RACCONTO BREVE
Le piccole virtù di Natalia Ginzburg. Ecco la mia recensione.
Mi ha molto sorpresa arrivare a leggere l’ultimo dei 10 racconti che compongono “Le piccole virtù” di Natalia Ginzburg e apprendere che l’autrice ritiene che “le piccole virtù” non sono le cose più importanti da insegnare ad un figlio!
Tutti i racconti del resto affrontano problemi di vita quotidiana, quasi ordinari e che tuttavia toccano nel profondo la Ginzburg, che trova qui raccolti i suoi racconti, che lei scrisse e pubblicò in momenti diversi della sua vita e su diversi quotidiani.
I racconti sono divisi in due parti; sei racconti compongono la prima parte mentre gli altri quattro compongono la seconda.
- Inverno in Abruzzo 1944
- Le scarpe rotte 1945
- Ritratto d’un amico 1957
- Elogio e compianto dell’Inghilterra 1961
- La Maison Volpè 1960
- Lui e io 1962
Parte seconda:
- Il figlio dell’uomo 1946
- Silenzio 1951
- I rapporti umani 1953
- Le piccole virtù 1960
Credo che l’organizzazione di questa raccolta sia stata ben concepita; infatti mentre nella prima parte troviamo situazioni destabilizzanti e drammatiche e che in generale ci parlano di sofferenza, rinunce e sacrifici; la seconda parte invece, che è quella che preferisco, ci parla di speranza e certezza.
Diversamente dalla prima parte infatti, non si parla delle certezze che ci vengono strappate, ma di quelle che creiamo e manteniamo nelle nostre vite, con amore e voglia di sentire la terra sotto i piedi in una concretezza che la scrittura di Natalia Ginzburg riesce perfettamente ad esprimere.
Leggendo questi racconti ci rendiamo immediatamente conto che sono “maturi”, ma non dal punto di vista letterario, quanto piuttosto da quello personale: di lei come ragazza, di lei come donna, di lei come figlia, di lei come madre, di lei come moglie.