ROMANZO – FANTASTICO
La dama delle isole di Cecilia Dath-Thornton. Ecco la mia recensione.
Nonostante The Bitterbynde sia diviso in tre volumi, l’impressione che si ha leggendoli, è che si tratti di una storia “epica” concepita come un unico libro, e che a causa di ovvie esigenze di stampa e vendita, ha dovuto subire un rimpasto editoriale.
Differentemente da altre saghe fantasy, quella della Darth-Thornton infatti rende impossibile comprendere la storia, finché non la si legge per intero.
I tre “capitoli” infatti, presi singolarmente non possono riescono a espressione, data la moltitudine di dettagli, nomi e fatti che vi sono presenti e che bisogna appunto lasciar decantare. Volendo semplificare, questa è una saga da leggere, seppur con avidità senza fretta, poiché ad ogni riga ci sono fatti importanti che si ritroveranno più avanti.
Ne è un esempio il flauto citato quasi distrattamente il La ragazza della torre e che in La Dama delle Isole diventa un elemento cruciale, non solo del secondo volume da dell’intera saga.
Tre libri da leggersi quindi (o rileggersi nel mio caso) uno dopo l’altro, partendo da La ragazza della torre, passando per La Dama delle Isole fino ad arrivare a La signora di Erith, in un luogo tranquillo e con il massimo dell’attenzione.
Leggendo La dama delle isole, ci si rende immediatamente conto che il taglio che l’autrice conferisce alle pagine, è molto più “maturo” in termini di trama. Infatti i passaggi da un avvenimento all’altro sono meno rapidi, e questo consente al lettore di assaporare meglio gli eventi, possibilità che invece era molto meno presente in La ragazza della torre.
Il primo capito si concludeva con un avvincente colpo di scena, dunque la storia non poteva che ripartire, da dove ci aveva lasciati in sospeso.
Ora Imrhien ha una voce e un volto, e nonostante non sappia giudicare se si possa trattare di un bel volto o di una faccia qualsiasi, ne è enormemente grata.
Così dei tre desideri che la mossero a intraprendere il suo viaggio tra le terre di Erith, Imrhien è riuscita a realizzarne due (un volto, e una voce) e a ottenerne (forse) un quarto (Thorn) che (forse) si sostituisce al suo terzo (un passato).
Ma questo è solo il secondo capitolo e per fortuna ce n’è un terzo La signora di Erith, in cui potremmo trovare la soddisfazione finale di questa “Odissea fantasy”.
Nei giorni immediatamente successivi alla sua guarigione, grazie alla maschera di Fango Azzurro applicatale da Maeve la Guercia, a White Down Rory; Imrhien scopre che le Carlin in realtà nascono come guaritrici delle creature magiche eldricht e non degli esseri umani, e avrà modo di incontrare la ragazza cigno dalla quale riceverà un dono prezioso.
Ora che questi primi due traguardi così importanti sono stati raggiunti, la giovane talith è ancora più intenzionata a mantenere la sua parola: rivelare solo al Re-Imperatore la verità sul tesoro nascosto sotto la Scala d’Acqua.
Ma la casa della Carlin è sorvegliata, e se quello non era un luogo sicuro di certo non lo sarebbe stato nemmeno Caermelor. Ecco che con parte degli ultimi averi di Rohain, Maeve con l’aiuto del suo assistente Tom Coppins, oltre a trasformare Imrhien nella Lady delle Isole Sorrow, riesce ad eludere la pressante sorveglianza delle guardie di Scalzo (?) e a garantire un trasferimento sicuro per Rohain fino alla Capitale dell’Impero.
Raggiunta Caermelor e ottenuta udienza (soltanto) con il Comandante Dainnan Roxburgh, Lady Imrhien-Rohain Tarrenys, a causa del suo aspetto evidentemente molto più che accettabile (stando non solo alla parola di Viviana), viene molto ben accolta nel Gruppo costituito da una cerchia ristretta di nobili di corte.
Ovunque Rohain cerca Thorn, ovunque…