante si pensi che a livello gerarchico sia l’advertising l’aspetto più rilevante all’interno di una strategia digitale correttamente impostata e applicata, è invece proprio lo Storytelling ad essere l’elemento determinante poiché è da un lato funge da filo conduttore, dall’altro rafforza ogni singolo elemento della Digital strategy che ogni brand o personal brand sceglie strategicamente di usare.

Ecco quindi che fare Storytelling acquisisce un significato più ampio: comunicare al meglio a partire dal momento in cui si è individuata la nostra vera identità, veicolandola positivamente con gli strumenti che sono per noi più funzionali in quel momento.

Se è essenziale da un lato definire a monte quella che sarà la nostra comunicazione, a cominciare ad esempio dalla nostra identità verbale e visiva, dall’altro è altresì imprescindibile accogliere positivamente all’interno della nostra strategia digitale che io interpreto come una estensione “pratica” dello Storytelling, tutte quelle che sono le innovazioni a livello digitale, per valutare se e come queste innovazioni possono effettivamente essere di supporto nel raggiungimento dei nostri obiettivi.

Evidenzio che valutare non significa scegliere, significa però porsi con una mentalità proattiva verso tutte quelle che sono le nuove occasioni comunicative che la fisiologica evoluzione digitale ci mette, e sempre di più metterà a nostra disposizione. Nessun ansia quindi nello scegliere di includere o di escludere alcune piattaforme, alcuni social, alcuni tools perché questa scelta è giustificata da una corretta strategia digitale che ci garantisce l’uso di ciò che è meglio per noi.

Il tutto ovviamente volto a dialogare e comunicarci nella maniera che sia per il nostro pubblico più semplice e chiara possibile.

Storytelling efficace grazie agli archetipi

Le emozioni giocano un ruolo centrale in tutte le interazioni che avvengono nella nostra vita, hanno quindi un impatto determinante sulle nostre decisioni perché consentono di processare le informazioni in modo molto rapido.

Eh sì, lo Storytelling ha sempre un obiettivo! Non è mai, o quasi mai, narrazione fine a sé stessa ma il bello sta proprio qui giusto?! É una continua prova di abilità comunicativa e forse è proprio uno degli aspetti più stimolanti di quando sei un* storyteller (si perché qui si tratta di esserlo non di farlo per professione 😉 ).

La primo delle argomentazioni che ho trovato più interessanti è quella della degli archetipi, proprio in funzione del fatto che è fondamentale capire a quale archetipo apparteniamo e di conseguenza qual è la tipologia di narrazione strategica che andremo ad applicare.

Qui riporto solo i 12 archetipi suddivisi in 4 gruppi. Per la spiegazione dettagliata chiaramente rimando a questo libro che davvero riprendo in mano ogni volta che inizio a seguire un nuovo cliente perché è “chiarificante” avere nero su bianco alcuni passaggi che seppur noti a chi come me è un* storyteller, risulta comunque confortante avere a portata di mano.

Stabilità: angelo custode, sovrano, creatore

Indipendenza: innocente, saggio, esploratore

Cambiamento: eroe, mago, ribelle

Appartenenza: uomo comune, burlone, amante

Anzi ti propongo un piccolo test, prova ad immaginare quale di questo archetipo è il tuo e poi verificalo leggendo le spiegazioni di Elizabeth Gelfi, sono certa troverai spunti interessanti e inaspettati.

Trance narrativa: crea uno Storytelling immersivo

Stato di completo coinvolgimento

Scegliere quindi di comunicare attraverso lo Storytelling significa fare ben più che comunicare in maniera persuasiva. Grazie allo Storytelling siamo infatti in grado di creare una vera e propria trance narrativa che assomiglia davvero a quello che è il viaggio dell’eroe che ad esempio viene spiegato molto bene in Branded Podcast Producer di Rossella Pivanti, seppur dal punto di vista del fare podcasting. Ma questo rafforza ancora di più il concetto che lo Storytelling è davvero un mezzo comunicativo potente e soprattutto (scelgo questo termine) “universale”.

