Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno!
Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno!
Un ritmo di lettura concitato in questo Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij tipico del futurismo. Parole chiare, dirette che non lasciano spazio a fraintendimenti o a sfumature. E questi stessi tratti decisi li troviamo anche nelle opere di El Lissitzky che enfatizzano le parole di Majakovskij. Tra le immagini e il frastuono della guerra, si trova però anche spazio per momenti delicati e di speranza dove lo sguardo, fin tanto che non riesce a guardare al futuro, almeno guarda al cielo e si concede un po’ di romanticismo…ma senza esagerare!
Volessimo mai dimenticarci che la vita è dura?!
11 MAGGIO 2023 – TORINO, COMO & MILANO
Se accendono le stelle di Vladimir Majakovkij. La mia recensione
Amore a prima pagina. Si, anche questa volta!
Me ne sono innamorata subito. Ero a Torino e ne sono rimasta ammaliata. Come sempre se mi sento attratta da un libro significa che è quello giusto, in quel particolare momento della mia vita. Apro una pagina a caso e per prima “incontro” Se accendono le stelle e mi sento sotto un bellissimo cielo stellato. Compro il libro. Lo porto con me. Me lo porto a casa così come avrei voluto fare con tante altre cose in quel periodo, ma con un libro è più facile: lo puoi fare sempre. Ti basta semplicemente sceglierlo, pagarlo e portarlo con te ovunque tu voglia.
E come concetto (il movimento) in questo caso calza anche a pennello, perché stiamo parlando di Vladimir Majakovskij: il padre del futurismo russo! L’immagine che mi salta alla mente è: libri in movimento, o magari dovrei dire citandolo “libri di ferro”! Quanto sono potenti le pagine di un libro seppur fatte di un fragile materiale come la carta?! Un testo manifesto che ha tutto il sapore della propaganda di una difficilissima rivoluzione d’Ottobre! E nonostante il pessimismo, e il senso di distruzione che goccia come pioggia sui carri armati, l’umore è alto e tale deve restare! Futurismo non significa in fondo questo?: la forza di portarsi in un futuro che vediamo migliore del presente?!
Da una strada all’altra
Hanno slacciato il corsetto dell’anima.
Mani ustionano il corpo
che tu gridi o che no:
[…]
Con libidine sfila
da una strada
la calza nera.
[1913] pag 89
Alle insegne
Leggete libri di ferro!
[1913] pag 93
Un’etichetta di vino futurista per Majakovkij
Scrivo questa recensione seduta al Tannico Wine Bar all’interno del Mercato centrale di Milano dopo aver trascorso un week-end offline (onesta: per il 95% del tempo) a Como. Che meraviglia di luogo. E che meraviglia quando gli eventi della vita ti portano a vivere emozioni inaspettate e a visitare luoghi in cui non saresti mai arrivata, se non avessi preso ad un certo punto della tua vita, la strada sbagliata. Se quel giorno non avessi preso quella decisione, se quel giorno non avessi deciso di incontrare quella persona, in quel contesto, in quel luogo, vicino a quel quel lago. Tutto ci porta a trovare il nostro terroir come Marco Rossi mi ha insegnato!
Chiedo a Roberta che qui ci lavora, se posso sedermi con il mio computer e prendermi una pausa per scrivere un po’. Giustamente lei mi dice “Se bevi qualcosa si.” E così faccio! Lei mi fa assaggiare, io scelgo il vino e pago subito convinta che sarei rimasta poco, invece resto due ore. Ho persino spostato il treno perché mi sentivo coccolata in questo luogo caro al mio cuore.
Mi piaceva l’idea di scrivere di un libro futurista “dentro” una stazione, emblema di progresso e movimento, che naturalmente ci fa pensare al ferro! Milano centrale ti accoglie con la sua “architettura di ferro” e mi piace un sacco ogni volta che per qualsiasi motivo mi ci trovo.
É un tardo pomeriggio di un lunedì, e non c’è troppa gente. Sono fortunata, ho tutto il tavolone per me. Prendo posto inizio a scrivere e a “esplorare” il calice di Aglianico che ha vinto la prova assaggio (ti ricordo che @nonsonounasommelier). Etichetta meravigliosa insieme alle altre da cui sono circondata.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi a scrivere in questo luogo, non così “presto” dopo gli eventi che me ne hanno fatta innamorare. Non posso che scegliere di brindare a questo momento con un secondo calice, stavolta di Champagne!
