ROMANZO
La fattoria degli animali di George Orwell. Ecco la mia recensione.
La fattoria degli animali di George Orwell è una satira davvero tagliente, su quello che è il ruolo del potere all’interno di una società… comunque la si intenda.
É forse perché i maiali in termini biologici sono molto simili all’uomo, che George Orwell ne La fattoria degli animali, li sceglie come “alternativa” animale all’Uomo; o è forse perché i maiali a prescindere dalla loro razza, vengono considerati (dall’uomo) come esseri sporchi e ripugnanti.
Qualunque sia il motivo iniziale di questa scelta, la storia funziona perfettamente e si segue ogni evento con attenzione e sgomento, perché è tremendamente onesto e immancabilmente riconosciamo in noi o in altre persone che abbiamo incontrato, lo stesso schema comportamentale di questo o di quell’altro animale che lavora (più che vive) ne La fattoria degli animali.
In questa palese satira politica che attacca palesemente Stalin, George Orwell dimostra tutto quello che è il suo disprezzo per i regimi dittatoriali e repressivi che premono sulle spalle del proletariato (tutti gli animali tranne…), mantenendo e anzi aumentando nonostante i periodi di “magra”, i benefici riservati alla casta governativa e dirigente (…i maiali).
L’ambientazione scelta è quella di una fattoria dove gli animali, a seguito di un discorso fatto dal Vecchio Maggiore, un maiale che morirà poco dopo, vengono mossi ad attuare una rivoluzione in nome della loro libertà. E’ l’uomo quello a cui si ribellano, nella fattispecie il Signor Jones, che come in qualsiasi altra fattoria, non solo dell’Inghilterra ma del mondo intero, sfrutta il loro lavoro lasciandogli null’altro che un magro pasto.
Persino la meritata vecchiaia (pensione), diventa qualcosa a cui si può rinunciare, o meglio, usare come merce di scambio: gli animali vecchi, indipendentemente dal loro contributo alla fattoria, devono infatti accettare di diventare carne da macello.