La trance narrativa è composta dei seguenti 7 punti:

  • Contatto
  • Familiarità
  • Immersione
  • Identificazione
  • Emersione
  • Distanziamento
  • Trasformazione

Come si noterà, seguire questi passaggi è qualcosa di molto naturale eppure sarà fondamentale per creare quella relazione autentica e rilevante nella mente delle persone, che innescherà l’impulso di cercare proprio noi perché rispondiamo esattamente ad una loro esigenza.

Ci tengo a trasmettere il messaggio che lo Storytelling (e il Digital Marketing in senso ampio) ha una sua etica fondante e cioè quella di mettere le persone al centro. I loro bisogni e la volontà di veicolare emozioni positive sono i pilastri sui quali qualsiasi Storytelling dovrebbe basarsi. Il risultato sarà quello che le persone si ricorderanno del nostro brand/personal brand e quindi acquisteranno (e riascquisteranno) da noi preferendoci alla concorrenza che anzi non verrà minimamente presa in considerazione.

Come nella migliore delle relazioni diventeremo gli unici a “farci sentire così”.

Sinossi

La radice perfora il terreno, assorbe acqua e nutrienti, àncora la pianta.
Quale migliore immagine possiamo utilizzare se non questa per raccontare quanto la nostra storia sia la forza
dietro ad ogni scelta.
Se sei un o una professionista, un o una freelance o hai una piccola media impresa inizia a pensare che ciò che sei determina ciò che gli altri percepiscono della tua attività.
Non puoi più pensare che sia sufficiente mostrare solo la tua offerta, ma occorre strutturare una narrazione che immerga nelle emozioni chi hai di fronte.
Questo libro vuole mostrarti tutto ciò che devi sapere prima di iniziare a comunicare.
È lo strumento perfetto che ti porterà a guardare il marketing con occhi diversi.

Info bibliografiche

Titolo originale: Frida para apasionados (italiano)

Titolo: Alla radice del racconto

Autore: Elizabeth Gelfi

Prima edizione: 2022

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: WE Edizioni

Collana: –

Genere: marketingseo & copywriting

Numero di pagine: 112

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E chi le conosceva le Fiabe del monte di Portofino?

E chi le conosceva le Fiabe del monte di Portofino?

Libro su Frida Kahlo

RACCONTOFANTASTICORAGAZZI

E chi le conosceva le Fiabe del monte di Portofino?

Le fiabe del Monte di Portofino di Annamaria “Lilla” Mariotti, sono quel tipo di racconti che, sia a leggerli da adulti che da bambini, ti fanno desiderare che la storia che stai leggendo non sia soltanto una favola, un racconto della buona notte! Leggendoli ti ritrovi a sperare sinceramente che abbiano un fondo di verità. E una parte di te lo crede davvero.

Da leggersi tutto d’un fiato, magari mentre ci si gode un tramonto con un buon calice di vino e si sorride con estrema leggerezza, mentre lo sguardo si perde a guardare l’orizzonte, magari trovandosi proprio a Portofino o a Camogli come è successo a me.

2 LUGLIO 2023 – TORINO

RACCONTOFANTASTICORAGAZZI

Le fiabe del monte di Portofino di Annamaria “Lilla” Mariotti. Ecco la mia recensione.

 

Ho acquistato Le fiabe del monte di Portofino di Annamaria Lilla Mariotti in una piccola libreria sulla sulla promenade di Camogli in Liguria. Era un mercoledì, il 15 Giugno del 2022 e avevo 32 anni.

Cercavo il solito souvenir letterario, in quel giorno per me veramente molto importante, quando venni attirata dai banchetti sui toni dell’azzurro che erano stati messi fuori dalla libreria. Attirò il mio sguardo il piccolo libro Isolario italiano di Fabio fiore di cui mi piaceva molto la forma, che scoprì poi in mentre lo leggevo, evocare proprio quello che era un diario di viaggio diario di bordo. 

Le fiabe del monte di Portofino a Camogli

Quella era l’unica copia, allora entro per curiosare, finché non trovo anche quest’altro libro che da innamorata dello storytelling quale sono, e quindi anche (perché no?!) di favole e racconti popolari, non ho potuto far altro che portarli via con me entrambi. A onor del vero entrambi mi furono regalati, proprio per arricchire di galanteria quel pomeriggio ligure, in bilico tra l’improvvisazione e un copione già scritto, che sta prestava a trasferirsi in Toscana.