Rumorini, rumori, rumoroni
Nuotano lungo i canali dei pensieri che si incrociano
[1913] pag 121
Pensieri all’appello
Che splende parla di qualsiasi cosa.
[1914] pag 153
Vino è/e poesia
Finisco di leggere Se cadono le stelle di Vladimir Majakovskij alcune settimane fa e oggi. Scrivere di questo libro in cui il futurismo si sente tutto fino all’ultima goccia (ops, parola o meglio trattandosi di un libro futurista “interpunzione”!) è complesso! Ho rimandato a lungo fino a che dopo essere stata da Cracco per un caffè americano scelgo di fermarmi da Tannico, così tra un calice di Champagne e uno di Aglianico, e scene di vita che mi passano davanti, mi sorprendo nel riuscire a scrivere.
Non so se finora sono stata davvero molto fortunata oppure se è proprio così, ma tutte le persone che amano il vino che finora ho incontrato amano l’arte e dentro hanno una loro “poesia”, che se tocchi le giuste leve e magari stappi le giuste bottiglie, condividono con te rendendoti parte del loro mondo che per quanto piccolo possa essere, per te è grande come il mondo e ne sei appagata anche se ne vorresti sempre di più.
Il vino quindi è poesia, è racconto, è incontro! Direi che fossero solo questi tre (ma sono di più) sarebbero già degli ottimi motivi per apprezzare il vino. E se il vino è poesia, che bello è scrivere pensando di un libro di poesie con un calice di vino a dare la giusta impronta a questa nuova recensione?!
Se accendono le stelle
Ascoltate!
Se accendono le stelle –
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d’essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
supplica
che ci sia assolutamente una stella! –
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro:
“Ora va meglio, è vero?
Non hai più paura?
Sì?!”.
Ascoltate!
Se accendono
le stelle –
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?! […]
Majakovkij è un vino t/Tannico
Il Vladimir Majakovskij di Se accendono le stelle può sembrare molto romantico ad un primo approccio (ripeto ho letto come prima poesia “Se accendono le stelle”) ma in realtà è decisamente crudo o per restare in tema wine: tannico! Ciò nonostante riesce ad essere vellutato e a farti sentire le sfumature e gli aromi perché non secca troppo il palato e la saliva resta presente in bocca, pronta a far emergere il contesto di sapori, odori e suoni. Eh si, per certi versi Majakovskij è come del vino.
Lo guardi (leggi i primi versi), ne cogli le sfumature cromatiche (ci sono le opere di El Lissitzky), lo fai arieggiare (sfogli le pagine), lo annusi (lo annusi) e infine lo bevi (lo leggi con avidità). E quando bevi il primo sorso percepisci quel “qualcosa” che ti arriva in bocca e nel cervello in modo così diretto come solo lo stile futurista sa fare. Ricordo in questo senso il modo di scrivere di un ragazzo di cui mi ero innamorata a diciannove anni (G.B.). Aveva il mito del futurismo (NETfuturismo) e la sua vita era una manifestazione dei suoi ideali, nel bene e nel male. Come in La verità, vi prego, sull’amore di Wystan Hugh Auden (che ho comprato poche ore prima di scrivere questa recensione) anche qui in Se accendono le stelle di Majakovskij si colgono tante dualità! Percepisci il morbido e l’aspro. Il dolce e l’amaro. Il benestare e il rifiuto. Il pessimismo e la speranza. Il fugace e persistente.
Anche in quest’ottica: movimento = futurismo!
Ehi!
Umida, come l’avessero leccata,
la folla.
[…]
Prendi, e vai a ricamare il cielo di nuovo,
inventa nuove stelle e la mettila in mostra
che graffiando frenetiche i tetti,
al cielo si arrampichino le anime degli artisti.
[1916] pag 181-183
A tutto
A voi affido il frutteto
della mia grande anima.
[1916] pag 193
Lilička! Invece di una lettera
Ma, oltre al tuo amore
io
non ho sole.
[…]
Ma io
non ho caro altro suono
che il suono del tuo nome amato.
[…]
Su me
oltre al tuo sguardo
non ha potere alcuna lama di coltello.
[…]
Le foglie secche delle mie parole
sapranno convincerti a restare
coi loro avidi respiri?