Le storie che ci vengono proposte da Lilla sono sette e in assoluto le mie preferite sono Il gigante addormentato e Lo scialle magico. Questa raccolta di favole per bambini (?) è davvero molto breve soltanto 77 pagine, disegni compresi, il che fa pensare proprio alla alla fugacità del viaggio e al poco tempo che a volte si dedica alla lettura quando si è lontani da casa proprio perché si è presi dalle tanti stimoli che si incontrano.

Come è nato il monte di Portofino?

In Le fiabe del monte di Portofino la fantasia vola così alta, che ci viene quasi da pensare che esista davvero un fondo di verità in questi racconti e che non siano soltanto favole da leggere ai bambini, prima di andare a letto o mentre si raggiunge l’albergo Italia che è narrato nella prima favola (esiste davvero?).

Persino la storia della nascita di Portofino, che altri non è se non il gigante addormentato con la testa verso il mare le gambe verso la collina e la vicina Camogli, che altro non è se non il villaggio dei pescatori che lo stesso gigante buono salvò durante una tempesta, ci sembra assolutamente (assurdamente) plausibile.

Il solo pensare che sia possibile, seppur unicamente nei nostri sogni da bambini, che il monte di Portofino sia in realtà un gigante buono addormentato, ci fa sorridere ed emozionare e certamente è una storia che si racconterà! Ancora di più, è una storia alla quale si volgerà il pensiero ogni volta che si avrai il piacere di godersi un tramonto in riva al mare, magari proprio dal monte di Portofino o dalla vicina Camogli come è capitato a me.

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Favole per bambini. Quale versione preferisci?

Ma ecco che tutto cambia nella terza favola, dove la Annamaria Lilla Mariotti ci racconta invece che il monte di Portofino in realtà era un vulcano. Sì, proprio quando ci siamo affezionati all’idea che il monte di Portofino sia in realtà la mole della di un gigante buono addormentato, ecco che nella terza favola quella de Il pescatore la sirena ci viene rivelato che in realtà il monte di Portofino era un vulcano.

I libri anche i più semplici insegnano. Qui, impariamo che la prima domenica di agosto per omaggiare la stella Maris, il cui altare venne dedicato sul punto più alto del monte di Portofino, chi è di Camogli si reca a rendervi omaggio con una processione via mare.

Non viene anche a te voglia di trascorrere la prossima prima domenica di Agosto (che da oggi che sto scrivendo dista soltanto due settimane) andando a Camogli, e omaggiare anche tu la protettrice di chi si trova in mare in pericolo?!

Favole sul mare…che si assomigliano

L’uomo e il mare sin dall’antica Grecia hanno sempre avuto un legame particolare, e sempre il mare ha attratto a sè l’uomo; basti pensare all’Iliade di Omero noh?! Uomo di terra e donna di mare, la sirena, sempre si sono cercati e a volte persino trovati.

Facendo un salto in tempi decisamente più recenti mi viene in mente Acquaman della Marvel dove, per una volta, è la sirena a diventare “terrestre”. Nella fiaba Il pescatore e la sirena invece la Mariotti ci racconta che esistette una bionda sirena che trasformò un giovane Giorgio in Tritone donandogli la vita più bella che potessi mai immaginare, quasi a volerci insegnare che a volte ci troviamo semplicemente nel luogo sbagliato e stiamo vestendo abiti che non ci appartengono poi così tanto.

E cosa ci si può aspettare da una libro che parla di fiabe se non tante morali tra cui la più bella e forse quella più utile è quella della favola Il segreto delle tre esse che sono appunto sapone, sole e sale!

Come nasce l’arcobaleno? La vera storia (o favola)

Si sa che chi vive in luoghi di mare vive bene e in salute; un segreto ci sarà. Ebbene è proprio così! Stando a una delle Favole del monte di Portofino un un pescatore rivela il suo segreto al suo re dopo essere stato imprigionato, e con la sua rivelazione a conti fatti libera tutti noi dalla prigionia di una vita alienante lontana dal sole, dall’amore per se stessi e dall’apprezzare il vero sapore della vita.

Ma come tutte le favole dal sapore antico, Le fiabe del monte di Portofino non potevano che concludersi con una storia d’amore dove una principessa divenuta regina riceve in dono da suo padre un bellissimo e magico scialle. Meraviglioso a vedersi, venne tessuto

con la trasparenza delle ali delle farfalle, con l’iridescenza delle squame dei pesci più variegati, con la lucentezza della rugiada all’alba e con la leggerezza della schiuma del mare e con i mille colori di un prato in primavera

Ma tutta la sua meraviglia venne mostrata durante una spaventosa tempesta.

Iride così si chiamava la Regina, affidò il suo mantello al vento della tempesta fino a che questo in tutta la bellezza di tutti i suoi colori non si allungò a formare un arco colorato grazie al quale l’imbarcazione dell’amato sposo riuscì a fare ritorno sana e salva a casa.

Ed ecco così sappiamo anche che ogni volta che vediamo un arcobaleno qualcuno è innamorato.

Sinossi

Il monte di Portofino si erge dal blu del mare con i suoi seicento metri d’altezza coperti di verde. Il poeta inglese George Byron, che lo vide nel corso di un viaggio a Camogli, lo definì “il gigante addormentato”, con la testa rivolta verso il mare e le gambe protese verso la Ruta. Quello stesso monte si trasforma in queste pagine in un regno incantato, dove vivono principi e principesse, pescatori e sirene, pirati e cacciatori di tesori nascosti. Figure misteriose, ciascuna con la sua storia, che qui intrecciano il proprio favoloso destino. 

Info bibliografiche

Titolo originale: Le fiabe del monte di Portofino (italiano)

Titolo: Le fiabe del monte di Portofino

Autore: Annamaria “Lilla” Mariotti

Prima edizione: Maggio 2022

Prima edizione italiana: Maggio 2022

La mia edizione: I edizione – Maggio 2022

Editore italiano: Ultima spiaggia

Collana: –

Genere: raccontofantasticoragazzi

Numero di pagine: 77

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La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto

Copertina del libro Fattore & di Chiara Franchi edito da Mondadori

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

La vita è più divertente quando sai che dal menu puoi scegliere tutto.

Negli undici capitoli che compongono Fattore &, Chiara Franchi condividendo la sua esperienza di vita, ci insegna che seppur per educazione siamo abituati a scegliere tra una cosa o l’altra, la felicità la troviamo nell’inclusione. “Qualche “o” in meno e qualche “e” in più, perché davanti ai nostri occhi si apra una vita più ricca, piena e completa.” Ecco allora che fra “tutte le “&” del mondo” puoi cominciare da queste undici, almeno finché non trovi le tue.

5 MARZO 2023 – TORINO

ROMANZOBIOGRAFICOGROWTH, MIND & BODY, SELF HELP

Fattore & di Chiara Franchi.

La mia recensione

 

 

Una scelta antiquata

Scelta. Una delle parole il cui significato è stato travisato sopra ogni altra. Se qualcuno in questo momento ti dicesse: “scegli”, (complice anche Søren Kierkegaard con il suo Aut-Aut?), automaticamente penseresti ad una situazione in cui devi escludere qualcosa per averne un’altra.

La “o” è di fatto una separazione (nel senso più ampio del termine) che ci impone di vivere una vita a metà, perché il suo comandamento è sempre di scegliere tra una cosa o l’altra, tra questo o quello permettendoci di far abitare nella nostra vita esattamente la metà di ciò che vorremmo.

Ma perché? Perché rinunciare al pacchetto completo e alla sua bellezza?

L’Aut-Aut di Søren Kierkegaard viene pubblicato per la prima volta il 20 Febbraio 1843 mentre Chiara Franchi pubblica il suo secondo libro Fattore & nel 2022 con Mondadori. Lungi da me paragonare due autori e due testi così distanti fra di loro, ma il concetto che voglio esprimere è che nel corso del tempo il significato di parole e concetti muta forma. E la parola scelta è fra quelle che sono evolute maggiormente.

Dunque perché ancora ostinarsi ad attribuire alla parola scelta un significato che non le appartiene più?

Cambiare il paradigma della parola scelta

Scelta è, e! deve diventare per te il primo impulso verso quella che è l’individuazione cosciente di ciò che vuoi portare e mantenere nella tua vita.