[1916] pag 197
Il futurismo di Majakovkij / La scoperta di una nuova etichetta
Il futurismo è una corrente artistica e quindi letteraria che naturalmente viene abbinata alla velocità, alla macchina, al rumore, alla guerra, al metallico, ai colori forti, pieni, netti e marcati. Predominano le linee rette ma sempre dinamiche e mai ortogonali. Determinanti nella comprensione di questo stile sono i dipinti El Lissitzky (carissimo amico di Vladimir Majakovskij) riportati tra le pagine di questo libro.
Majakovskij è quindi la celebrazione della macchina, della libertà senza alcuno spazio per la passionalità? Decisamente no.
Majakovskij è come quando bevi un calice di vino. Come quando apri una nuova bottiglia, scopri un nuovo vitigno, una nuova persona che ti incuriosisce ed è tutto da esplorare. Tutto prende sfumature inattese e quindi sorprendenti: sorso dopo sorso, riga dopo riga, sguardo dopo sguardo senti in bocca l’altro e ne assapori ogni più piccolo aroma e profumo.
Inatteso credo sia un termine che si sposa alla perfezione con il futurismo, con il suono dei motori o nel caso di Se accendono le stelle di Majakovskij, con gli spari e con i rumori assordanti della guerra che non si preannunciano (Auden ha usato questa parola in riferimento all’amore che arriva all’improvviso nella sua Ninnananna), semplicemente sovrastano, e impetuosamente si fanno spazio nelle nostre vite e quindi nei nostri ricordi.
Ma facendo spazio, creano “luoghi” nel cuore e nella mente dove possiamo seminare qualcosa di buono e nella più romantica delle immagini: illuminare tutto questo con la luce delle stelle, perché si (per rispondere alla domanda dello stesso autore) le accendiamo ogni notte perché ne abbiamo bisogno. Ciascuno di noi!
All’amato se stesso dedica queste righe l’autore
Accendere l’anima per una sola!
Ordinarle con i versi di struggersi in cenere!
E le parole
e il mio amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciare traccia, ti passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.
[…]
Passerò, trascinando il mio enorme amore.
[…]
e così inutile?
[1916] pag 211-213
Alla Russia
Le vie sgranato gli occhi.
Radi mi le penne con rasoio del vento.
[1916] pag 217
Straordinaria avventura
Pensi che permessi a facile
risplendere?
— fanne tu stesso la prova! —
Se ti ci metti —
Devi continuare,
splendendo sempre a piena luce!
[…]
Risplendere sempre,
risplendere ovunque,
sino al fondo degli ultimi giorni,
risplendere —
e nient’altro!
Ecco la parola d’ordine mia
del sole!
[1920] pag 281
A Sergèj Esènin
Bisogna
dapprima
trasformare la vita
e, trasformata,
si potrà esaltarla.
[…]
In questa vita
non è difficile morire.
Vivere
è di gran lunga più difficile
[1926] pag 311-313
Sinossi
Uomo impetuoso e geniale, acclamato nella Russia di inizio Novecento per la sua oratoria ricca di passione e provocazione e per la capacità di trasposizione della vita in arte e della biografia in poesia, Vladimir Majakovskij fu il fondatore del futurismo russo e il propugnatore degli ideali rivoluzionari fin da prima del loro compimento storico. Questa antologia, incentrata sull’attività del poeta nel periodo precedente la Rivoluzione d’Ottobre, permette di riscoprire il rapporto di Majakovskij con i grandi temi della tradizione russa e con gli slanci innovativi del futurismo. In quest’edizione di pregio, le liriche sono corredate dai dipinti e dalle grafiche di El Lissitzky, con il quale Majakovskij collaborò in diverse occasioni, che restituiscono al lettore il fermento intellettuale e culturale in cui si genera e sviluppa l’attività del poeta più importante dell’epoca sovietica. Un’opera imprescindibile per la conoscenza di un artista che non fu solo propagandista politico, ma anche uomo di profonda sensibilità, un grande poeta dall’animo vulcanico e inquieto che non ha mai smesso di interrogarsi sui turbamenti dell’esistenza umana.
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Info bibliografiche
Titolo originale: – (russo)
Titolo: Se accendono le stelle
Autore: Vladimir Majakovskij
Prima edizione italiana: 2021
La mia edizione: I edizione – 26 Gennaio 2021
Editore italiano: Rizzoli
Collana: Bur Classici – Bur Deluxe
Genere: Poesia
Numero di pagine: 328