Chiara Franchi nel suo Fattore &, ci propone un approccio che stravolge completamente il modo di pensare che probabilmente anche tu fino a due minuti prima di leggere anche semplicemente questo articolo avevi (spoiler: se sei fan della lettera “o” questo libro non è per te!).

E come il migliore degli insegnanti farebbe l’autrice e (imprenditrice) ci porta come esempio e a supporto della sua “teoria”, la pratica. Sono undici i capitoli in cui è suddiviso Fattore &, ciascuno dei quali prende in esame delle “coppie” che solitamente si escludono a vicenda, come la stessa Chiara Franchi ha fatto per un lungo periodo della sua vita. Il lieto fine, perché in questo libro c’è, è che ad un certo punto questi antipodi non solo diventano capaci di coesistere, ma ancora di più diventano interdipendenti.

Nessun individuo al mondo può scegliere lucidamente quando non è in focus

 

p 53

Tutte le “e” del mondo

La Franchi scrive rivolgendosi ad un pubblico femminile e ci conferma che ciascuna di noi è sia buona che cattiva (Cap 1: Buona e cattiva) il che ci fa pensare un po’ anche a Ero una brava bambina  – Poi sono guarita di Elena Cosentino.

Ci illumina con totale onestà che ciascuna di noi deve essere sia copertina che libro (Cap 2: Copertina e libro) perché la prima impressione conta, ma la sostanza e concretezza della nostra persona non vengono di certo sostituite da come appariamo. Daily reminder: cura ogni aspetto di te, sia interiore che esteriore in equilibrio tra di loro.

Fuori dai denti ci dice che se rinunci al dolore rinunci anche alla gioia (Cap 2: Gioia e dolore) quindi impara ad accoglierle e ad imparare da entrambe. Impara da tutte le dualità che la vita ha da offrirti (Cap 5: Caviale e piadina) perché non avrebbe alcun senso vivere solo ad un estremo. Imparerai che nutrirti di tutti i “cibi” che esistono ti regalerà, non solo nutrimento ma appagamento oltre ogni aspettativa.

In fondo sarebbe come avere soltanto una tipologia di scarpe o vestiti nell’armadio. E per tutte le altre occasioni come ti vesti? Metti nell’armadio della tua vita almeno un vestito per ogni occasione e sarai sempre pronta per le sorprese della vita. Scegli di esplorare tutto il bello (tanto il brutto ti capiterà comunque ma almeno sarai pronta) e fai esperienza muovendoti avanti e indietro fra i “poli opposti” cogliendo le sfumature. Impara a scegliere quelle occasioni che è bello vivere in ottima compagnia anche se l’ottima compagnia sei semplicemente tu (Cap 9: Soli e bene accompagnati), perché hai imparato a conoscerti e a volerti così bene che scoprirai essere raro privilegio averti tutta per te, in barba a tutti i pensieri sulla solitudine.

Se invece disperdiamo energie e sprechiamo tempo muovendoci in direzioni non definite, le probabilità di arrivare a destinazione si riducono di molto.


p 51

Persino la definizione di utile e dilettevole assume la nuova connotazione del dilettevole che è utile e viceversa (Cap 6: Utile e dilettevole), insomma se ti diverti è meglio noh?!. Così anche la perfezione e l’imperfezione, assimilabili anche al concetto di traguardo e sconfitta (Cap 7: Perfetta e imperfetta) suoneranno nelle tue orecchie e disegneranno nella tua mente assumendo suoni e forme del tutto nuovi, soprattutto quando arrivi a renderti conto che una donna che taglia traguardi professionali (Cap 8: Famiglia e successo) può essere, se lo desidera, anche di successo con la sua famiglia.

La parola “successo” ce lo ha insegnato Veronica Benini significa far succedere le cose! E quando scegli di prenderti la responsabilità di quello che accade nella tua vita il lavoro sarà davvero importante in termini energetici, emotivi e ovviamente di tempo. Ecco perché è fondamentale imparare a passare dall’on all’off con serenità e nei giusti tempi (Cap 10: On e off)…sempre con l’obiettivo di non precluderti nulla di bello nella vita. E sai anche cosa? Di essere tu quella che ha tempo di portare il bello nella vita degli altri.

Ogni scelta consapevole, scoprirai che ha il potere di renderti più forte. Tutte noi traiamo forza dall’agire tanto di pancia quanto di testa (Cap 4: Pancia e testa), e questo perché hai imparato a conoscerti così bene, a conoscere i tuoi obiettivi così bene, che il tuo istinto lavora al tuo fianco insieme alla parte razionale.

Mi piace accogliere una visione che contempli il lusso in un’accezione più ampia. […] Il lusso per me non è quasi mai una questione di portafogli, ma di scelte, e, soprattutto, di attitudine mentale. […] Vivere esperienze integrate ti cambia, ti plasma, ti porta dritto verso la tua evoluzione personale.


p 73-75

Puoi fare cose nuove solo se vuoi cose nuove, se guardi dove finora non hai mai guardato punto.

 

p 101

Domanda sbagliata, risposta sbagliata.


p 51

Quarta di copertina del libro Erotica di Ghiannis Ritsos

Vale tanto il fronte quanto il retro

“Si va bene Marzia ma con tutte queste e mi vuoi dire dove la Franchi vuole arrivare? Che cosa hai davvero imparato leggendo questo libro?”

Ti rispondo dicendoti che tutto ciò che compone la vita è una moneta dove tanto il fronte quanto il retro contano e anzi permettono l’esistenza stessa della moneta di per sé (la moneta sei tu tanto per essere chiara <3), la quale al privarsi dell’una o dell’altra facciata smetterebbe di essere se stessa.

Non è vero infatti che gli opposti si attraggono, ma sono in realtà (contro ogni insegnamento e preconcetto) parte della stessa medaglia. Infatti ogni medaglia/moneta ha il fronte e il retro! Ricordatelo tu sei una moneta!

Insomma come la giri la giri hai sempre tra le mani un fior di conio che è la tua stessa vita. E dico “fior di conio” perché immagino che la tua vita inizia davvero a brillare di una rinnovata luce, il momento che tu stessa inizierai ad applicare il concetto di inclusione usando le “e” a vantaggio delle “o”.

La diversità rappresenta la linfa vitale che mi ha permesso di svestire alcuni panni e indossarne altri


p 14

Se non dipendi dagli altri allora sei libera. […]

Imparare a stare da soli passa attraverso la comprensione del significato dell’amore per se stessi.

L’accoppiata vincente

Riprendendo quindi la postfazione di Chiara Franchi Tutte le “&” del mondo, mi viene da pensare che la storia in qualunque ambito e contesto è fatta (anche) di grandi “coppie”. 

E dicendo coppie immediatamente penserai che ad unire i due termini c’è la congiunzione “e”! Per me che scrivo è una delle parole più belle che esistano. Non si è mai sentito parlare di tizio “o” caio, quindi perché noi dovremmo scegliere tra tutte le varie forme (&) che la nostra vita può assumere, escludendone alcune come se fosse un dato aprioritstico e predeterminato?

Il mantra diventa quindi:”Io voglio, e soprattutto posso avere, sia questo che quello”.

La vera sfida sarà per te diventare capace di capire cos’è che davvero desideri che abiti nella tua vita, in maniera più o meno permanente. Quali sono le tante dualità alle quali senti di dover e voler dare priorità rispetto alle altre. La scelta è la tua! La bicicletta anche, ora devi pedalare.

Il mio augurio per te è che impari rapidamente a compiere le tue scelte seguendo questo nuovo paradigma, e che ancor più velocemente tu muova anche le azioni nella direzione delle tue “&”, perché certamente non ti interessano tutte quelle “del mondo”, ma devi alla tua felicità e realizzazione la comprensione di quelle “&” che senti di voler fare tue.

Ti saluto come Cristian Bergi fece con me in libreria davvero tanti anni fa: “Buona vita”.

A volte, invece, violare le regole è l’unica cosa possibile: strapparsi il vestito da Cenerentola, indossare gli anfibi e iniziare ad arrampicarsi su tu sulla più irta delle montagne.

p 14

Info bibliografiche

Titolo originale: – Fattore & (italiano)

Titolo: Fattore

Autore: Chiara Franchi

Prima edizione italiana: 2022

La mia edizione: I edizione – 2022

Editore italiano: Crocetti editore

Collana: Vivere meglio

Genere: Romanzo, Auto aiuto, Mind & Body

Numero di pagine: 161

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